Il Fatto Quotidiano

Quanti “non ricordo”: il pm sbotta in aula al processo depistaggi

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▶AL PROCESSO

sul depistaggi­o sulla strage Borsellino vanno in scena i tanti “non ricordo” dei poliziotti che nel 1995 si occuparono della gestione dell’ex pentito Vincenzo Scarantino. L’accusa ha chiamato a deporre in aula, a Caltanisse­tta, il sovrintend­ente di polizia Giuseppe Di Gangi. E sono stati numerosi i “non ricordo” su quel periodo di gestione del falso pentito, che fece condannare all’ergastolo sette persone. Poi scagionati da un altro pentito, Gaspare Spatuzza. Il pm Stefano Luciani davanti all’ennesimo “non ricordo” del poliziotto sulla gestione dell’ex pentito Vincenzo Scarantino, sbotta: “Ma non ricorda proprio niente?! Sovrintend­ente!”. E il poliziotto replica stizzito: “Io sono devastato da questa situazione. Sto molto male, soffro di depression­e per questa vicenda. La prego di non fare facile ironia sulla mia salute. Sono qui per rispetto al Tribunale. Sono stato trattato come criminale di Stato, senza potermi difendere. Io non sono un criminale, li ho sempre arrestati i mafiosi, ne ho arrestati centinaia. E questo lavoro mi rendeva felice”. Alla sbarra tre poliziotti: Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, tutti accusati di concorso in calunnia aggravata, e tutti presenti in aula.

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