La Madonna di Polsi in processione con inchino al boss, ma in Liguria
PROCESSIONE CON INCHINO. Succede a Ventimiglia, dove la statua della Madonna di Polsi si è fermata davanti ai parenti di quello che le informative delle forze dell’ordine indicavano come “personaggio di primissimo piano della mafia calabrese”. Poi dopo il segno della croce dei destinatari dell’omaggio il corteo è ripartito. È successo sabato pomeriggio durante quella processione che da anni suscita polemiche. Perché la Madonna di Polsi, nel comune calabrese di San Luca, non è soltanto un simbolo religioso, ma richiama anche il luogo dove si riuniscono le ‘ndrine più feroci. E la ‘ndrangheta ha messo radici profondissime a Ventimiglia e nel Ponente ligure: Rosy Bindi, da presidente della commissione Antimafia, definì Imperia la “sesta provincia della Calabria”. Le immagini registrate dalle telecamere della Casa della Legalità, associazione che da anni si batte contro le infiltrazioni mafiose al Nord, lasciano pochi dubbi: il corteo procede per i vicoli di Ventimiglia vecchia. Sono circa 150 persone, alcune con i costumi tradizionali, perché qui la comunità calabrese è forte, compatta. Conta migliaia di membri il cui appoggio è decisivo per vincere le elezioni. Alla cerimonia è presenti anche il consigliere comunale leghista Massimo Giordanengo. Ma a un certo punto ecco la sorpresa: “La processione è passata davanti ai parenti di Antonio Palamara”, racconta Christian Abbondanza, presidente della Casa della Legalità, “a quel punto il carro con la Madonna si è fermato. Ha atteso che i congiunti di Palamara (quelli presenti nel video non risultano indagati per mafia, ndr) facessero il segno della croce e si unissero al corteo, poi è ripartito”. Palamara, morto nel 2017, non era una figura qualunque: al processo La Svolta era stato condannato in primo grado a 14 anni per mafia e poi era stato assolto in appello. Ma il nome Palamara è comparso più volte nelle relazioni semestrali della Dia: “La struttura di Ventimiglia – è stato scritto nel 2017 – sarebbe controllata dalle famiglie Marcianò e Palamara, quest’ultima legata da vincoli parentali alla ‘ndrina Alvaro egemone a Sinopoli (Rc)”. Anche per questo alla morte di Antonio i giornali riportarono la notizia dei funerali celebrati nella cattedrale di Ventimiglia. In Calabria e nel Ponente ligure i simboli si intrecciano. Come ricordò ancora Bindi: “Nel Santuario di Polsi c’è un fonte battesimale donato anni fa proprio dal Comune di Ventimiglia”. Quell’amministrazione sciolta nel 2012 per infiltrazioni: il sindaco era lo scajoliano Gaetano Scullino (non indagato) che oggi è di nuovo primo cittadino. Il Consiglio di Stato poi annullò il provvedimento: “Presidente del collegio – racconta Abbondanza – era Franco Frattini, già ministro con Claudio Scajola e protagonista di un incontro a Ventimiglia, nel 2007, per la campagna di Scullino”. Il sindaco ieri ha preso le distanze dal consigliere presente alla processione: “C’era a titolo personale. L’amministrazione non ha partecipato perché ritiene inopportuno festeggiare la Madonna di Polsi che nulla ha a che vedere con le nostre tradizioni. Prendiamo le distanze in modo assoluto dai fatti che il nome Polsi richiama”. Eppure in occasione delle recenti elezioni nei discorsi dei candidati non se ne trovava quasi traccia. Nel programma elettorale di Scullino compariva soltanto a pagina 58, dopo la promessa di dare ciucci ai neonati e sostegno a cani e gatti. Nel programma del centrosinistra nemmeno un accenno.