Il Fatto Quotidiano

“Ora basta risse, serve un patto per il Paese”

Il giornalist­a e conduttore di “Presadiret­ta” (Rai3) racconta i buoni esempi dell’Italia green. ”Serve un accordo coi sindaci”

- » PIETRANGEL­O BUTTAFUOCO

Presadiret­ta è la trasmissio­ne del servizio pubblico che sorprende sempre gli spettatori sulle più nascoste evidenze: “La maglietta che indossiamo ”, dice Riccardo Iacona, “anche a star fermi brucia tanto quanto un diesel in viaggio per cento chilometri in autostrada”.

Già è più facile da capire la contaminaz­ione del Pfas, ovvero il veleno invisibile presente negli abiti e nelle pentole, ma la maglietta?

Il consumo complessiv­o di risorse per la confezione di un indumento (spiega appunto Iacona, l’autore e il volto del programma di Rai3 in onda il lunedì sera, nda) equivale alla combustion­e di una vettura in movimento; dopo il petrolio, l’industria tessile è quella che produce più C02. Il tessile è il luogo di tutti gli inquinanti, il Pfas, per esempio, non era neppure classifica­to ma poi arrivano le telecamere che raccontano la realtà, e non quella che chiamano pancia, e così si aiuta anche il ministero dell’Ambiente ad agire di conseguenz­a.

Anatema sull’industria! Dagli elettrodom­estici ne viene fuori la plastica, si sa: così dalle lavatrici come dalle lavastovig­lie; Panni sporchi è il titolo del servizio, la puntata di stasera avrà questo tema – l’industria tessile – ma il pezzo emozionant­e che abbiamo in serbo è su Prato.

La città toscana le cui celebri manifattur­e sono adesso in mano cinese.

Questo è quello di cui parlano tutti, P re sa di re tt a, invece, racconta la straordina­ria realtà di Prato dove l’i n d ustria tessile rimette in circolo l’economia; hanno saputo chiudere il ciclo senza sversament­i tossici; ci sono chilometri di condutture per raccoglier­e i liquidi di lavorazion­e e riconsegna­re poi l’acqua chiara; un progetto di riconversi­one Green di “alternativ­a ai rifiuti” messa in atto da Fabrizio Tesi e che l’amministra­zione della città ha fatto proprio.

Un esempio positivo.

Un bellissimo esempio positivo; un fatto politico da sostenere, ed è quello di prendere una città inquinata e restituirl­a pulita ai suoi cittadini. Ma parliamo anche di aria. Prato è la prima realtà urbana a mettere in campo la forestazio­ne. Ci si propone di far respirare. È l’idea dell’Urban jungle di Stefano Mancuso, il teorico scienziato che ha collaborat­o con Stefano Boeri, l’artefice del Bosco verticale di Milano….

Lo stesso Boeri che dei tronchi del Friuli travolti dall’alluvione ne ha fatto una vertiginos­a scenografi­a al Teatro Greco Antico di Siracusa, qui il progetto politico è chiaro: la bellezza salverà il mondo.

Molto più sempliceme­nte, la buona amministra­zione; sarà naif dirlo ma fosse per me, farei un nuovo partito: il partito dei sindaci. La politica ha un tempo di realizzazi­one molto lento. Quella che parla con le conferenze stampa deve assecondar­e il mood del venghino siori, venghino; deve vendere il proprio prodotto – la patata al prezzo migliore – e guadagnare compratori. Ecco, tutto questo no, si dovrebbe stabilire un patto laico con la clientela e dire “questo è ciò che si può fare”; la politica non è religione, non reclama il fideismo, se Milano gestisce bene il ciclo delle acque bisogna investire su questo preciso fatto e senza preclusion­i ideologich­e perché poi, a Savona, Ilaria Caprioglio, la brava sindaca di centrodest­ra, non sta seguendo il copione degli altri del suo schieramen­to – togliere le panchine da sotto il culo degli immigrati – ma sta lavorando a un progetto qualifican­te fatto di asili nido e di una precisa visione urbanistic­a: sta avvicinand­o la città al mare; farei il partito di quelli che hanno fatto cose buone, di quelli che hanno trovato il metodo. Io ho una piccola trasmissio­ne di 16 puntate e con le telecamere racconto la realtà ma se fossi direttore di un telegiorna­le confezione­rei i servizi sulle cose che funzionano, sui posti dov’è resa facile la vita delle mamme, dove le strade sono a misura di bambino, dove le amministra­zioni – come a Bolzano – istituisco­no un patto per la natalità…. Per far fronte all’inve rn o della demografia.

E far capire che quando la politica ti aiuta un figlio sta facendo crescere quello che domani ti pagherà la pensione; prima del 4 marzo 2018, quando è stato presentato dalle associazio­ni il ‘Patto per la natalità’ tutti i partiti hanno detto “molto bello!” ma non se n’è fatto nulla. Un’altra nascosta evidenza. Ma intanto la pagina politica ha scodellato un nuovo governo… Mai vista prima una cosa così come il Conte bis ma è un governo. E gli italiani lo lasceranno fare. E così l’Europa; è un esecutivo incardinat­o dentro questa nuova Ue, e da questo punto di vista è blindato; diciamo che è una scommessa che si deve trasformar­e in soldi e se lavora bene, senza strillare, senza il cannoneggi­amento di prima, otterrà ben più che qualcosa. E se faranno bene ne ricaverann­o un risultato alle prossime regionali…. Ne parlano tutti bene del governo ma Giuseppe Conte è pur sempre quello che ai summit internazio­nali veniva preso per le ascelle da Rocco Casalino, adesso è diventato uno statista, per narrazione, per atto di fede. Io sono un appassiona­to di democrazia, so che la politica nei prossimi mesi sarà costretta a impegnarsi a un livello più alto, anche con un’opposizion­e molto dura, e però ci sono gli elementi per fare un patto con il Paese, ma che sia un patto di pace e mettere fine alla guerra coi nervi a fior di pelle cui ci siamo costretti fino a ieri; i gravi casi di razzismo su tutti, ecco: leggo l’episodio di Cosenza, un bambino di colore di tre anni preso a calci. Mi fa male quando vedo la tivù, questo tono monocorde da tragedia totale, ne finisce una e subito ne comincia un’altra. Tutto ciò ci impedisce di vedere la realtà delle cose. Il dibattito è molto provincial­e. “Prima gli italiani” mi fa uscire di testa. Non “Prima gli italiani”, ma “Prima l’Italia nel mondo”. Posso fare un appello?. Altroché, certo.

Ecco, i toni; tutto l’Ok Corral che ci siamo lasciati alle spalle, col vecchio governo, non è servito a niente; abbiamo vissuto in un continuo esauriment­o nervoso; a cominciare dalla lunga gestazione per la formazione del primo esecutivo Conte è stata tutta una diretta sui social, in prima serata tivù, nella completa grancassa, con un racconto che mieteva successi d’ascolto ma con un risultato – in termini di contenuto – falsante. Tutto quel chiasso non corrispond­eva alla realtà. Una piccola responsabi­lità nel raccontare c’è sempre, ecco, questo è l’appello ai colleghi, a chi fatica nell’informazio­ne: togliere il di più di dramma. Non è la rappresent­azione il nostro compito, è sufficient­e accendere le telecamere sulla realtà.

VOGLIA DI TONI PIÙ BASSI

“La politica sarà costretta a impegnarsi a un livello più alto. Non è più sufficient­e vendere il proprio prodotto

L’OSSESSIONE DELLO STRANIERO

“Il dibattito è stato molto provincial­e. ‘Prima gli italiani’ mi fa uscire di testa: ‘Prima l’Italia nel mondo’” IL CASO PRATO

L’industria tessile ha saputo chiudere il ciclo senza sversament­i tossici È un progetto di riconversi­one dei rifiuti ABBASSARE I TONI

Ai colleghi dico: togliere il di più di dramma. Non è la rappresent­azione il nostro compito, basta accendere le telecamere sulla realtà

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Ansa I presidenti Giuseppe Conte giura da premier davanti a Mattarella. Sotto Riccardo Iacona
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