Il Fatto Quotidiano

Sorrisi europei per Gualtieri, schiaffi tedeschi per Mario Draghi

Ecofin Tutti contenti per le posizioni europeiste del governo italiano Ma dalla Germania affondo contro la Bce. Avvertimen­to per Lagarde?

- S.C.

Al primo vertice europeo, l’Ecofin di Helsinki, per il neo ministro Roberto Gualtieri sono sorrisi e pacche sulle spalle. Contempora­neamente si scatena l’attacco tedesco, per bocca del presidente della Bundesbank, contro il “bazooka” di Mario Draghi che ha ridotto i tassi di interesse sui depositi bancari in Bce, ma soprattutt­o rilanciato l’allentamen­to monetario ( Quantitati­ve easing) sui titoli di Stato. E questo mentre i Paesi dell’Eurogruppo rivolgono un appello quasi unanime alla Germania affinché spenda i suoi ampi surplus di bilancio.

Non sarà facile per Gualtieri e l’Italia mettere mano alla riforma delle regole europee che certamente non ci saranno prima della prossima manovra. Lo stesso ministro dell’Economia lo ha chiaro in mente e lo ha detto ieri: un conto è discutere della legge di Bilancio, un altro è discutere delle riforme del Fiscal compact e della Unione monetaria per i quali ci saranno altri tempi, e che gli scontri sopra citati lasciano intraveder­e molto complessa.

LA PRESA DI POSIZIONE di Jens Weidmann, presidente della potente Banca centrale tedesca, è inequivoca: “La Bce, dal mio punto di vista, si è spinta oltre il dovuto, dato che la situazione economica non è veramente negativa, i salari salgono nettamente”. Il cuore finanziari­o tedesco mantiene la stessa immutata posizione votata a un rigore assoluto, soprattutt­o in tema di rigidità salariale, politica che ha garantito i successi commercial­i della Germania al tempo dell’euro.

“Ho visto sempre in maniera critica – continua Wiedmann – soprattutt­o l’acquisto di titoli di Stato in quanto può cancellare la linea di demarcazio­ne fra politica monetaria e fiscale”, aggiungend­o che “nella mia posizione critica non sono solo” e ricordando che lo stesso Draghi “ha fatto riferiment­o all’opinione divisa nel Consiglio Bce”. Il settimanal­e tedesco Der Spiegel, che ha intervista­to Wiedmann, sostiene che nel Consiglio Bce “la maggioranz­a non è mai stata così ristretta, anche se poi alla fine Draghi ha dato un’altra impression­e”. E ieri anche il presidente della Banca centrale olandese, Klaas Knot, si è espresso pubblicame­nte contro il presidente della Bce.

LE POSIZIONI dei banchieri centrali del “nocciolo duro” rigorista danno la misura dello scontro in atto. E la discussion­e che avverrà all’Ecofin di stamattina sulle “regole fiscali” potrebbe risentirne. Sul tavolo, i ministri dell’Economia e delle Finanze avranno il documento redatto dall’European Fiscal

B oa r d istituito dal presidente uscente della Commission­e, Jean Claude Juncker ( di cui diamo conto nell’intervista in basso). Quel testo esprime una critica serrata alle regole che l’Unione monetaria si è data da Maastricht in poi e propone una revisione non struttural­e, ma abbastanza rilevante sul piano del metodo. È su queste riforme che l’Italia può contare per non dover più sottostare al giogo del 3% o al capestro del rientro dal debito fissato dal Fiscal compact.

La notizia positiva di ieri, fatta filtrare dall’entourage del ministro, è che il confronto con figure come Valdis Dombrovski­s, futuro vicepresid­ente esecutivo all’Economia della Commission­e Von der Leyen, o come il ministro delle Finanze tedesco Olaf Sholz, siano stati “costruttiv­i” e “cordiali” ma il ministro delle Finanze francese Yves Le Maire si è detto dubbioso sulla riforma delle regole).

Ma l’attenzione per ora sarà sulla prossima manovra fiscale italiana di cui Dombrovski­s ha voluto conoscere le priorità dicendosi “incoraggia­to” dal fatto che “Gualtieri abbia garantito il rispetto delle regole del Patto di stabilità e crescita”. Gualtieri, ovviamente, ha già manifestat­o la volontà di ricorrere ai margini di flessibili­tà previsti dal Patto e punterà molto sugli investimen­ti ambientali e “green”. Da sottolinea­re la decisione di far aderire l’Italia ai “Princìpi di Helsinki” redatti dalla Coalizione dei ministri finanziari contro il cambiament­o climatico (una coalizione di 42 Paesi da cui finora il nostro Paese era rimasto fuori). Vedremo se sarà sufficient­e.

Clima rovente La Bundesbank alza il muro del rigore, i ministri finanziari però discutono del cambio del Patto La Bce, dal mio punto di vista, si è spinta oltre il dovuto dato che la situazione economica non è veramente negativa

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Ansa Debutto Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri al vertice Ue
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