L’inossidabile segreto di Mike “Da quiz all’eternità”
Di tutte le definizioni di Mike Bongiorno, la migliore resta quella data da Vittorio Sgarbi (a riprova che Sgarbi dà il meglio di sé come critico d’arte). “Mike è come il salame: in qualsiasi parte lo tagli è sempre uguale”. Vero, Mike è l’Inossidabile per antonomasia, eppure sempre diverso, simbiotico coi tempi. Pioniere del mezzo televisivo, autodidatta e pedagogo all’epoca dei quiz, aedo del prosciutto cotto con l’arrivo delle promozioni, compagno di merenda con Fiorello. Nelle celebrazioni a dieci anni dalla scomparsa si è confermato altrettanto proteiforme: Costanzo ha fatto il Costanzo show, Vespa ha fatto Porta a Porta, Antonio Ricci ha fatto Paperissima, Techetecheté ha fatto Techetecheté, ma il punto di fuga della prospettiva era sempre lui. Mai non dire Mike. In questi doverosi tributi si è sentita solo la mancanza di una puntata di Voyager tesa a indagare i molti misteri del fenomeno Bongiorno. Quello, mai risolto, della volontarietà delle gaffe, troppo belle per non essere vere ma anche per esserlo. L’enigma, solo apparentemente più epidermico, del sospetto parrucchino, dalla scriminatura priva di riporto degli anni giovanili alla soffice calotta del Mike maturo. Mai saputo se i capelli fossero veri, proprio come le gaffe, e questo ci riporta alla sua materia inossidabile. In un Paese privo di memoria come il nostro, dieci anni possono significare l’oblio perenne. Mike invece è ancora qui con noi, più di noi, e dopo di noi resterà. Da quiz all’eternità.