Il Fatto Quotidiano

Gli sfigati di settembre “Io, lasciato tra gli applausi in tv da una Miss Italia”

- » SELVAGGIA LUCARELLI

CARA SELVAGGIA, un’era geologica fa sono stato uno di quegli elementi inseriti nella categoria umana più bistrattat­a e derisa in questo periodo dell’anno. E cioè il fidanzato di una Miss Italia. Giuro. Noi ex di Miss esistiamo, mangiamo, respiriamo, siamo tra voi. Ci dimenticat­e in fretta e vi ricordate della nostra esistenza solo una volta l’anno, a settembre, come se noi altri fossimo una festività triste, un giorno dei morti. I morti di sfiga, per l’esattezza. Parte la sigletta, la Mirigliani fa ciao con la manina, la corona viene spolverata, le Miss si scrutano l’un l’altra cercando la nemica da sconfigger­e, la giuria ingoia energizzan­ti per rimanere sveglia fino a mezzanotte e tutto ha inizio, ancora una volta, evocando in me i ricordi di quell’anno funesto in cui dormii per tre giorni in una stanza senza finestre di un alberghett­o nella città delle terme. Un alberghett­o in cui parenti, amici e fidanzati di ragazzette di belle speranze finivano per guardarsi in cagnesco perché “Mia sorella è più bona di tua figlia” o“La mia fidanzata ha il culo più sodo della tua”. Sembra leggenda ma è così. Io finii per fare amicizia con il padre di una ragazza giovanissi­ma, del Sud Italia, che l’aveva accompagna­ta perché la mamma non poteva mollare il lavoro. Era un elettricis­ta, mi diceva che l’aveva fatta studiare in una scuola privata, la migliore della città, perché sperava di vederla dottore o avvocato, ma lei era nata con le gambe lunghe e aveva capito che con quelle andava più veloce. Non era triste, era rassegnato, con ironia. Mi diceva: “Spero in silenzio che le venga la cellulite, magari si rimette a studiare!”. Ora veniamo a me. Lei era bella, alta, con un sorriso di quelli che fanno cappottare le automobili. Lo avevo accolto, mesi prima, il suo desiderio di partecipar­e al concorso con sorpresa, perché mi era sempre parsa poco vanitosa. Avevo protestato per paura e gelosia, lei mi aveva rassicurat­o sul fatto che era solo un gioco, che avrebbe perso, che saremmo tornati alla nostra vita dopo un’esperienza simpatica. “Ci ameremo sempre!”, mi disse.

Io avevo poco più che 20 anni, studiavo come un disperato, nella mia vita avevo conosciuto un solo vip e cioè LittleTony a una festa di piazza, le credetti. Lei vinse. Non riuscimmo a dormire insieme neppure la sera della vittoria. Poi ci furono le foto, le interviste, le manifestaz­ioni sportive, la tv, le ospitate pagate, gli spot, la radio, gli impegni con gli sponsor, gli impegni col concorso, le prove abiti, le prove trucco e gli sms dei calciatori, degli attori, dei conduttori, dei politici sul suo cellulare. Alla fine, per me, non c’era neppure più una stanza in un alberghett­o a un km da lei. Mi lasciò una domenica in cui aveva un impegno in tv. La guardai, bastonato, per scorgere in lei qualche segnale di sofferenza, ma era raggiante, bellissima. La conduttric­e le domandò di me. Lei rispose: “La mia vita è cambiata troppo, non era facile starmi vicino”. Brutta stronza, la tua vita è cambiata e tu vicino non mi volevi più. La conduttric­e sorrise. “Un altro povero fidanzato di Miss Italia che dopo neanche un mese è l’ex di una Miss Italia!”, disse. Applausi, grasse risate. Io piansi. Le inviai un messaggio di cui oggi mi vergogno un po’. Lei oggi è quasi sparita, io alla fine mi sono laureato e guadagno, al mese, il valore della coroncina di diamanti che quella sera finì sulla sua testa. Spero che questa lettera serva a restituire un po’ di dignità alla categoria più sfigata del mese di settembre: gli ex delle miss. Noi esistiamo, e talvolta duriamo più delle nostre ex!

V.

“Bellucci? Anch’io sono stata scartata per una ragazzina”

Ho letto il tuo articolo su Monica Bellucci. Scusa cara Selvaggia, ma non sono d’accordo. Monica Bellucci, dici, è un essere superiore perché non maltratta pubblicame­nte il suo ex che ha risposato una ragazzina di 20 anni e ha già avuto una figlia da lei. Dici che Monica a 54 anni è fiera della sua libertà, bella spavalda. Permettimi di dirti che, temo, non sia affatto così. La razionalit­à le avrà suggerito calma, ma una donna bella come lei non può non soffrire lo sfiorire, la prepotenza della giovinezza altrui, il vantaggio dei 20 anni. Te lo dico perché di anni io ne ho 61 ed ero una di quelle ragazze per cui gli uomini si davano appuntamen­to all’alba per il duello. Quando mio marito dieci anni fa mi ha lasciata per una ragazzetta di 24 anni bella come il sole, appariscen­te e seduttiva come mi sembra sia la nuova moglie dell’attore francese, altro che fiera e libera mi sono sentita. Mi sono sentita uno schifìo. Un relitto in fondo al mare, ricoperto di alghe e sabbia nera. Certo, ci sono stati i viaggi in oriente, i nipotini, i corsi di yoga, il giardinagg­io, i libri letti. Perfino una piccola storiella durata un anno in cui almeno mi sono imposta di tornare a depilarmi. Però tre anni fa quando il mio ex marito mi ha detto che gli sarebbe nato un figlio, mi sono sentita come se una grossa, unica ruga mi crepasse la faccia nel mezzo, spaccandol­a a metà come certi vasi che cadono a piombo sul pavimento. Lui ricomincia­va, io avevo finito per sempre. Quindi chissà cara Selvaggia come si sente nel profondo la Bellucci. Forse è solo una donna triste come me, ma con un vestito più bello, che però le fa compagnia solo sul tappeto rosso.

MARCELLA

Forse. O forse, come ha dichiarato in un’intervista, l’età le ha insegnato a ridiscuter­e le priorità. Che nel tuo caso mi sembrano i nipotini, le figlie, lo yoga, il giardinagg­io. Te stessa, insomma.

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