Il M5S dialoga con i Verdi Ue Regioni: “Reciprocità dal Pd”
INTESE Il gruppo europeo e la proposta di Roberta Lombardi
In Umbria, dove la giunta Dem è cadu■ ta per un’inchiesta della magistratura, l’esponente M5S propone: “Loro potrebbero appoggiare un nostro candidato”
La Lega non è più il loro alleato, il contraente di governo che per i progressisti europei valeva come la prova di un contagio. E allora il matrimonio che i Cinque Stelle europei avrebbero voluto celebrare già cinque anni fa, quello con i Verdi, diventa improvvisamente possibile. Perché il M5S ha virato a sinistra, e poi perché all’orizzonte c’è sempre quella parola che fa rima con cambio di era, la Brexit. Ossia la Gran Bretagna saluterà l’Unione, e per il Gruppo dei Verdi-Alleanza libera per l’Europa significherà perdere gli 11 eletti britannici, ovvero consistenza e peso politico. E, non è un affatto un dettaglio, i fondi. Anche per questo tornerebbe utile allearsi con i 14 eletti del M5S, con cui c’erano stati prolungati contatti anche prima delle urne del 26 maggio. Senza esito, per i dubbi innanzitutto dei Verdi tedeschi, di gran lunga la delegazione più numerosa e influente del gruppo, che aveva ritenuto un nodo insuperabile l’alleanza dei 5Stelle in Italia con il Carroccio. Mentre dai francesi erano arrivati segnali d’apertura. Ma ora il quadro è cambiato. Così fonti del Movimento assicurano: “Siamo pronti a un confronto serio, leale e costruttivo con i Verdi. Con loro abbiamo punti in comune, come dimostra il lavoro della scorsa legislatura, e innegabili affinità politiche su svariati temi: difesa dell’ambiente, energie rinnovabili, lotta all’austerità e acqua pubblica”. E al Fatto
Ignazio Corrao, uno dei veterani del gruppo a Bruxelles, rafforza il concetto: “Entrare nel gruppo dei Verdi è la soluzione migliore, la più logica, perché portiamo avanti da sempre le politiche a tutela dell’ambiente. Ora che è caduta la pregiudiziale della Lega ci auguriamo che si possa accelerare il tavolo”.
DALL’ALTRA PARTEdella barricata, anche se la trattativa non è ancora partita, il segnale più forte è arrivato ieri pomeriggio dal co-presidente del gruppo Philippe Lamberts, che può vantare un’esperienza decennale all’interno del Parlamento Europeo: “Siamo pronti al dialogo perché il grande ostacolo che rendeva impossibile la cooperazione, l’alleanza con la Lega, ora è venuta meno”. Un’apertura condizionata (“Questo non significa che siano state rimosse tutte le difficoltà” ha puntualizzato Lamberts) che molti nel M5S interpretano come l’avvio di un flirt che potrebbe sfociare in matrimonio.
EPPURE, nel gruppo dei Verdi europei restano le diffidenze dei tedeschi ma soprattutto degli italiani. I primi non avrebbero accettato di buon grado il voto decisivo dei 14 europarlamentari pentastellati per eleggere Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione ( i Verdi hanno votato contro) mentre il gruppo degli italiani – sebbene non rappresentati nell’emiciclo di Strasburgo – è ancora piuttosto scettico: “Il fatto che non ci sia più un governo con la Lega non elimina tutti i problemi di un’intesa con i 5 Stelle – dice al Fatto l’altra co-presidente dei Verdi europei, Monica Frassoni – perché tra noi e il M5S ci sono ancora dei punti di divergenza: la loro concezione della democrazia eterodiretta e le ambiguità su immigrazione, rapporti con la Russia e diritti civili”. Però – nonostante da Roma i portavoce dei Verdi Elena Grandi e Matteo Badiali si dicano “assolutamente contrari” – nemmeno Frassoni chiude la porta a un possibile accordo con i 5 Stelle. In primo luogo perché “con loro abbiamo sempre dialogato e trovato accordi sui temi ambientalisti”, e poi perché i Verdi preferiscono sicuramente il nuovo governo giallorosso rispetto al precedente. “Non ci piace che Di Maio sia ancora nell’esecutivo e che ci siano alcuni ministri, come la De Micheli alle Infrastrutture, favorevoli alle grandi opere – continua Frassoni – ma siamo contenti che al governo non ci sia più Matteo Salvini e speriamo di poter dialogare sui temi ambientali con la nuova maggioranza”. E i primi due punti sono già lì sul tavolo: il famoso Green New Deal entrato nel programma di governo giallorosso e il piano “Clima ed Energia” che ogni governo deve presentare alla Commissione entro l’anno, secondo gli accordi di Parigi. Per questo la strada è “complicata” ma non impossibile: “Sono d’accordo con Lamberts – conclude Frassoni – anche se per adesso non c’è stato alcun avvicinamento, noi siamo sempre pronti al dialogo”.
Prove di dialogo I 5 Stelle ci sperano, restano le remore degli ambientalisti su immigrazione e diritti civili