Cambia l’accusa per Russo: la stessa di Tiziano Renzi
Non più millantato credito, ma traffico di influenze per l’amico di Tiziano. Ma la Procura, per il Babbo, aveva chiesto l’archiviazione
Ieri si è tenuta l’udienza preliminare sul caso Consip. All’ordine del giorno c’era la posizione dei carabinieri Gianpaolo Scafarto (accusato di falso, rivelazione e depistaggio) e Alessandro Sessa, accusato solo di depistaggio in concorso. Il gip Clementina Forleo ha ascoltato con attenzione le arringhe delle difese. Poi ha preso la parola il maggiore Scafarto che ha confermato la tesi dell’involontarietà dei suoi gravi errori nelle informative in danno di Tiziano Renzi e dei servizi segreti. L’ufficiale si è anche commosso quando ha ripercorso la sua carriera di investigatore ora trasferito lontano dalle indagini.
Intanto la prossima udienza davanti al gip Forleo si terrà il 17 settembre e sarà dedicata alla posizione dell’amico di Renzi sr., Carlo Russo per il quale la Procura di Roma ha chiesto nel 2018 il rinvio a giudizio per millantato credito. La decisione su Russo ma anche sulle presunte rivelazioni di segreto dell’ex ministro Pd Luca Lotti e dei generali dei carabinieri Emanuele Saltalamacchia e Tullio Del Sette, oltre che sull’imprend itore Alfredo Romeo, è stimata intorno al 7 ottobre. Sarà solo la fine del primo tempo.
Il secondo tempo inizia il 14 ottobre alle 10:30 davanti a un altro gip, Gaspare Sturzo, che si occupa del caso connesso alla richiesta di archiviazione presentata dai pm per Tiziano Renzi.
LA SORTE di Tiziano Renzi nell’udienza del 14 ottobre è indipendente dal punto di vista giuridico ma connessa dal punto di vista del fatto con quella di Russo nell’udienza del 7 ottobre.
I pm Paolo Ielo e Mario Palazzi hanno ritenuto Carlo Russo un millantatore da mandare a giudizio (e su questo deciderà il 7 ottobre la gip Forleo) e per converso Tiziano un soggetto da prosciogliere, e su questo il gip Sturzo ha fissato udienza interlocutoria il 14 ottobre. Per i pm il giovane amico di Tiziano spendeva il suo nome con Romeo quando millantava agganci con i manager pubblici di Consip e Grandi Stazioni, per chiedere soldi. Però per gli stessi pm, Tiziano Renzi ne era all’oscuro, di qui la richiesta di archiviazione. Confermata anche quando i pm di Roma hanno trovato le tracce nei tabulati telefonici di un incontro a Firenze a metà luglio del 2015 (sempre negato dai tre protagonisti) tra Romeo, Russo e Tiziano. Ciò per i pm non basta a ipotizzare un traffico che includa i tre. La ragione? Russo diceva balle e l’incontro a tre sarebbe del luglio 2015 mentre le manovre sulle gare Consip entrano nel vivo nel 2016.
L’udienza del 17 settembre sarà interessante anche da un altro punto di vista. Si capirà l’impatto della legge Spazzacorrotti sul caso Consip e su Carlo Russo. La legge, varata quando il Pd era all’opposizione, ha reso più simili, dal punto di vista giuridico, il millantato contestato a Russo e il traffico di influenze negato dai pm per Tiziano. La legge del governo giallo- verde ha abrogato il vecchio 346 del codice penale. Il millantato credito, punito fino a sei anni e contestato a Russo, non esiste più. Ora è ricompreso nell’articolo 346 bis che prevede al massimo 5 anni di pena. Pena che vale per il vecchio traffico di influenze e per il nuovo traffico-millantato.
La pena per il millantatore presunto quindi si riduce. Il teorico sconto per Russo non è però l’effetto più importante. La novità è che la legge non distingue più tra chi chiede i soldi vantando entrature inesistenti e chilo fa con entrature vere.
PER I PM, Russo si sarebbe fatto promettere 100 mila euro più 5 mila euro al mese da Romeo vantando entrature inesistenti. Nel vecchio schema il suo millantato poteva essere letto come una conferma dell’inesistenza del traffico di Tiziano Renzi. Nel nuovo schema la decisione della dottoressa Forleo non avrebbe questo significato implicito. Con la nuova formulazione del 346 bis, la gip potrebbe disporre il giudizio lasciando ai giudici del dibattimento il compito poi di stabilire se Russo aveva entrature vere o no con i manager di Consip e Grandi Stazioni. Mentre il destino di Tiziano Renzi, indagato, sempre con Carlo Russo, con l’ipotesi di avere partecipato al traffico di influenze illecite sul caso Consip, sarà trattato lunedì 14 ottobre. Il gip Sturzo dovrà a quel punto sbrogliare la matassa e dire se accoglie la richiesta di arc hi v i az i o ne . In altri termini, dovrà stabilire se davvero i nuovi elementi trovati dai carabinieri e snobbati dai pm non cambino le cose per Renzi Sr.
Il gip Sturzo dovrebbe stabilire se le chat con Tiziano e i politici del Pd scoperte nel telefonino di Russo dai carabinieri non mutino il quadro iniziale, come dicono i pm. E dovrebbe dire se gli accertamenti sui tabulati telefonici, che per i carabinieri provano un incontro tra Tiziano, Romeo e Russo, lascino a Russo la parte del millantatore e a Tiziano la parte della vittima.
Due giudici diversi Il 7 ottobre potrebbe arrivare la decisione su Lotti, il 14 quella sul padre dell’ex premier