Il Fatto Quotidiano

Sguardo al Mediterran­eo: “È l’immigrazio­ne, stupido”

“Anime sospese”, storie di migranti raccolte sulle nostre spiagge

- » FURIO COLOMBO

Ai tempi della Campagna elettorale di Clinton contro Bush, qualcuno aveva avuto una buona idea: nel mezzo di eventi pubblici e di dibattiti, lanciava il grido: “È l’economia, stupido” per ricordare che ogni altro argomento era un vagare nel vuoto.

MOLTE PERSONEgio­vani, durante lo strano periodo italiano che ormai ricordiamo come “governo a trazione leghista” hanno adottato il grido clintonian­o in una situazione analoga, ma per in uno stato d’animo molto diverso: “È L’immigrazio­ne, stupido”, avrebbero voluto gridare molti volontari, religiosi e laici, se i partiti di qua e quelli di la avessero voluto ascoltarli. Non vi accorgete, avrebbero potuto dire, che ogni vero problema (scuola, lavoro, salute) è abbandonat­o per gettare sui profughi tutta la forza dello Stato? L’Italia, scrive Jason Horowitz sul New York Time del 3 settembre (prima pagina), è forse il Paese d’Europa più ostile all’immigrazio­ne e più resistente all’integrazio­ne. E racconta, come esempio ultimo nell’accoglienz­a di immigrati in Italia, una serie di episodi accaduti sulle spiagge italiane durante quest’ultima estate. È ciò che aveva già fatto Claudia Pettini, giornalist­a che vede ciò che gli altri fingono di non vedere (la vita degli immigrati in Italia) e poichè scrive bene, ne ha tratto un libro importante per gli italiani che verranno dopo e non crederanno che questo sia stato il nostro Paese. Le sue esperienze sono storie di vagabondi che dovrebbero restare in mare, come è accaduto a migliaia di persone, centinaia di bambini, salvati da Ong, pescatori e Marina militare e poi tenuti per settimane fuori, lontani, nel mare in tempesta o nel mare bollente, perchè, se ancora non lo sapete, e fino a quando non arriverà un governo di gente normale, i porti sono chiusi. Chiusi al punto che se qualcuno commette l’errore di salvarti dall’annegare, dopo perde la nave a paga un milione. Teniamo da parte i testi scritti, perchè la memoria è corta e nessuno ci crederà in futuro. Clelia Pettini ha provveduto con un suo libro gentile e intelligen­te. Che è bello fin dal titolo, Anime sospese (Editore Effigi) e dimostra, nelle incredibil­i avventure di chi cerca solo un piccolo pezzo di carta di cui ha diritto per non essere arrestato, cacciato o “sgomberato di notte, con i bambini piccoli, se ha trovato un rifugio. Le persone da strana fantascien­za che hanno governato fino adesso ci hanno detto chele guerre sono (Siria, Yemen, Somalia) sono finte, gli immigrati che tentano di salvare i bambini sono un grande affare, e che un Paese per bene si deve difendere anche sulle spiagge, infestate di venditori, come ci racconta Horowitz. Ma così come ci fa onore avere volontari che non smettono di pattugliar­e il mare nonostante le minacce che stranament­e il Paese accetta, ci fa onore adesso avere una giornalist­a come Clelia Pettini che testimonia per un futuro in cui nessuno vorrà credere che tutti hanno taciuto mentre le gente moriva o, se si salvava, veniva abbandonat­a in strada o cacciata da rifugi fortunosam­ente trovati.

“È immigrazio­ne, stupido”, è il motto per un Paese che non ha pianificat­o l’economia, non ha ridotto il debito immenso, non ha costruito una sola scuola, non ha più medici e infermieri negli ospedali, Ma è in grado di pattugliar­e le spiagge nel caso qualcuno vendesse un foulard. Lo fa con i pochi poliziotti rimasti, che non possono occuparsi di Mafia. Grazie a Clelia Pettini, la sola, oltre al New York Times, a raccontare (con pochi Manconi, Gad Lerner, Saviano, e alcuni preti, tra cui il Papa, mai stati così soli) le storie dell’immigrazio­ne, che nessuno vuole conoscere.

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