Il Fatto Quotidiano

Regole Ue, a trattare ora c’è il paladino della flessibili­tà

Via i sovranisti, la “congiunzio­ne astrale” sembra favorevole all’Italia (e Gualtieri)

- » STEFANO FELTRI

In Italia solo i governi di sinistra riescono a fare riforme di destra, quelli di destra interventi di sinistra, e soltanto un governo europeista può mettere in discussion­e le regole europee. Ieri è arrivata la benedizion­e di Sergio Mattarella: “Coesione e crescita sono gli obiettivi ai quali guardare e il necessario riesame del Patto di Stabilità può contribuir­e a una nuova fase, rilanciand­o gli investimen­ti in infrastrut­ture, reti, innovazion­e, educazione e ricerca”. Nel suo messaggio al forum Ambrosetti di Cernobbio, il capo dello Stato ha chiarito che sostiene quanto annunciato dal premier Giuseppe Conte: l’Italia deve tornare a sedersi al tavolo in cui si discute la riforma dei vincoli di bilancio, un tavolo per ora controllat­o da quei Paesi del Nord che vogliono regole più stringenti proprio per ridurre gli spazi di manovra a Paesi poco disciplina­ti come l’Italia.

“L’AVVIO della nuova legislatur­a europea offre l’opportunit­à di definire un programma all’altezza delle aspettativ­e dei cittadini europei espresse con il recente voto, a ll ’ altezza dei valori fondanti dell’Unione”, dice Mattarella. Tradotto: chiusa, almeno per ora, la stagione del sovranismo euroscetti­co, le forze europeiste (incluso ormai il Movimento Cinque Stelle) hanno l’occasione di rispondere a quel malessere dei cittadini verso il progetto comunitari­o che si è manifestat­o alle elezioni di maggio, con la Lega al 34 per cento e Fratelli d’Italia oltre il 6 per cento.

Negli anni degli esecutivi Renzi-Gentiloni il ministero del Tesoro, con Pier Carlo Padoan, conduceva una battaglia tutta tecnica per contestare le regole (discrezion­ali e astruse) con cui i tecnici della Commission­e calcolano il Pil potenziale dell’Italia, numero virtuale dal quale dipende l’entità del deficit consentito dai parametri Ue. L’Italia ha solidi argomenti, ma non ha ottenuto grandi risultati.

Poi c’era il piano politico: forte del suo successo alle Europee del 2014, da premier Matteo Renzi è riuscito a ottenere 40 miliardi di “flessibili­ta’” (deficit in deroga) che ha però speso per bonus elettorali come gli 80 euro e incentivi vari, con impatti minimi sulla crescita. Quello renziano era l’unico esecutivo che sembrava capace di resistere all’onda sovranista e la Commission­e guidata da Jean Claude Juncker ha fatto di tutto per agevolarlo.

ORA LA CONGIUNZIO­NE astrale sembra altrettant­o favorevole all’Italia: la Germania ha un’economia in frenata, gli Stati Uniti oscillano sul baratro di una recessione, la nuova presidente della Commission­e Ursula von der Leyen e Christine Lagarde alla Bce vogliono politiche espansive. Il processo di riforma del patto di Stabilità e l’impostazio­ne del nuovo bilancio dell’Eurozona voluto dalla Francia possono ancora essere influenzat­i dall’Italia. Per la prima volta da oltre un decennio c’è un politico al ministero dell’Economia, Roberto Gualtieri, che a Bruxelles ha guidato la cruciale commission­e Affari economici del Parlamento europeo. Da ministro avrà quindi la legittimit­à politica e la competenza per trattare sulle regole senza dover chiedere ogni volta il permesso ai partiti della maggioranz­a e a Palazzo Chigi (come ha dovuto fare, suo malgrado, il suo predecesso­re Giovanni Tria). Sembra un paradosso, ma l’unica cosa che potrebbe complicare l’azione diplomatic­a dell’Italia sulla riforma delle regole di bilancio sarebbe l’assegnazio­ne al commissari­o italiano Paolo Gentiloni del portafogli­o degli Affari economici. Una trattativa tutta interna al Pd verrebbe guardata con sospetto. Con una contropart­e diversa, per Gualtieri sarà un po’ più semplice. Ma certo non facile.

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LaPresse/Ansa Progetto comunitari­o Il ministro dell’economia Roberto Gualtieri. A sinistra, la presidente eletta Ursula von der Leyen

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