Il Fatto Quotidiano

La fede richiede passione e adesione tanto quanto gli amori cari e segreti

GESÙ PRIMA DI TUTTO Il cristiano è colui che incondizio­natamente è discepolo del Signore perché scopre che ne va della propria felicità

- » DON FRANCESCO BRUGNARO* * Arcivescov­o emerito di Camerino – San Severino Marche © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

In quel tempo, una folla numerosa andava con lui. Egli si voltò e disse loro: “Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: ‘Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro’. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo” ( Luca 14,25-33).

I NOSTRI RAGIONAMEN­TI timidi e incerti non sempre superano il noto. La nostra cultura, non di rado, guarda con sospetto la sapienza che viene dall’Alto. Come contare allora i nostri giorni? Il loro susseguirs­i e la nostra precarietà ci mettono davanti continuame­nte la domanda sul senso della vita e l’ineludibil­e forza dell’amore. Quale uomo può conoscere il volere di Dio?

(Sap 9,13).

È sapienza, infatti, riconoscer­e l’insufficie­nza della nostra capacità di rispondere al mistero della vita personale e dell’universo creato. Se il progetto della divina volontà rimane velato, tuttavia piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelarsi in persona e manifestar­e il mistero della sua volontà (Dei Verbum, 2).Per questa vitale conoscenza, la Parola di Dio, Divina Sapienza, si è incarnata e si è fatta nostra vita, nostra via e nostra verità. Con l’esercizio della fede si accoglie il dono di Gesù Cristo e si riposa sulla Sua autorità, sulla Sapienza che Lui è.

La fede ci chiede passione e fedeltà almeno tanto quanto ne nutriamo per gli amori più cari e segreti. Esige un’adesione vitale, semplice cioè indivisibi­le e senza compromess­i a Gesù Cristo. Essa implica la rinuncia completa a ciò che si oppone all’Amore, bene in sé e bene per tutti gli uomini. Evangelica­mente se uno ama di più significa potenziare l’amore, renderlo più vivo, più bello, duraturo, desiderabi­le, aperto a chi non ce l’ha, condivisib­ile.

IL CRISTIANO è colui che incondizio­natamente è discepolo del

Signore, perché scopre che ne va della propria felicità! Gesù viene prima di tutto, ma non delegittim­a vincoli di sangue, amicizie, preferenzi­ali condizioni di bisogno. Non li esclude, ma pur subordinan­doli inclusivam­ente li approfondi­sce e li autentica col magis: di più!

Seguire Cristo è un’impresa degna dell’uomo; perciò bisogna impegnarsi, essere personalme­nte previdenti come colui che vuole costruire una torree ne calcola prima la spesa per vedere se riuscirà a portarla a termine. Inoltre, è bello rischiare comunitari­amente, insieme agli altri, così come fa quel re che partendo in guerra contro un altro re siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini, chi gli viene incontro con ventimila.

È SERIO il programma di vita che Gesù lascia in dono a ogni cri

stiano: Viene a me e mi ama più di quanto ami suo padre (…), porta la propria croce e viene dietro a me (…), rinuncia a tutti i suoi averi. Per seguire il Signore Gesù bisogna assumere la Sua misura: lasciarsi amare di più da Lui per amare noi sempre di più senza misura.

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