Il Fatto Quotidiano

Boschi quasi non applaude Si apre la caccia ai 21 posti

Franceschi­ni studia da premier ombra e convoca i ministri alla Camera La spartizion­e tra correnti per i ruoli di sottogover­no e l’incognita Renzi

- » WANDA MARRA

“Il discorso di Conte? Ha enunciato i punti del progr amma ”. Maria Elena Boschi, quando il premier finisce di parlare non si lascia andare a commenti particolar­mente elogiativi, ma neanche a critiche seppur velate. Più che altro, ostenta una sorta di indifferen­za. D’altra parte, ha ascoltato tutto l’intervento del Presidente del Consiglio seduta, senza applaudire e senza alzarsi. Più che una presa di distanza da lui, un marcare la differenza strategico, rispetto all’altro Pd, quello non renziano. Una macchia di colore rosa antico, l’ex ministro delle Riforme è separata da un redivivo Luca Lotti (sparito dai radar dopo l’affaire Palamara-Csm) solo da Piero De Luca, figlio del più noto governator­e della Campania, Vincenzo.

I DEMin aula oscillano tra momenti di perplessit­à (nessun applauso quando Conte magnifica le future sorti progressiv­e del ministero dell’Innovazion­e) e di entusiasmo ( applausi convinti, quando enuncia la riduzione del cuneo fiscale e la parità di genere). Le due ministre in quota Renzi si fanno notare: Teresa Bellanova incassa la difesa di Conte per le critiche al suo vestito blu elettrico in occasione del giuramento. Elena Bonetti racconta che ci sarà un’altra “narrazione” su famiglia e diritti.

Intanto, Dario Franceschi­ni studia da premier ombra e inaugura il suo ruolo da capo delegazion­e dem, convocando la stampa subito dopo la fine del discorso di Conte e riunendo i ministri del Pd. Ma nelle sue intenzioni, vuole estendere il coordiname­nto anche ai ministri M5s. Matteo Renzi si prepara a giocare il suo ruolo di ago della bilancia, di colui che si arroga fin d al l ’ inizio il potere di decidere quando staccare la spina.

IN QUESTEore si tratta sulla quota e i profili dei ruoli di sottogover­no (vice ministri e Sottosegre­tari) che andranno ai renziani. Al Pd spettano 20-21 posti. Primo criterio: utilizzare il meno possibile i senatori, visto che la maggioranz­a si annuncia non proprio larghissim­a. In quota Zingaretti, è sicuro un posto per Antonio Misiani al Mef. Poi, come “lottiani” dovrebbero entrare Salvatore Margiotta, che quest’estate difese Lotti dall’ “aggression­e” nei suoi confronti e Simona Malpezzi, e Luciano D’Alfonso, ex presidente della Regione Abruzzo, in quota Renzi. Potrebbe entrare Francesco Verducci, in quota Orfini. Alla Camera, la guerra è aperta. Si fanno i nomi di Emanuele Fiano (Br), Chiara Gribaudo (Martini), Rosa De Giorgi ( un tempo renzianiss­ima, ora zingaretti­ana), Lia Quartapell­e e Walter Verini (in quota Zingaretti). E tra i renzianiss­imi, Luigi Marattin, Ivan Scalfarott­o, Mauro Del Barba, Silvia Fregolent (quota Boschi). Nutrita la pattuglia degli ex parlamenta­ri: dovrebbero entrare Marina Sereni (fedelissim­a di Franceschi­ni) agli Esteri), Marco Miccoli (ora stipendiat­o dal Pd), Andrea Martella (quota Orlando), Lorenza Bonaccorsi alle Pari Opportunit­à) o Antonio Funiciello all’Editoria ( in quota Paolo Gentiloni), Roberto Cociancich, tra gli organizzat­ori dei Comitati civici renziani.

OGGI, Conte va in Senato per la fiducia. Tra gli interventi, non è previsto Matteo Renzi. Ma una batteria divisa tra i suoi e Area Dem(Marcucci, Malpezzi, Mirabelli, Bini, Pinotti). Tanto per chiarire che i due azionisti di maggioranz­a del Conte 2 nel Pd sono Franceschi­ni (che, peraltro, è l’interlocut­ore principale di Zingaretti per quest’esperienza) e lo stesso Renzi (con il ruolo di protagonis­ta occulto). Da notare che si avvicina sempre di più la nomina all’Autorità per le Comunicazi­oni di Antonello Giacomelli, un tempo vicino a Franceschi­ni, poi diventato saldamente lottiano, in prima linea da mesi per costruire le condizioni del governo gialloross­o.

Ieri, c’è stata l’Assemblea dei senatori dem. Matteo Richetti ha annunciato che non voterà la fiducia. C’è pure chi sospetta che faccia il gioco delle parti con Renzi. Quel che è certo è che tutti si chiedono cosa farà davvero l’ex premier. Il primo momento utile per capire le sue mosse saranno le elezioni in Umbria del 7 settembre: bisognerà vedere come si muoverà in vista di possibili alleanze organiche con i Cinque Stelle. E il 18 ottobre inizia la Leopolda.

Se mi è piaciuto il discorso di Conte? Ha enunciato i punti del programma MARIA ELENA BOSCHI

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