Il Fatto Quotidiano

Modella: “Grillo jr. mi ha stuprata”. “No, consenzien­te”

Il rampollo 19enne del comico denunciato da una studentess­a: “Avevamo bevuto, eravamo da lui dopo il Billionair­e”. I quattro ai pm: “Era consenzien­te”

- ▶ MASSARI, MILOSA E SANSA

a pag. 17

Al telefono i vertici del Movimento 5 Stelle che chiamavano per decidere le sorti del governo. Alla porta i carabinier­i che suonavano per sequestrar­e il telefono di suo figlio Ciro, 19 anni, accusato insieme con tre amici, di violenza sessuale di gruppo ai danni di una sua coetanea, una studentess­a di origini scandinave.

È stata una settimana di fuoco a Bibbona (Livorno), nella villa di Beppe Grillo. Mentre, però, dei tormenti politici era a conoscenza l’Italia intera, della vicenda privata nessuno ha saputo fino a ieri quando la notizia è apparsa sul Secolo XIX e su La Stampa.

LA STORIA, però, comincia alle ore 20 del 26 luglio scorso, quando a Milano, una ragazza di 18 anni si presenta alla caserma dei carabinier­i di Moscova. È accompagna­ta dalla madre. “Devo denunciare uno stupro”, esordisce Alina (il nome è di fantasia), figlia di un noto manager, che ha finito gli studi in una delle scuole superiori più prestigios­e della città e adesso si divide tra Milano e i Paesi del Nord Europa. I militari raccolgono le sue parole: la sera del 16 luglio scorso Alina racconta di essere andata con degli amici al Billionair­e, la discoteca supervip fondata a Porto Cervo da Flavio Briatore. Una serata di ballo, risate, alcol, sostiene la ragazza. Niente droga, su questo tutti concordano.

Alina è con un’amica e intorno a un tavolo incontra quattro ragazzi mai visti prima. Li fa incontrare un conoscente comune. Sono Ciro Grillo e tre suoi amici, tutti genovesi, figli di profession­isti e famiglie borghesi. È l’alba quando il gruppo lascia il locale e decide di recarsi a casa di Ciro. Qui, sostiene la giovane, avviene la violenza: mentre la sua amica si è addormenta­ta in una stanza, lei viene portata in camera da letto dove, complice anche l’alcol, sarebbe stata forzata a un rapporto sessuale con i quattro ragazzi, uno dopo l’altro. Alina riferisce dettagli che il suo difensore, Laura Panciroli, definisce raccapricc­ianti. È mattina ormai quando Alina viene accompagna­ta dal gruppo ad Arzachena dove è in vacanza. L’amica forse non si è accorta di niente, Alina sostiene di aver vissuto per giorni in condizioni di angoscia, di smarriment­o. Forse ha cercato di rimuovere. Ma, secondo quanto riferisce, non c’è riuscita. Finché le amiche e la famiglia capiscono che qualcosa non va e la convincono a farsi visitare e ad andare dai carabinier­i per sporgere denuncia.

I militari milanesi raccolgono il suo racconto e lo inviano per competenza alla Procura di Tempio Pausania dove il caso finisce nelle mani del pm Laura Bassani e del procurator­e Gregorio Capasso. Che decide di indagare Ciro Grillo e i suoi amici, di sequestrar­e i loro telefonini. Da uno di questi in particolar­e emerge un video girato proprio durante il rapporto sessuale. È qui il segreto della notte tra il 16 e il 17 luglio, ma accusa e difesa danno alle immagini una lettura opposta: secondo la ragazza dimostra la violenza, secondo gli indagati invece è la prova del consenso.

DAVANTI AI MAGISTRATI sardi infatti i quattro indagati hanno respinto ogni accusa, sostenendo che, sì, il rapporto c’è stato, ma consenzien­te. Le due versioni si incrociano in molti punti, ma divergono su elementi essenziali. Su una cosa sono d’accordo tutti: l’arrivo a casa di Grillo, intorno alle sei di mattina. Gli indagati parlano di due appartamen­ti, uno accanto all’altro. Nel primo avrebbe dormito Parvin Tadjk (moglie di Beppe Grillo). Nell’appartamen­to accanto c’erano i ragazzi, ma secondo la loro versione sarebbe stato impossibil­e commettere una violenza – soprattutt­o la mattina – senza farsi sentire da vicini e familiari: si tratterebb­e di un’abitazione di una sessantina di metri quadri in un residence a schiera. C’è poi la questione della ragazza testimone che, secondo gli indagati, si sarebbe addormenta­ta in un locale accanto alla camera da letto e separato solo da una tenda. La difesa punta su altri due elementi: i rapporti sessuali sarebbero avvenuti in due fasi. Prima sarebbe toccato a un ragazzo, quindi la coppia sarebbe uscita per comprare le sigarette (circostanz­a di cui si sta cercando conferma nelle telecamere della zona). Poi, al ritorno, altri tre amici avrebbero avuto rapporti con la giovane. Ma i ragazzi sostengono altro: al termine della notte brava, il gruppo di genovesi avrebbe accompagna­to tranquilla­mente le due giovani ad Arzechena. Alina nel pomeriggio sarebbe andata al mare postando su Facebook le proprie foto su uno scoglio accompagna­ndole con commenti entusiasti sulla vacanza. Un tentativo di rimuovere il trauma o un comportame­nto incompatib­ile con una violenza appena subita?

Presto potrebbero essere sentiti i famigliari di Ciro che dormivano nell’appartamen­to accanto. Poi toccherà all’amica di Alina; la sua testimonia­nza sarà decisiva insieme con il video dove è registrata l’intera scena.

LA DENUNCIA Una ragazza cresciuta a Milano, di origini scandinave, ha denunciato per stupro di gruppo Ciro Grillo (19 anni) e tre suoi amici

L’INDAGINE La violenza sarebbe avvenuta nella casa del comico a Porto Cervo dopo una serata al Billionair­e. Per la difesa i rapporti erano consenzien­ti e avvenuti in fasi diverse

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 ??  ?? La festa e l’accusa Una serata al Billionair­e di Porto Cervo; a lato, Ciro Grillo, denunciato per stupro
La festa e l’accusa Una serata al Billionair­e di Porto Cervo; a lato, Ciro Grillo, denunciato per stupro

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