Il Fatto Quotidiano

I dem offrono il Copasir a FI contro il pericolo Salvini

Le trattative per chi controller­à i Servizi: tutto purché non tocchi alla Lega

- » ILARIA PROIETTI

Sulla carta, Adolfo Urso di Fratelli d’Italia è favorito per la succession­e al vertice del Copasir dopo l’addio di Lorenzo Guerini nel frattempo promosso ministro della Difesa. Ma sulla carta soltanto. Perché nonostante Urso sia già vicepresid­ente, nel comitato di palazzo San Macuto la partita dell’avvicendam­ento al Comitato parlamenta­re per la sicurezza della Repubblica pare molto più complessa. E legata a doppio filo alla fiducia che all’inizio della prossima settimana il governo Conte II dovrà incassare prima alla Camera e poi al Senato. Dove l’opposizion­e responsabi­le di Forza Italia, che ha deciso di non scendere in piazza insieme al partito di Giorgia Meloni, fa crescere le chancedegl­i azzurri di prenotare la presidenza dell’organismo che per legge è attributo all’opposizion­e, nel quadro del bilanciame­nto dei poteri che assegna a Palazzo Chigi la delega ai servizi segreti: Forza Italia le stellette di opposizion­e a tutti gli effetti le ha, checché ne dicano Fratelli d’Italia e Lega. Lasperanza di poter spuntare la presidenza del Copasir c’è, ma è più forte il sospetto che alla fine andrà ai forzisti, come suggerisce qualcuno del Pd molto vicino a Guerini, che la vede così: “Puntare su un presidente di Forza Italia fa parte di una sorta di dialogo interrelig­ioso”. Una formula che racchiude in sé la speranza che gli azzurri possano alla bisogna, farsi soccorso, per quanto discreto ed esterno, al nascituro governo. Ma Forza Italia per ora nicchia. “Del Copasir ne parleranno Berlusconi e Salvini”, dice Antonio Tajani che rinvia tutto a un incontro tra i due la prossima settimana. Mentre dalle parti di FdI non si molla sul nome di Urso, anche perché i forzisti già presiedono la Vigilanza Rai.

Anche nel M5S l’idea sarebbe piazzare al vertice del Copasir qualcuno che, tra le file del centrodest­ra, sia il più distante possibile da Salvini. “Leggo tanti retroscena giornalist­ici, sia chiara una cosa: il Co

pasir è una cosa molto seria, non una realtà da selfie, da dirette Facebook o da sfruttare per fare il solito teatrino della polemica politica”, la mette giù dura il M5S Antonio Zennaro.

A OGNI BUON CONTO, tra i parlamenta­ri dem viene categorica­mente escluso che a presiedere il Copasir – che ha la funzione di verificare, in modo sistematic­o e continuati­vo, che l'attività del Sistema di informazio­ne per la sicurezza si svolga nel rispetto della Costituzio­ne e delle leggi, nell’esclusivo interesse della Repubblica e delle sue istituzion­i –, venga scelto un rappresent­ante della Lega. O addirittur­a il ‘Capitano’ in persona, che dovrebbe prima prendersi la briga di prendere il posto di uno dei suoi, Riccardo Molinari, capogruppo alla Camera o Paolo Arrigoni, questore al Senato, che già siedono al Copasir. E poi cercare di raggranell­are i voti che servono per essere eletto presidente magari mettendo sul piatto la rinuncia di tutte le presidenze attualment­e attribuite alla Lega tra Camera e Senato. “La presidenza del Copasir è un delicato ruolo istituzion­ale la cui elezione prevede un accordo ampio tra le forze politiche, non possono esserci autocandid­ature”, taglia corto un altro membro del Copasir, Ernesto Magorno del Pd. Insomma per Salvini e i suoi una strada tutta in salita, non solo perché ancora pesa il rifiuto del capo del Carroccio di rispondere di fronte al Parlamento sul caso Metropol che i dem non hanno mai digerito. Ma anche a voler superare questo impiccio non da poco, su un patto tra gentiluomi­ni che dovrebbe convincere Pd e M5S a fidarsi dell’eventuale promessa del capo della Lega a rinunciare alle presidenze delle commission­i in cambio del Copasir, nessuno è disponibil­e a scommetter­e un centesimo.

“Fratelli coltelli”

Il favorito sarebbe Urso (Fratelli d’Italia), ma il Pd vuol premiare l’opposizion­e responsabi­le di Berlusconi

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