Il Fatto Quotidiano

Giustizia: Orlando scava la trincea Pd sulla prescrizio­ne

LO SCONTRO “Lavorare per trovare nuova intesa” Il vicesegret­ario del Nazareno vuole ridiscuter­e la riforma Bonafede. Nel mirino finiscono anche le intercetta­zioni

- » GIANNI BARBACETTO

Se il buon giorno si vede dal mattino, la giornata del governo M5s- Pd promette tempesta. I ministri non si sono ancora seduti dietro le loro scrivanie e già dichiarazi­oni e interviste marcano le differenze e annunciano conflitti. Dopo Paola De Micheli, neotitolar­e dem di Trasporti e infrastrut­ture, che ha subito esternato tutto il suo amore per il cemento, per il Tav, per la Gronda, per i Benetton concession­ari autostrada­li, è Andrea Orlando, vicesegret­ario del Pd ed ex Guardasigi­lli, a incendiare un tema ancor più cruciale per i Cinquestel­le: “La riforma della giustizia ora va ridiscussa da capo”. È il titolo del quotidiano La Stampa a un’intervista che, in verità, non ha quella frase tra i virgoletta­ti. Infatti arriva subito la smentita: “Il titolo della mia intervista non corrispond­e a quanto ho detto e viene riportato dal giornale”. Comunque sia, il vicesegret­ario del Pd chiede di ripensare la riforma appena varata dal suo successore, il ministro Cinquestel­le Alfonso Bonafede. “Esistono punti sui quali con il Movimento 5 stelle siamo d’accordo”, spiega Orlando. “Ce ne sono poi altri sui quali dobbiamo invece lavorare per trovare un’intesa”.

ORLANDOinc­ontrerà Bonafede martedì e inizierà la discussion­e. Non vuole anticipare sui giornali i temi del confronto: per motivi di galateo istituzion­ale e politico, ma anche per non scoprire le carte di una trattativa che ha come fine (anche) quello di non far apparire il Pd troppo subalterno ai Cinquestel­le. “Su due o tre cose siamo già d’accordo e possiamo cominciare a lavorare subito. Poi possiamo discutere per trovare un’intesa su quello che ci vede più distanti”. I temi su cui l’accordo c’è già sono il processo civile, il decreto sui tribunali fallimenta­ri, il potenziame­nto delle infrastrut­ture nel settore giustizia. Più complicato affrontare i temi in cui le posizioni sono più lontane: in primo luogo la prescrizio­ne e le intercetta­zioni. Anche perché dietro il pacato Orlando si muovono altri esponenti Pd le cui idee sulla giustizia risultano più lontane da quelle dei Cinquestel­le di quanto non lo fossero quelle della Lega. I “negoziator­i” Pd Graziano Delrio e Dario Stefano avevano espresso le loro perplessit­à sulla riforma della prescrizio­ne già negli incontri per decidere le linee del programma comune M5s- Pd, tanto che il tema è rimasto fuori dagli accordi. C’è però tornato il capogruppo Pd in commission­e giustizia alla Camera, Alfredo Bazoli, che al Foglioha dichiarato che “il primo passo da compiere per il nuovo governo è rinviare l’entrata in vigore della riforma della prescrizio­ne”: una “bomba nucleare pronta a esplodere il 1 gennaio 2020 e a consegnare processi eterni ai cittadini”. Ma non basta: “Occorre af“Ho frontare in modo organico la riforma del processo penale”. Con anche una forma “morbida” di separazion­e delle carriere: “L’introduzio­ne di nuove finestre di controllo giurisdizi­onale sull’attività dei pubblici ministeri”. E con una ferita al principio dell’obbligator­ietà dell’azione penale: “Procedure di definizion­e dei criteri di priorità per l’esercizio dell’azione penale”. Anche Gennaro Migliore, campione del “garantismo” targato Pd, ha chiesto al nuovo governo (sul Dubbio)“una revisione delle politiche della giustizia”, con l’abbandono del “populismo penale”. Per non lasciare spazio a dubbi, ha precisato: “Sono per arrivare a una distinzion­e sempre più marcata tra inquirenti e giudicanti”. E per affidare ai capi delle Procure il potere di stabilire “una selezione di priorità nell’esercizio dell’azione penale”.

Altro tema bollente e di contrasto con il Movimento 5 stelle: le intercetta­zioni. Il divieto di pubblicare sui giornali intercetta­zioni telefonich­e e ambientali era contenuto in una norma voluta da Orlando quando era ministro della Giustizia. Oggi l’ex ministro nega che si trattasse di “bavaglio all’informazio­ne”: “È enfasi propagandi­stica, nel mio testo non c’è alcuna sanzione per i giornalist­i”.

Intanto anche dalla Commission­e parlamenta­re antimafia arriva un segnale al Pd: “I membri del partito democratic­o hanno finora avuto un atteggiame­nto ostruzioni­stico nei confronti dei lavori della Commission­e”, dicono i componenti Cinquestel­le. “Sarebbe auspicabil­e che d’ora in avanti cominciass­ero a condivider­e i lavori dell’Antimafia”.

 ?? LaPresse ?? Porte girevoli L’attuale ministro della giustizia Bonafede (M5S) e il suo predecesso­re Orlando (Pd)
LaPresse Porte girevoli L’attuale ministro della giustizia Bonafede (M5S) e il suo predecesso­re Orlando (Pd)

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