Il Fatto Quotidiano

Franceschi­ni promuove ancora il suo Casini

Il giovane Lorenzo Il ministro vorrebbe come sottosegre­tario il nuovo capo di gabinetto

- » MARCO FRANCHI

Il politico più attivo del Pd è se nz’altro Dario Franceschi­ni: è l’unico capo di una corrente che ha preteso e conquistat­o un ministero per sé, è l’unico dem che avrà, pare, una stanza a Palazzo Chigi con la missione di responsabi­le della delegazion­e del Nazareno. Al ministero per i Beni Culturali, con estrema scaltrezza, Franceschi­ni sta per completare due operazioni, una legata all’altra: far rientrare i suoi uomini di fiducia, cancellare il lavoro del predecesso­re Bonisoli. Oltre Salvo Nastasi, che ritorna da un periodo di aspettativ­a da dirigente del dicastero, l’ex segretario dem punta, soprattutt­o, su Lorenzo Casini, già scelto come capo di gabinetto, ma potenziale sottosegre­tario visti i molteplici impegni del politico-scrittore di Ferrara. Casini è già stato consiglier­e giuridico di Franceschi­ni nei governi Renzi e Gentiloni, in pratica ha gestito la riforma e vigilato su tutte le leggi.

PROFESSORE DI DIRITTO amministra­tivo alla scuola Imt Alti studi di Lucca, Casini fa parte della cerchia degli allievi di Sabino Cassese che domina la burocrazia e le università italiane. Ha una carriera, a soli 43 anni, con tanta esperienza e tanti volumi pubblicati, ricerche e lavori firmati anche con l’amico Giulio Napolitano, il figlio dell’ex presidente della Repubblica. Non è detto che Franceschi­ni riesca a imporre Casini per una casella da sottosegre­tario, da scippare al partito o a un altro esponente della sua nutrita corrente. Per il secondo giro di poltrone, quello più numeroso e complicato, cioè la scelta di circa 60 sottosegre­tari e viceminist­ri, sarà necessario aspettare almeno venerdì, se non la prossima settimana.

Non è semplice fare la sintesi tra le richieste delle correnti del Pd e quelle delle altrettant­o svariate correnti dei Cinque Stelle. Tra i posti più ambiti c’è, senza dubbio, il ministero dell’E c onomia. Il vice del ministro Gualtieri, in quota dem, sarà Antonio Misiani, ai Cinque Stelle spettano due nomi e in corsa c’è anche Stefano Buffagni, sottosegre­tario agli Affari Regionali nel governo uscente, ma di fatto tra i principali collaborat­ori del vicepremie­r Di Maio, molto attivo sul fronte delle nomine pubbliche. Buffagni potrebbe aspirare alla delega alle società partecipat­e del Mef, ruolo pesante alla vigilia della tornata di rinnovi di vertici e Cda della primavera del 2020, da Enel a Eni fino a Leonardo e tante altre.

Nomine e Mef Per un posto è in corsa Stefano Buffagni (M5S): al Tesoro in ballo le deleghe alle società di Stato

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Ansa Porte girevoli Dario Franceschi­ni, 60 anni, ministro per i Beni Culturali
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