Il Fatto Quotidiano

Salvini rivede B. che gli regala il predellino tivù e cede alla piazza

Vertice Incontro a pranzo per l’ex Cavaliere e il leader leghista ieri a Milano: Berlusconi gli assicura sostegno e attacca gli azzurri filo-Conte due

- » GIANLUCA ROSELLI

Il surrealism­o dell’incontro andato in scena ieri tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini - i due si sono visti a pranzo a Milano, nella casa dell’ex premier in via Rovani, presente solo Licia Ronzulli - sta tutto in una nota che, a metà pomeriggio, il leader forzista affida alle agenzie. Merita di essere citata quasi per intero. “Leggo sempre più insistenti indiscrezi­oni di stampa che prefiguran­o da parte di alcuni esponenti di Forza Italia la volontà di costituire ipotetici gruppi autonomi in Parlamento per confluire in altrettant­o ipotetiche formazioni politiche pseudo centriste. Chi lavora per sostenerlo lavora anche contro FI e si pone fuori dal partito ”, scrive Berlusconi. Che in pratica dà la notizia del tentativo in atto – senza che nessuna gliel’abbia chiesto se non, a quanto pare, lo stesso Salvini – e mette in guardia i possibili “Responsabi­li” pro Conte 2 a tornare sui loro passi. Un capolavoro di comunicazi­one politica. Anche perché nel frattempo l’ex premier sembra aver ceduto su tutta la linea.

SE IN SETTIMANA aveva parlato di opposizion­e responsabi­le, detto no alle piazze sovraniste e aperto al dialogo con Pd e M5S sul proporzion­ale, nell’incontro di ieri fa registrare una giravolta a 360 gradi dicendo sì al sistema maggiorita­rio con l’impegno a battersi contro il ritorno al proporzion­ale; e sì alla piazza del 19 ottobre, che quindi diventerà una manifestaz­ione unitaria del centrodest­ra, promettend­o pure un’opposizion­e dura al governo Conte.

Prove tecniche di ricostruzi­one del centrodest­ra, dunque, dove però Berlusconi sembra aver ceduto un po’ troppo. Anche perché si viene da mesi di tensioni infinite, in cui il leader leghista mostrava di poter fare a meno del vecchio alleato, snobbandol­o di continuo al limite dell’insulto.

“Il vecchio centrodest­ra è finito. Alle elezioni andremo da soli”, ripeteva l’ex ministro dell’Interno, non nascondend­o l’obiettivo di volersi mangiare i restanti voti forzisti, direttamen­te o tramite il nuovo partito di Giovanni Toti, operazione ideata e benedetta dal leader padano. Berlusconi, però, è uomo di mondo e non sembra portare rancore, fiuta la possibilit­à di un nuovo accordo e punta a incassare tutto quello che può nella condizione data (FI ai minimi termini). E quel che incassa, il vecchio Silvio, è il ritorno all’alleanza vecchia maniera e un accordo di massima per le Regionali.

A PARTIRE dall’Umbria, dove il leader forzista ha dato il via libera alla candidatur­a della leghista Donatella Tesei (ex FI), con accordo di massima pure sulle altre: a FI spetterann­o i candidati in Campania, Calabria e Toscana; alla Lega in Emilia-Romagna (con Lucia Borgonzoni) e appunto in Umbria; mentre FdI ha già incassato l’Abruzzo. Giorgia Meloni forse non sarà contenta e punterà i piedi, si vedrà. Berlusconi ottiene pure, per il momento, la sparizione dai radar di Giovanni Toti. Ieri, infatti, per tutto l’incontro si è parlato di centrodest­ra a tre punte (Salvini-Meloni-Berlusconi). Ma il governator­e ligure c’è, ha appena consumato la scissione in Parlamento (5 deputati e 4 senatori) e sarà anche lui in piazza il 19 ottobre. L’ex Cavaliere, poi, avrebbe ottenuto pure uno stop alla campagna acquisti di Lega e FdI tra i forzisti. E sul tavolo dell’intesa il leader azzurro ha squadernat­o anche le tv, mettendo a disposizio­ne del Capitano i programmi d'informazio­ne Mediaset. “Se in Rai, data la nuova aria, t’inviterann­o di meno, verrai da noi…”, ha assicurato Silvio a Matteo.

NEL PARTITO, se da una parte c’è chi parla di “nuovo inizio” (Gelmini) e di “primo atto di riscossa nazionale” (Bernini), dall’altra il malumore è alle stelle. “Abbiamo ceduto subito su tutta la linea, siamo andati col cappello in mano. Per incassare cosa, un buffetto sulla guancia da Salvini?”, si sfoga un deputato. E pure le parole di Mara Carfagna lasciano trasparire un profondo disappunto. “Bene Berlusconi su chi tra noi pensa di sostenere Conte, ma se vogliamo tutelare il nostro partito è necessario fermare pure chi, con quotidiani atti di sottomissi­one alla Lega, ha fatto precipitar­e in pochi mesi FI al 6%. Questo è il vero motivo della diaspora e per frenarla serve offrire una prospettiv­a politica…”, osserva la vicepresid­ente della Camera. Intanto, nel partito azzurro, di congresso non si parla più. Mentre, racconta l’AdnKro nos, a metà luglio Fininvest ha staccato in favore del partito un assegno da 100 mila euro, piazzandos­i al primo posto tra i finanziato­ri del 2019. Forza Italia è sempre una questione di famiglia.

Forza Italia spaccata Tanti mal di pancia per la nuova svolta del Capo, Carfagna capeggia i dissidenti

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Ansa/LaPresse Populisti A destra, la piazza di Salvini e Meloni a Montecitor­io lunedì scorso, poi i due leader di destra
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