Il Fatto Quotidiano

“Orge e videoricat­ti: il movente Quelle ragazze si facciano vive”

DelittoMai­orana È uno dei più sconvolgen­ti casi di lupara bianca. Parla la madre: “Mio figlio vittima dei giri del padre. Aiutatemi a scoprire la verità”

- » WALTER MOLINO

“Il mio ex marito filmava le orge a cui partecipav­a la sua compagna, e poi insieme ricattavan­o tutti. Ma i miei figli erano persone perbene, non c’entrano niente. Loro padre li ha trascinati nel fango, e sono morti. Io sono morta con loro, ma non smetterò di chiedere la verità”. Piange Rossella Accardo, ex moglie di Antonio Maiorana, l’i mprenditor­e palermitan­o sparito nel nulla, insieme al figlio Stefano, dodici anni fa. Poco più di un anno dopo, l’altro figlio, Marco, si uccise lanciandos­i dal balcone di casa. All’inizio di quest’anno il pm Roberto Tartaglia ha ricostruit­o il contesto: una storia inaudita di ricatti sessuali e affari loschi, una reazione a catena che nel 2007 finì per scatenare una guerra di mafia tra Matteo Messina Denaro e il suo rivale Salvatore Lo Piccolo. E che travolse la famiglia Maiorana. Tartaglia però, oggi consulente della commission­e antimafia, ha chiesto l’archiviazi­one in mancanza di elementi sufficient­i a chiedere il processo per il costruttor­e Francesco Paolo Alamia e il suo socio Dario Lopez, sospettati di essere i mandanti. Ma il Gip di Palermo ha respinto la richiesta di archiviazi­one e ordinato nuove indagini su uno dei più sconvolgen­ti casi di lupara bianca accaduti in Sicilia.

Padre e figlio furono visti l’ultima volta a Isola delle Femmine, nel cantiere di Francesco Paolo Alamia, anziano costruttor­e del “sacco di Palermo”, socio di Ciancimino e Dell’Utri, morto poche settimane fa. L’auto dei Maiorana, una Smart bianca, fu ritrovata in un parcheggio dell’aeroporto di Palermo, ma chi fu a portarcela è rimasto un mistero. Rossella Accardo da allora non ha smesso di lottare e sul movente del duplice delitto non ha più dubbi. “Il mio ex

marito ricattava Alamia: aveva un filmino che lo ritraeva a letto con una minorenne. Ci sono testimonia­nze e intercetta­zioni nelle carte a dimostrarl­o. Ma lui e la sua compagna Karina Andrè avevano messo a punto un sistema. Io penso che Alamia non fosse l’unica vittima del ricatto. E così erano in tanti a volerlo morto”.

Perché prendersel­a anche con suo figlio Stefano?

Con il ricatto sessuale il mio ex marito si era impossessa­to delle quote societarie di Alamia. Quella mattina, nell’ufficio di Lopez al cantiere di Isola delle Femmine, doveva esserci un passaggio di soldi: 100mila euro in contanti, tutti in nero. Deve essere scoppiata una lite: già qualche giorno prima erano venuti alle mani.

Lei è stata sposata con Antonio Maiorana per quasi dieci anni. Le orge, i filmini, i ricatti… L’uomo che ho trovato nei faldoni dell’inchiesta non è quello che avevo conosciuto. I miei figli però sono stati trascinati, travolti dal padre. Lui e Karina volevano sposarsi, ma erano pieni di debiti. Solo a Castelvetr­ano erano sotto di 800mila euro.

Castelvetr­ano, il paese di Matteo Messina Denaro.

Ci sono almeno due testimoni che raccontano dei rapporti tra Karina e “un boss trapanese importanti­ssimo”. A Karina nessuno ha mai torto un capello: Antonio Maiorana e mio figlio sono stati ammazzati.

Come se lo spiega?

I miei ex suoceri raccontano che, appena spariti Antonio e Stefano, Karina consegnò loro un plico sigillato: “Nascondete­la, con questa mandiamo in galera qualcuno”. Ma pochi giorni dopo se la riprese. Qualunque cosa ci fosse in quel plico era la sua assicurazi­one sulla vita.

Lei Karina l’ha mai cercata?

Sì, nei giorni successivi alla scomparsa. Rimasi sconvolta: mi disse che aspettava un figlio.

Negli atti dell’inchiesta c’è scritto che Karina aveva più relazioni. Le disse chi era il padre del bambino?

Disse solo che sperava di portare a termine la gravidanza. Poi smise di risponderm­i.

Il 6 gennaio 2009 suo figlio Marco si uccise.

Lui non sapeva niente dei traffici di suo padre. Ma, dopo la scomparsa, in sua presenza Karima fece smontare l’hard disk del computer in cui c’erano probabilme­nte i video porno. Qualche giorno prima di uccidersi Marco ricevette una telefonata: era ansioso, mi sembrava impaurito. Scrisse tutto sulle pagine di un Topolino. Quello che sappiamo lo dobbiamo a lui. Lei ha lanciato un appello alle partecipan­ti di quei festini.

Da donna a donna: si facciano vive con me, anche in forma anonima. Ve lo chiede una madre che non vive più da dodici anni: aiutatemi a scoprire la verità.

Francesco Paolo Alamia è morto di recente. Il suo socio è in carcere per un’altra vicenda. Pensa ancora di avere giustizia?

Io sono morta. Sopravvivo per proteggere il nome dei miei figli.

A Karima, la compagna di mio marito coinvolta nei festini, mai torto un capello: ‘Ha rapporti con un boss di Trapani’

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Ansa A Palermo Rossella Accardo mostra una foto del figlio scomparso, Stefano Maiorana
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