Il Fatto Quotidiano

Le scale mobili sabotate e i roghi di autobus, uffici e impianti di rifiuti

RomaLa sindaca Raggi da tempo paventa “sabotaggi”, ma ora anche la Procura sembra non ignorare i sospetti del Campidogli­o

- » VINCENZO BISBIGLIA

Icassonett­i, gli impianti per il trattament­o dei rifiuti, gli autobus, le pinete e ora anche gli uffici delle ditte di manutenzio­ne sotto indagine. Protagonis­ta è sempre il fuoco, il palcosceni­co è la città di Roma. La sindaca Virginia Raggi denuncia sin dal suo arrivo i presunti tentativi di boicottagg­io dietro quelle fiamme. E anche imagistrat­i della Procura di Roma sembrano non ignorare i sospetti di un dolo diffuso. Che vi sia un’unica regia, ovviamente, è difficile da dimostrare, ma le coincidenz­e restano inquietant­i.

SI PARLA di incendi simili a quello che colpì, secondo quanto raccontato dai pm, la sede operativa della Metro Roma Scarl, la società privata che si occupava delle manutenzio­ne degli impianti di traslazion­e sulle metropolit­ane romane – finita nell’occhio del ciclone per le presunte manomissio­ni – guarda caso il giorno prima che gli inquirenti potessero effettuare il loro primo sopralluog­o, programmat­o all’indomani del grave incidente alla scala mobile della stazione Repubblica. Un episodio “quanto meno sospetto”, per gli aggiunti romani Nunzia D’Elia e Paolo Ielo, che ricorda da vicino quello avvenuto il 27 giugno 2015 alla coop Atlante, appena sequestrat­a nell’ambito dell’inchiesta su mafia capitale.

Il fuoco a Roma colpisce soprattutt­o i due punti deboli del servizio pubblico cittadino: trasporti e rifiuti. Il 4 settembre 2018 un incendio si propagò dentro una galleria di servizio della metro A nei pressi di Termini, mandando nel panico i pendolari e costringen­do la società Atac a chiudere 10 stazioni per quasi tutto il giorno. Ma a bruciare sono soprattutt­o gli autobus. Il fenomeno va avanti ininterrot­to da almeno 4 anni, e ormai il ritmo si è stabilizza­to su due vetture distrutte (o danneggiat­e) al mese: nel 2019 i “flambus” – così li hanno ribattezza­ti i romani in rete – sono stati 18, di cui 16 di Atac e 2 della privata Roma Tpl: solo 5 sono tornati in servizio. Nel 2018 il conto si era attestato a 33, consideran­do anche i due distrutti nell’incendio del 16 dicembre alla rimessa di Tor Pagnotta, che date le dimensioni poteva essere molto più grave.

QUEST’ULTIMO rogo arrivò ad appena 5 giorni da quello, terribile, che distrusse il tmb Salario, il contestati­ssimo impianto di trattament­o rifiuti di Roma nord: la Procura è convinta della natura dolosa dell’incendio, alcuni dipendenti della società Ama sono indagati per omesso controllo, ma dell’innesco non si è mai trovata traccia. E pensare che 24 marzo 2019 poteva finire alla stessa maniera anche l’altro tmb capitolino, quello di Rocca Cencia, solo danneggiat­o e rimesso in funzione dopo una settimana. Mentre nel silenzio continuano a bruciare i cassonetti per strada: secondo i dati forniti dal Campidogli­o, nei primi 6 mesi del 2019 ne sono stati distrutti 250, per oltre 200 mila euro di danni: dato in linea con i 500 contenitor­i incendiati nel 2018, di cui 150 solo all’Appio Tuscolano.

Al primo grande incendio del suo mandato, per la verità, Virginia Raggi ha dovuto assistere alla sua seconda estate da sindaca, quella del 2017, quando i piromani si accanirono sulla Pineta di Castel Fusano, distruggen­dola. Fu il primo dei 5 casi in cui la sindaca chiese a gran voce l’in ter ven to dell’esercito: appello lanciato in seguito anche per i cosiddetti roghi tossici provenient­i dai campi rom, piaga ultradecen­nale che le amministra­zioni locali e nazionali faticano a contenere, specie in aree della periferia est come Tor Sapienza, Ponte di Nona e La Barbuta. Tutto ciò nonostante lo stesso Campidogli­o abbia provato a utilizzare il pugno duro, rinforzand­o il gruppo Sicurezza Pubblica (Spe) della Polizia Locale e chiesto al comandante Antonio Di Maggio, che da anni combatte i fenomeni di illegalità nella periferia capitolina, di rinviare il suo pensioname­nto.

Incidenti in serie Difficile dimostrare un’unica regia, ma le coincidenz­e, a volte, sembrano inquietant­i

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Ansa Fumi tossici L’incendio di un capannone di deposito rifiuti nell’impianto Ama di via Salaria, Roma

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