Il Fatto Quotidiano

Il premier senza più vice ora vuole spiccare il volo

Il “mite” L’avvocato è finalmente libero dai due ingombrant­i dioscuri: Di Maio è una statua di sale, Salvini ulula in piazza

- » ANTONELLO CAPORALE

Come il cinclus cinclus, il pennuto che sa alzarsi in aria ma sa anche fare il sub, e infatti becca le sue prede fiondandos­i a testa in giù nell’acqua gelida dei torrenti di montagna, Giuseppe Conte, dopo la sua prima stagione gialloverd­e, trascolora e presenta formalment­e in Parlamento il giallo cinquestel­le abbinato al rosso damascato della sinistra italiana.

LA POCHETTE a quattro punte al solito posto, il vestito perfetto come sempre, figurarsi i capelli e il tono di chi non ha mai avuto altro in testa che questo governo. Ottimismo alle stelle: “Sarà per tutta la legislatur­a”, e sarà naturalmen­te “nell’interesse degli italiani”. Fa finta oppure ci crede per davvero: “Questa sarà una vera alleanza”. Un’e quipe , una squadra che darà onore all’Italia, e sembra uno dei frequenti momenti di training autogeno che il premier cerca per trovare, anche nella suggestion­e, la fascinazio­ne di questo momento così diverso da ieri. Per esempio dei due suoi vecchi vice, uno si è dato alla piazza, l’altro resta immobile come una statua, un fortilizio ancora inespugnat­o.

Luigi Di Maio, in passato sempre super ciarliero, che resiste immobile e serio per l’ora e mezzo di presentazi­one, presente e insieme anche un po’assente. Contento dell’esito ma forse pure scontento. Dobbiamo anche dire che i ministri di Conte, al primo assaggio di unità, si presentano a coppie separate. Quelli del Pd fanno comunella solo tra loro, la Bellanova e la De Micheli a destra, Guerini e Franceschi­ni a sinistra. I grillini si intruppano nel primo banco del governo, stretti stretti l’uno all’altro, mentre la cantilena di Conte avanza nell’aula piena, curiosa di assistere a quello che sembra davvero il più grande spettacolo del mondo: pidini e grillini (“pidioti e barbari”, nel vecchio vocabolari­o), che annunciano il matrimonio. “Cambiamo il linguaggio della nostra politica”, esorta il nuovo Conte. Dress code più impegnativ­o, un codice alfabetico con utilizzo esclusivo di parole piane al posto dei fin qui consueti epiteti, del garbo in luogo della sgangherat­ezza, dell’unità al posto di una frequente e fin qui perdente alterità.

Conte è perfetto, nella sua nuova veste, agile proprio come il merlo acquaiolo, così conosciamo il cinclus cinclusdel­le montagne, l’uccellino che smette di fare il sub quando ha raggiunto le sue prede in fondo al torrente, e – riemerso all’aria – spicca il volo.

“Vogliamo azzerare le rette degli asili nido”. Parte dai neonati, cioè dall’inizio della vita, e in qualche modo è la metafora di questo imprevisto e improvviso governo che accende i motori. Matteo Salvini, rumore fatta persona, è infatti sostituito da Luciana Lamorgese. Prefetto piuttosto silente. “Tutto questa curiosità sul fatto che sono assente dai social? Embè? Non li ho mai avuti. A volte mi è venuta voglia di esserci solo per capire cosa combinasse­ro i miei figli su Facebook”.

Salvini è in piazza, ieri scortato dalla polizia che oggi – guarda tu il mondo! – è invece già chiamata a tenerlo a bada. Da Conte intanto una prima

Capacità mimetiche Ha cambiato alleati (dai verdi ai rossi) come se nulla fosse. E sarà “per tutta la legislatur­a”

misura, ma etica ed estetica: “Dobbiamo affermare il volto umano di questa Repubblica”. Poi una seconda, più economica: “Ridurre le tasse sul lavoro”.

CONTE BIS, Conte due, il Conte nuovo e progressis­ta avanza in un saliscendi di perifrasi. Tono monocorde e occhio aperto al mondo. Non una sferzata, non una polemica, non un cenno ai due capisaldi del vecchio governo: reddito di cittadinan­za e quota cento. Citerà la prima misura solo nella replica quando, coperto da cori intermitte­nti di “venduto, venduto”, intignerà in una mezz'ora di duetto con i vecchi amici, oggi nemici. “Io imbullonat­o alla poltrona? E voi che volevate pieni poteri? Cioè a tutte le poltrone?”. Su Salvini: “Non è che si vota solo perchè sta bene al vostro leader. Rileggiamo la Costituzio­ne...”.

Non si scompone nella guerriglia parolaia, nei “buuu” d’aula, uguali a sempre, nelle accuse e nel rancore che i suoi ex alleati gli riversano. Mondo è stato e mondo sarà.

Quella del governo sarà una lingua mite, perché sappiano che la forza della nostra azione non si misurerà con l'arroganza delle parole

 ?? Ansa ?? 14 mesi
Il primo governo Conte è durato da giugno 2018 ad agosto 2019
Ansa 14 mesi Il primo governo Conte è durato da giugno 2018 ad agosto 2019
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy