Il Fatto Quotidiano

L’ESTATE PORTA AMORE AI GIOVANI E MALINCONIA A NOI PIÙ VECCHI

- ▶ MASSIMO FINI

“L’estate sta finendo e un anno se ne v a” cantavano i Righeira. Per me, come per i R igheira, l’anno non finisce il 31 dicembre ma alla fine dell’estate. Eppure, paradossal­mente, sento in me un senso di sollievo. Per i giovani l’estate, quasi sempre legata alle vacanze al mare, è una promessa di nuovi amori, di nuovi incontri, di curiosità inappagate. Sono infinite le canzoni legate al leitmotiv estate- mare- amore ( Una ro

tonda sul mare, Fred Bongusto;

Ho scritto t’amo sulla sabbia,

Franco IV e Franco I; Sapore di sale, sapore di mare, Gino Paoli; Sapore d’est ate , Moreno; Si è spento il sole, Adriano Celentano; solo per fare un brevissimo

excursus).

PER NOI VECCHI, ma anche per coloro che proprio vecchi non sono ancora, l’estate è un tempo di inquietudi­ne. Si muore di più d’estate: di caldo ma soprattutt­o di solitudine. E se per non rassegnarc­i alla nostra età ci azzardiamo a cercare di fare le stesse cose che facevamo da giovani il confronto è impietoso, con noi stessi e con gli altri.

Scrivevo sull’E ur op eo ne l 1994, quando in fondo di anni ne avevo poco più di cinquanta: “Torna presto pietoso inverno a nasconderc­i nel tuo ovattato anonimato. Torna presto pietoso inverno a difenderci con i tuoi saggi vestiti dall’es po siz io ne delle nostre membra inflaccidi­te, di noi che pur, un tempo, fummo levigati e duri. Torna presto amico inverno, tu che ci eviti impietosi confronti e gesti atletici in cui pur un tempo eccellemmo, e magari, in qualche caso, fummo primi, ma che adesso rivelano solo la nostra ansiosa goffaggine. Torna presto pietoso inverno, perché nel tuo ventre buio e alla tua incerta luce si possa nascondere ancora una volta, agli altri, ma soprattutt­o a noi stessi, la scandalosa verità: che siamo venuti vecchi”.

ESSERCI SALVATI dall’estate, tornare alle usate opre, per quanto si siano ridotte al minimo, per noi è un sollievo. Eppure, nonostante tutto, c’è un forte sentimento di malinconia nel veder morire lentamente l’estate. Io vorrei che fosse subito inverno e che mi fosse risparmiat­a l’agonia dell’autunno. Detesto l’angosciant­e lunghezza delle malattie terminali, detesto gli addii che si allungano come degli elastici.

Se l’estate, come la vita, ha da morire, lo faccia subito e presto. “L’e s ta t e sta finendo e un anno se ne va”.

PASSATO E FUTURO Per i giovani, complici le vacanze al mare, è una promessa di nuovi amori Per i vecchi, invece, è tempo d’inquietudi­ne

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