“Tutti zitti e lavorare”
I dettagli del programma e l’altolà alle invasioni di campo dei ministri chiacchieroni
■Il presidente in Parlamento chiederà lealtà a Pd e 5S, mentre Salvini va in piazza a protestare con la Meloni
Torna sul luogo del “delitto” Giuseppe Conte con il suo discorso per la fiducia al nuovo governo. In Parlamento, il 20 agosto, aveva dato una sterzata alla crisi, prendendo di petto l’ex alleato, divenuto il massimo avversario, Matteo Salvini, e candidandosi sul campo a premier per una nuova stagione. Oggi si passa al Conte 2, non solo nel senso del nome dell’esecutivo, ma anche nel nuovo profilo che il premier ha già assunto.
Conte dettaglierà meglio il programma, finora troppo vago per i gusti dei 5Stelle, anche per il poco tempo concesso dal Quirinale. Le prime esternazioni di ministri ed esponenti del Pd (De Micheli e Orlando su tutti) hanno irritato anche lui, memore della guerra verbale quotidiana fra Di Maio e Salvini fino alla rottura agostana. Quando invocherà una “fase nuova” si riferirà anche al chiacchiericcio, alle punzecchiature e alle invasioni di campo fra ministri che non è più disposto a tollerare: infatti medita una forma di coordinamento della comunicazione fra i vari ministeri, affinché il governo parli a una sola voce. Una precondizione, questa, per la “stagione riformista” che ha in mente, facendo sintesi delle spinte contrapposte dei due partiti alleati, ancora molto simili a “separati in casa”. Ieri, chiudendo la festa dell’Unità, Nicola Zingaretti gli ha dato una mano offrendo “lealtà” per “aprire una nuova storia” e “cambiare tutto”. Anche se Conte non rinnega i 14 mesi di governo alle spalle, la fase nuova interessa anche a lui.
PARLERÀ QUINDI della manovra. Un punto chiaro è già tracciato, è quello su cui M5S e Pd non hanno avuto particolare problemi a trovare un punto di incontro: il taglio del cuneo fiscale sul lavoro dipendente, quindi una riduzione dell’imposizione fiscale sui redditi più bassi. Una misura da associare al salario minimo in forme che tengano conto della richiesta dem per un riconoscimento del ruolo dei sindacati e della contrattazione. La riduzione delle tasse, su cui Conte insisterà, dipende dal fatto che le paghino tutti. Quindi una lotta molto più severa all’evasione. Anche, e finalmente, col deterrente del carcere vero.
Una stagione riformista, dunque, che non può non affrontare il tema europeo. Qui c’è la novità più rilevante, la vera e propria discontinuità evidente già nel momento in cui il M5S ha votato a favore di Ursula von der Leyen. Il Conte che si presenta oggi in Parlamento è il Conte dell’europeismo “critico”. L’ha detto alla festa del Fatto il 1° settembre, lo ribadirà oggi: occorre una revisione del Patto di Stabilità insieme ai partner europei.
L’ITALIA DARÀquindi un contributo fattivo, ma ”critico” all’Ue. E su questo il presidente del Consiglio porta in tasca un sostegno importante: le parole del presidente Se rg io Mattarellasulla revisione del Patto di Stabilità sono state ascoltate in tutt’Europa e pesano. Soprattutto, offrono la novità politica che può dare sostanza al nuovo governo.
Le trattative non saranno facili e il ruolo di P ao lo Gentiloni , nuovo commissario europeo, probabilmente agli Affari economici, sarà decisivo. Ma i segnali di riavvicinamento tra Italia e Francia e il dialogo tra il neo- ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e il suo omologo Yves Le Drian, indicano la strada intrapresa. E se avvenisse sul serio, anche per la necessità che ne hanno i partner europei, Germania in testa, una revisione del Patto – che per essere significativa deve agire sulle costrizioni che riguardano il pareggio di bilancio o la riduzione scadenzata del peso del debito pubblico – il governo potrebbe vivere una svolta anche sul piano dei consensi.
Su questo punto per Conte, però, sarà vitale il modo in cui i due partiti improvvisamente alleati decideranno di agire insieme. Il messaggio di Zingaretti a Conte non può che fare piacere perché, come ha già detto nella prima riunione del Consiglio dei ministri, e come ribadirà oggi in Aula, il governo regge se poggerà sul principio della “leale collaborazione”. E quindi se eviterà le “sgrammature istituzionali”, se darà segnali di vera “novità” (anche nella scelta dei burocrati: l’altroieri è stato suo l’in ter ven to per stroncare le tentazioni di alcuni ministri di riciclare il dirigente Roberto Garofoli, che lui stesso aveva “licenziato”) e lavorerà seriamente “per il Paese”, secondo il metodo e gli ideali che Conte chiama “nuovo umanesimo”. Che vuol dire tante cose, forse anche imprecise, ma è, nelle sue intenzioni, un modo di agire considerando il valore delle persone, il rispetto, la lealtà, l’attenzione agli ultimi. La base della “stagione riformista” che oggi proporrà al Parlamento e al Paese.
Stagione riformista È la precondizione richiesta agli alleati, ancora molto simili a “separati in casa” La manovra Taglio del cuneo fiscale, riduzione delle tasse e salario minimo sono i punti condivisi