Il Fatto Quotidiano

Putin è un po’meno zar Flop a Mosca e a Oriente

Amministra­tive Nelle 83 regioni alle urne dopo le proteste degli ultimi mesi l’affluenza non arriva al 30%. Governator­i del presidente battuti dai liberali

- » MICHELA A. G. IACCARINO

Forse per inerzia, apatia, abitudine o noia. Forse per protesta. La maggior parte dei russi ieri non ha varcato la soglia dei seggi elettorali aperti da San Pietroburg­o a Vladivosto­ck: le cifre dell’affluenza, più che delle preferenze, hanno già suggerito l’esito elettorale. Nelle prime ore del pomeriggio raggiungev­ano il 25%, forse il 30. Il vuoto è la notizia di ieri. Vuoti i boulevard, urne, cabine elettorali. La Russia al voto in 83 regioni per elezioni comunali e regionali non registrava percentual­i così basse da anni.

PALLONCINI DEL TRICOLORE patrio, uomini travestiti da pupazzi giganti e sandwich man sono rimasti a danzare soli in alcuni seggi deserti. Per spingere al voto c’è stata anche l’esibizione della cantante non vedente Diana Gurtskaya, che ha intonato una canzone dal titolo: “Non vedo altri candidati”, se non quello del Cremlino. Dopo le manifestaz­ioni delle ultime settimane, le più partecipat­e dal collasso dell’Unione Sovietica, dopo il più grande scontento dei russi mai registrato per un presidente che finora osannavano, ieri la scelta di deputati e governator­i occultava un test di popolarità del Cremlino, che fissa ormai da mesi i sondaggi dei consensi che calano.

Colpa dei dissidenti in piazza ma anche di Facebook e Google, che non hanno eliminato le pubblicità a sfondo politico e, secondo il Roskomnadz­or, orwelliano organo di controllo delle comunicazi­oni, “hanno interferit­o negli affari interni del Paese, hanno ostacolato la condotta di elezioni democratic­he nella Federazion­e russa”. Ma “questo è il funerale perfino dell’illusione di elezioni democratic­he” ha detto la nuova leader degli oppositori Ljubov Sobol, candidata estromessa dalla corsa come il blogger Aleksey Novalny. Insieme, sono i due biondi a cui tutta la Russia ora guarda, controllan­do di continuo i loro canali infiammati di Telegram.

Russia Unita, partito del presidente, a Mosca non può perdere perché è assente. Camuffati sotto la mimetica più paradossal­e, quella di candidati indipenden­ti, per vincere i

45 scranni della Duma cittadina, gli uomini di Putin hanno comunque ricevuto

800 milioni di rubli per la campagna elettorale, cioè 11 milioni di euro. A Tuva, Siberia, contro un bus con giornalist­i e osservator­i a bordo, hanno sparato uomini mascherati a cavallo, riporta Radio Svoboda. Un osservator­e ferito a Pietroburg­o, dove l’affluenza registrata è due volte inferiore rispetto alle ultime elezioni. Sconfitta in Estremo oriente per il presidente. A Khabarovsk Serghey Furgal, partito liberal democratic­o, batte il candidato di Russia Unita col doppio dei voti.

NELLA GIORNATA campale della resa dei conti è silenzio e vuoto a Mosca. Le strade deserte per il Cremlino oggi sono più pericolose di quelle piene delle manifestaz­ioni delle ultime settimane. Forse ha pagato la tattica di Novalny, “Umnoe Golos o v an i e ”, voto intelligen­te: supportare chiunque potesse battere i candidati di Russia Unita. Impervia e faticosa, era l’u n ic a strategia possibile per il blogger, per sopperire all’a ssenza dei suoi candidati alle urne. I risultati dall’es ito non scontato. Secondo gli exit poll come sempre il Cremlino si assicura ancora la maggioranz­a delle preferenze, ma espugnato dall’assenza del nemico che ha boicottato i seggi, stavolta rischia di vincere perdendo.

Bloccati i social Secondo il Cremlino Facebook & C. “hanno interferit­o negli affari interni del Paese”

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