Facebook elimina CasaPound e Forza nuova: “Troppo odio”
Per sempre Cancellati dalla piattaforma pagine e account dei leader È stata utilizzata la regola che si applica alle organizzazioni terroristiche
Facebook lo assicura da sempre perché sa che il prezzo è alto: la libertà di espressione è tutelata fino in fondo, mai censura né rimozione dei contenuti se non in casi gravissimi. Al massimo, le “fake news” accusate di essere istigatrici di odio e razzismo venivano nascoste, tenute fuori dal rullo delle notizie, fatte comparire il meno possibile. Secondo la policy della piattaforma, erano rimossi solo foto e post realmente violenti, molesti o minacciosi. Per questo motivo la notizia della cancellazione a vita sia da Facebook che da Instagram (il social delle fotografie di proprietà di Facebook) delle pagine di Casapound e Forza Nuova, dei loro leader Simone Di Stefano, Gianluca Iannone e Roberto Fiore e delle ramificazioni locali, ha sollevato diversi interrogativi: cosa è cambiato rispetto al passato, visto che i contenuti sono più o meno gli stessi che i due partiti hanno già pubblicato altre volte con notizie e post discutibili (che sono stati anche eliminati)? Cosa hanno fatto di nuovo stavolta per spingere l’azienda di Mark Zuckerberg a bandirli definitivamente? Nulla in particolare, tanto in generale.
LA RIMOZIONE, infatti, non è conseguenza della pubblicazione di un contenuto specifico, bensì dell’identificazione dei due partiti come “organizzazioni pericolose”. Le regole della piattaforma, che - è bene ricordarlo - è privata, pongono sullo stesso piano le organizzazioni terroristiche, quelle criminali e chi in generale promuove “l’odio verso una certa categoria di persone sulla base del colore della pelle, dell’etnia, della nazionalità, della religione, del sesso, dell’identità di genere, dell’orientamento sessuale, della disabilità o di una malattia”. Per tutti è prevista la cancellazione di contenuti e profili che “esprimono sostegno per le attività criminali e violente: elogiare o sostenere i leader di questi gruppi, o giustificare le loro attività violente, non è consentito”.
La decisione, comunque, non si basa e non si è basata solo su quello che accade sul social. Ed è questa la novità. Essere associati al concetto di “odio organizzato” dipende anche da ciò che accade nella cronaca quotidiana, dalle azioni, dal coinvolgimento dei gruppi. In sintesi: se un gruppo è filonazista, ma su Facebook non cita direttamente Hitler, potrebbe comunque essere escluso dalla Bisogna
lasciare o non lasciare a un privato la discrezionalità di decidere quale sia l’essenza di una organizzazione politica? Lo abbiamo chiesto al professor Gaetano Azzariti, ordinario di Diritto costituzionale a ll ’ Università Sapienza di Roma.
Professor Azzariti, che cosa pensa di questa scelta su CasaPound e Forza Nuova? Per entrare nel merito bisognerebbe fare una analisi di ciò che è stato censurato nello specifico, capire su quali elementi sia stata presa la decisione. Certamente però è arrivato il tempo che la magistratura intervenga per stabilire la natura di queste organizzazioni. Ci sono stati in Italia diversi pronunciamenti, a Roma come a Bari, che le hanno reputate organizzazioni fasciste e dunque certamente illegittime nel nostro ordinamento costitu
ODIO razziale e sessismo: i post di Casapound creano scalpore. L’ultimo caso due giorni fa, quando un militante aveva bollato come prostituta il ministro De Micheli piattaforma, che quindi decide chi può o non può utilizzare i suoi spazi.
Così ieri, mentre si votava la fiducia alla Camera, scomparivano gli account social. “Abbiamo attivato i nostri avvocati. Il blocco di cui siamo vittime è un atto antidemocratico gravissimo. Qualcuno ha dato l’ordine a Facebook e Instagram di farci fuori – ha detto Luca Marsella di Casapound –. Non a caso accade nel giorno in cui si vota la fiducia al governo. Ci cancellano perché abbiamo manifestato”. Facebook proibirà anche post e altri contenuti che esprimono supporto o elogiano tanto i leader quanto le loro organizzazioni.
NON È LA PRIMA volta che il social network interviene in questo modo: solo quest’anno sono stati rimossi pagine e account di organizzazioni considerate pericolose in Myanmar, in Australia, in Canada ma soprattutto nel Regno Unito, da quelli del partito di estrema destra British National Party e del suo leader, l’ex parlamentare Ue Nick Griffin, a Britain First, con i leader Paul Golding e Jayda Fransen. E ancora, sempre all’estrema destra xenofoba, la English Defence League, i Knights Templar International. Il 19 aprile è toccato al militante francese di estrema destra, Boris Le Lay assieme alla sua pagina Democratie participative. Il 2 maggio, sempre nel Regno Unito sono stati rimossi gli account di Louis Farrakhan (per il linguaggio antisemita) e dei cospirazionisti Alex Jones insieme a Paul Nehlen, Milo Yiannopoulos, Paul Joseph Watson e Laura Loomer. Per Forza Nuova e Casapound, come per gli altri, la decisione non è stata presa in Italia, ma a livello centrale. Facebook ha un nucleo che si occupa di questo, una sorta di collegio dei revisori formato da 30mila esperti in tutto il mondo tra tecnici, giuristi ed esperti di vario genere. Le decisioni vengono discusse e poi deliberate.
IL SOCIAL si difende dall’accusa che abbia iniziato a prendere posizioni più politiche e orientate, tanto più che la decisione di ieri è stata anticipata al ministero dell’Interno: “Le persone e le organizzazioni che diffondono odio o attaccano gli altri sulla base di chi sono non trovano posto su Facebook e Instagram – spiega un portavoce –. Per questo motivo abbiamo una policy sulle persone e sulle organizzazioni pericolose che vieta a coloro che sono impegnati nell’odio organizzato di utilizzare i nostri servizi. Candidati e partiti politici, così come tutti gli individui e le organizzazioni presenti su Facebook e Instagram, devono rispettare queste regole, indipendentemente dalla loro ideologia”.
La scheda L’intervento Scompaiono mentre si vota la fiducia Valutate anche azioni extra social