Apprezzabile nel linguaggio, ora però c’è la prova dei fatti
La prima parte del discorso mi ha fatto una ottima impressione perché sembrava la prosecuzione della strigliata del 20 agosto a Salvini. La scelta delle parole – “umiltà”, “equilibrio”, “rigore”, “sobrietà”, “misura” – l’insistere sulla discontinuità culturale, lasciandosi alle spalle il frastuono delle “dichiarazioni bellicose” sono segnali apprezzabili. La parte programmatica mi è sembrata molto democratica e poco populista, se vogliamo usare queste due categorie. Nel senso che ci sono alcuni temi forti dei 5 Stelle (no alle trivelle, revisione delle concessioni autostradali) con un retrogusto di equità sociale, un cautissimo riferimento alla legge elettorale proporzionale e quant’altro.
Tanti buoni propositi che sicuramente sono positivi, ma che dovranno essere verificati alla prova dai fatti: con quanto rigore verranno tagliate le unghie alle speculazioni dei grandi costruttori? Con quale rigore si farà un’autonomia che rispetti la solidarietà nazionale?