Così il Csm ha mandato a casa l’ex “controllore” di Condotte
La rimozione di Fraulini mentre Palamara, Lotti e Ferri volevano usarlo contro Ielo
Il nuovo presidente del Comitato di sorveglianza del gruppo Condotte è il presidente della quinta sezione del Consiglio di Stato Giuseppe Severini. Sostituisce il giudice Paolo Fraulini, rimosso dal Csm a fine luglio. La nomina è stato uno degli ultimi atti del ministro Luigi Di Maio e interviene su una questione delicata che incrocia lo scandalo Csm.
Al Fatto risulta che la rimozione di Fraulini fosse un argomento trattato già il 21 maggio scorso in una conversazione intercettata dai pm di Perugia. I parlamentari Luca Lotti e Cosimo Ferri e il pm Luca Palamara, a totale insaputa del giudice Fraulini, infatti, cercavano un modo per agganciare il presidente del comitato di Condotte per avere notizie utili a mettere in difficoltà il procuratore aggiunto di Roma, Paolo Ielo.
Fraulini poteva diventare la pedina di un gioco più vasto. Poiché uno dei tre commissari di Condotte, Giovanni Bruno, è il fratello di un ex imputata di Paolo Ielo, quell’incarico offerto dai commissari di Condotte al fratello del pm poteva essere imbarazzante (secondo Lotti-Ferri-Palamara) per Ielo.
LA SORELLA del professor Bruno è stata assolta, il pm Ielo aveva chiesto la sua condanna per uno dei due capi di imputazione in primo grado, senza ottenerla. Inoltre l’incarico all’avvocato Domenico Ielo arrivava dopo una procedura competitiva e molto dopo la conclusione della vicenda della Bruno. Nonostante tutto però, per Lotti e compagni, quel fatto era importante e utile per screditare Ielo.
Fraulini non sapeva nulla delle manovre. Però quelle intercettazioni di Palamara, Lotti e Ferri sono note al Csm. Chissà se avranno avuto un peso quando il 26 luglio i consiglieri hanno deciso di rimuoverlo all’unanimità con un provvedimento di auto-annullamento della pre cede nte autorizzazione del Csm all’i n c a r ic o . La motivazione formale è che il suo impegno e il suo compenso per Condotte erano troppo alti rispetto a quelli dichiarati all’inizio. Il 21 maggio Palamara mentre è intercettato dice ai parlamentari Lotti e Ferri: “Senti una cosa ... se Fraulini vuole, può chiedere le carte di colui che è stato consulente”, cioé Domenico Ielo. Ferri afferra subito: Palamara vuole convincere Fraulini a mostrargli le carte degli incarichi del fratello del pm Ielo. A tal fine Palamara vuole andare da un’amica di Fraulini, l’avvocatessa G. (an
L’obiettivo Puntavano a danneggiare il procuratore aggiunto di Roma per via di un incarico a suo fratello