Scuolabus, in sospeso i contributi comunali
Il decreto che dava il via libera alle sovvenzioni bloccato con la crisi
La
crisi di governo aveva bloccato l’iter del decreto, quello con la sanatoria per i precari, che conteneva le nuove indicazioni di legge anche per il trasporto scolastico. Ora che il neoministro de ll ’ Istruzione, Lorenzo Fioramonti, ci sta mettendo di nuovo le mani con l’obiettivo di trovare una soluzione che renda dignitosa ed equa ( come chiedeva il Movimento 5 Stelle) l’assunzione dei precari della scuola, sarebbe il caso che fosse conservato anche l’ombrello legislativo che dà la possibilità ai Comuni di contribuire alle spese delle famiglie per lo scuolabus agli studenti.
IL PROBLEMAera nato in piena estate quando la Corte dei Conti aveva stabilito che si trattava di un servizio di trasporto pubblico a tutti gli effetti e che quindi deve essere pagato in gran parte dagli utenti e non dalle casse comunali. In particolare, era stato il Comune di Biandrate, in provincia di Novara, a porre il problema chiedendo ai giudici amministrativi la possibilità di concedere gratuitamente il servizio scuolabus alle famiglie. La Corte aveva sottolineato che le spese sostenute per l'erogazione del servizio non solo non potessero essere a carico dell’ente pubblico, ma anche che dovessero essere integralmente coperte dall'utenza. Per settimane si erano mobilitati enti locali, associazioni e la stessa Anci, che aveva scritto all’allora ministro dell’istruzione Marco Bussetti ed era riuscita anche a ottenere una norma che risolveva il problema. L’articolo 5 del cosiddetto dl precari”, approvato in consiglio dei ministri a inizio agosto ma mai arrivato in Gazzetta ufficiale, consentiva infatti agli enti locali di aiutare le famiglie a patto che questi rispettassero l’equilibrio finanziario. Ora, invece, molti Comuni non hanno potuto deliberare il contributo o la completa copertura del servizio, e attendono di capire come muoversi.
A Varese, ad esempio, il costo del servizio rischia di passare da 15 euro al mese a 21. “Abbiamo tenuto nel cassetto la delibera perché speravamo nel decreto – spiegava ieri l’assessore ai Servizi educativi del Comune di Varese, Rossella Dimaggio, a Va rese news – pur trop po, quella legge non è stata pubblicata e noi siamo stati costretti a ritirare il contributo di 5 euro che riconoscevamo a ogni bambino iscritto al servizio”. Così, intanto, consigliano alle famiglie di sottoscrivere l’abbonamento mensile. “Se ci sarà il decreto, noi siamo pronti a rimettere il nostro contributo e alleggerire la spesa della famiglia.”.
“La mancata approvazione e pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della norma sul servizio gratuito di scuola bus, contenuta n e ll ’ art. 5 del decreto Scuola, mette i Comuni in forte difficoltà – ha detto nei giorni scorsi Cristina Giachi, presidente della commissione Istruzione, politiche educative ed edilizia scolastica dell’Anci e vicesindaca di Firenze –. Ancora una volta non si fa il minimo sforzo per comprendere che cosa sia concretamente il servizio pubblico offerto ai cittadini. E inoltre si interpreta in modo sbagliato la nozione di servizio pubblico confondendola con l’idea di un servizio a copertura pubblica integrale”.
INTANTO è arrivata una nuova pronuncia della Corte dei Conti, ma questa volta in Puglia. In questo caso si stabilisce che gli enti possono supportare l’utenza purché con risorse “reperite nel rispetto della clausola d’invarianza finanziaria espressa nel divieto dei nuovi e maggiori oneri”.
Le soluzioni, in pratica, ci sarebbero. Resta la corsa contro il tempo, che dovrà far accelerare i lavori al ministero.
Sanatoria L’ombrello legislativo era nel “salva precari” a cui il Miur sta lavorando in questi giorni