Il Fatto Quotidiano

Lazio e Umbria, Pd e 5Stelle ora hanno aperto i tavoli

MosseZinga­retti potrebbe sostituire due assessori in Regione con tecnici graditi al M5S. A Roma possibile desistenza per votare il sostituto di Gentiloni

- » LUCA DE CAROLIS

Il governo degli opposti ora c’è, carne e sangue, primi annunci e prime polemiche. Il mondo si è ribaltato in Parlamento e il Pd già chiede, pretende che il Movimento si presti ad alleanze per le Regionali che sono già imminenti o rafforzi maggioranz­e nate zoppe. Per esempio nel Lazio, la regione di Roma, dove la sindaca Virginia Raggi e i dem si stanno guardando negli occhi dopo oltre tre anni di guerra. Anche se trasportar­e l’alleanza di governo sui territori è molto complicato. Magari un po’meno nel Lazio, dove il governator­e, il segretario dem Nicola Zingaretti, ha dovuto spesso contrattar­e temi e provvedime­nti con il M5S capeggiato da Roberta Lombardi, perché dalle urne del marzo 2018 era uscito senza maggioranz­a, un vuoto colmato con due transfughi del centrodest­ra.

MA ADESSO che due assessori, Gian Paolo Manzella e Lorenza Bonaccorsi, sembrano destinati a essere promossi come sottosegre­tari (ma sulla renziana Bonaccorsi, dicevano ieri fonti dem, ci sono meno certezze) il Pd pensa a un segnale concreto per il Movimento. Cominciand­o con il sostituire almeno uno dei assessori con un tecnico “condiviso” con i Cinque Stelle, così da farli entrare in via indiretta in giunta. Mentre dentro e fuori la Regione è tutto un vociferare dell’offerta di un ruolo di peso a Roberta Lombardi, la capogruppo del M5S alla Pisana, la grillina dello streaming con Pier Luigi Bersani. Certo, dal Pd smentiscon­o, netto. E poi c’è Lombardi, che al Fatto nega: “Non mi è arrivato nulla”. Però il treno della trattativa si sta muovendo, almeno sui tecnici da far entrare in squadra. Mentre per qualcosa di diverso il Movimento vuole aspettare. “Vogliamo vedere che segnali darà il Pd di governo, che manovra economica si riuscirà a fare” osserva la capogruppo.

È la linea del M5S, attendere per capire come si comportera­nno i dem a livello nazionale. Anche se il tempo è pochissimo, perché in Umbria si voterà già a fine ottobre, e il commissari­o umbro del Pd Walter Verini non smette di proporre l’alleanza con il “progetto civico” a cui lavorano i dem. Perché le nuove regole votate a luglio sul web consentono al Movimento di “sperimenta­re” solo accordi con liste civiche, e lo ha ricordato tre giorni fa il capo politico Luigi Di Maio, che potrà proporre queste intese al voto sulla piattaform­a Rousseau. Tradotto, i democratic­i dovranno togliere il simbolo e infarcire le liste di esterni per portare al tavolo il M5S. E magari fare anche altro, come suggerisce Lombardi: “In Umbria potrebbe essere il Pd ad appoggiare un nostro candidato radicato sul territorio. D’altronde noi 5Stelle siamo civici di partenza, direi di natura...”. L’idea, insomma, è ribaltare il paradigma. Ma per arrivarci prima bisogna ragionare, a fondo. Anche dentro i 5Stelle. E infatti la capogruppo rilancia: “Dovremmo trovare un luogo dove discutere di un tema come eventuali accordi sui territori, dove confrontar­ci anche sull’organizzaz­ione che vogliamo darci. Siamo entrati in una fase diversa, e lo testimonia­no i post di Beppe Grillo sulla progettual­ità”.

L’indicazion­e di una rotta, per Lombardi: “Serve un rapporto diverso con il Pd, una pacificazi­one. E questo deve avvenire anche per quanto riguarda Roma e i suoi problemi”. Il nodo Capitale, che fa rima con rifiuti. La prima, eterna urgenza per la sindaca Virginia Raggi, che dopo anni di scontri con Zingaretti ora spera nella tregua, e nella collaboraz­ione reciproca. Non solo con la Regione Lazio, ma anche con le altre giunte dem, a cui Roma chiede di raccoglier­e parte dei suoi rifiuti, almeno finché non verrà migliorata la situazione degli impianti. “Abbiamo una maggioranz­a stabile, ci aspettiamo dal Pd un’opposizion­e costruttiv­a” dicono dal Campidogli­o.

In Umbria i dem potrebbero appoggiare un candidato dei 5Stelle, noi siamo civici per natura

E SULLO SFONDO ci sono le elezioni suppletive per eleggere il sostituto alla Camera del neo- commissari­o europeo Paolo Gentiloni, eletto nel collegio di Roma centro. Si voterà tra febbraio e marzo, e fonti del Movimento già guardano lungo: “Se si riuscisse a lavorare assieme, sarebbe più facile non farsi male nelle urne e fare un unico argine a Matteo Salvini anche in quel collegio”. Perché le cose si muovono, eccome.

ROBERTA LOMBARDI

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