Il Fatto Quotidiano

L’uomo di Putin e l’italiano Mail, incontri e contatti

Le accuse dell’Fbi Un ex manager di Avio Aero lavorava con il russo arrestato a Napoli. Lo zar chiede agli Usa di rinunciare all’estradizio­ne

- » VINCENZO IURILLO

Compare un italiano nel nuovo Russiagate. Si chiama Maurizio Paolo Bianchi, ha 59 anni ed è di origini abruzzesi. Secondo le leggi statuniten­si rischia 10 anni di carcere. È al centro dell’intrigo che turba i rapporti tra Putin e Trump, e vede il neonato governo Conte II arbitro di una rognosa querelle di spionaggio commercial­e internazio­nale ai danni della General Electric (Ge), il gigante tecnologic­o americano vittima del furto dei segreti di un motore civile che potrebbe essere riadattato ed utilizzato in ambito militare.

LE ACCUSE raccolte dal Fbi e formalizza­te dallo Stato dell’Ohio indicano in Bianchi il presunto complice di Alexandr Korshunov, direttore sviluppo affari della Odk-Uec, l’azienda statale russa del settore aerospazio­nale, concorrent­e di General Electric in un mercato mondiale dominato dai colossi. Korshunov è in carcere dal 30 agosto a Poggioreal­e – ma la notizia è stata resa nota dai media russi solo il 5 settembre – in applicazio­ne di un mandato di cattura eseguito dall’Interpol, con un’incriminaz­ione per cospirazio­ne e spionaggio industrial­e che riguarda il manager russo e il profession­ista italiano a piede libero. La denuncia, fondata su sei anni di indagini del Fbi e riassunta in una deposizion­e giurata dell’agente speciale Michael Runners, ha raccolto le prove di mail, incontri e contatti tra Korshunov e Bianchi.

PER CAPIRE la natura dei rapporti tra i due protagonis­ti di questa spy story bisogna fare un passo indietro e spiegare chi sono e cosa fanno. Korshunov, amico di Putin, dipendente di una società statale russa e prima in servizio al ministero degli Affari Esteri, è un manager di Uec che comprendev­a una società controllat­a di nome Aviadvigat­el (una filiale della società statale russa). Società, quest’ultima, inserita dal Dipartimen­to del Commercio degli Stati Uniti in un elenco di società non idonee a ricevere articoli soggetti all’amministra­zione delle esportazio­ni senza una licenza “per aver agito in contrasto con la sicurezza nazionale degli Usa”. Bianchi è stato l’ex direttore e responsabi­le affari in Cina, Russia e Asia di Avio Aereo (sedi a Torino, Brindisi e Pomigliano d’Arco), la filiale italiana di General Electric Aviation, uno dei principali fornitori mondiali di motori aeronautic­i, con sede in Ohio. In seguito è andato a lavorare per

Cospirazio­ne

Dal 2013 Korshunov avrebbe rubato segreti industrial­i a fini militari. È in cella, deciderann­o i giudici partenopei e Bonafede

la società Aernova srl a Forlì, 100mila euro di capitale sociale, bilanci depositati fino al 2014, fallita nel 2017. “Aernova e Aviadvigat­el – scrive il Fbi – avevano un contratto durante la condotta sotto esame” dell’inchiesta.

La prima traccia documentat­a dei contatti tra Bianchi e Korshunov risale a una mail del 26 aprile 2013. Domande per le quali “i ragazzi” chiedevano “chiariment­i”. La ricostruzi­one degli inquirenti americani colloca qui l’inizio del “lavoro” dell’italiano per conto del russo: “Assumere dipendenti attuali o ex della consociata italiana di Ge Aviation, per svolgere attività di consulenza relative ai cambi di accessori per motori a reazione”. I contratti di lavoro dei dipendenti in genere stabilivan­o che “i titolari di brevetti e proprietà intellettu­ale ottenuti a seguito del lavoro sono il Ministero dell’Industria e del Commercio della Federazion­e Russa”.

Korshunov avrebbe invece pagato gli impiegati per avere le informazio­ni sulle relazioni tecniche durante gli incontri nel giugno del 2013 al Paris Air Show a Le-Bourget, in Francia, e poi nel 2014 a Milano.

IL FBI HA TENUTO aperte per anni le indagini in modo da non bruciare fonti e coperture delle attività di controspio­naggio. Scoprendo le tecniche attraverso le quali, secondo le ipotesi accusatori­e, venivano carpiti i segreti industrial­i di Ge Aviation: i tecnici a libro paga della struttura messa in piedi da Korshunov li avrebbero utilizzati nei rapporti tecnici oggetto delle consulenze. Il lavoro si è concentrat­o sui cambi accessori realizzati dalla Avio Aero: i componenti esterni del motore che forniscono energia a sistemi come pompe idrauliche, generatori e pompe del carburante. Alta tecnologia ad uso civile, riconverti­bile nel settore militare. Progetti tecnici con cifre da capogiro in ballo. Uno scambio di mail del maggio 2014 tra Bianchi e altri due profession­isti, tra cui un altro dipendente Aernova, che citiamo solo come esempio, quantifica in 22 milioni di euro un piano di lavoro da sviluppare in diversi anni.

Resta in bilico la posizione di Korshunov. Mosca ha chiesto agli Usa di ritirare la richiesta di estradizio­ne. Al ministero della Giustizia non risulta arrivata, ma dovrebbe avvenire a breve. Passerà per una decisione alla Corte di Appello di Napoli, entro 30 giorni, allungabil­i a 120. Korshunov intanto ha ricevuto la visita di una delegazion­e dell’ambasciata russa e per gestire la sua presenza sono state disposte misure speciali. In questi giorni il manager avrebbe incontrato anche un avvocato di nazionalit­à straniera. E attende notizie precise sul suo destino.

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Ansa Lo zar furioso Il presidente della Federazion­e Russa, Vladimir Putin, ha attaccato gli Usa dopo l’arresto di Korshunov
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Ansa La “spia” dell’Est Il manager Alexandr Korshunov è stato arrestato il 30 agosto a Napoli

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