Salvini rivede B. che gli regala il predellino tivù e cede alla piazza
Vertice Incontro a pranzo per l’ex Cavaliere e il leader leghista ieri a Milano: Berlusconi gli assicura sostegno e attacca gli azzurri filo-Conte due
Il surrealismo dell’incontro andato in scena ieri tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini - i due si sono visti a pranzo a Milano, nella casa dell’ex premier in via Rovani, presente solo Licia Ronzulli - sta tutto in una nota che, a metà pomeriggio, il leader forzista affida alle agenzie. Merita di essere citata quasi per intero. “Leggo sempre più insistenti indiscrezioni di stampa che prefigurano da parte di alcuni esponenti di Forza Italia la volontà di costituire ipotetici gruppi autonomi in Parlamento per confluire in altrettanto ipotetiche formazioni politiche pseudo centriste. Chi lavora per sostenerlo lavora anche contro FI e si pone fuori dal partito ”, scrive Berlusconi. Che in pratica dà la notizia del tentativo in atto – senza che nessuna gliel’abbia chiesto se non, a quanto pare, lo stesso Salvini – e mette in guardia i possibili “Responsabili” pro Conte 2 a tornare sui loro passi. Un capolavoro di comunicazione politica. Anche perché nel frattempo l’ex premier sembra aver ceduto su tutta la linea.
SE IN SETTIMANA aveva parlato di opposizione responsabile, detto no alle piazze sovraniste e aperto al dialogo con Pd e M5S sul proporzionale, nell’incontro di ieri fa registrare una giravolta a 360 gradi dicendo sì al sistema maggioritario con l’impegno a battersi contro il ritorno al proporzionale; e sì alla piazza del 19 ottobre, che quindi diventerà una manifestazione unitaria del centrodestra, promettendo pure un’opposizione dura al governo Conte.
Prove tecniche di ricostruzione del centrodestra, dunque, dove però Berlusconi sembra aver ceduto un po’ troppo. Anche perché si viene da mesi di tensioni infinite, in cui il leader leghista mostrava di poter fare a meno del vecchio alleato, snobbandolo di continuo al limite dell’insulto.
“Il vecchio centrodestra è finito. Alle elezioni andremo da soli”, ripeteva l’ex ministro dell’Interno, non nascondendo l’obiettivo di volersi mangiare i restanti voti forzisti, direttamente o tramite il nuovo partito di Giovanni Toti, operazione ideata e benedetta dal leader padano. Berlusconi, però, è uomo di mondo e non sembra portare rancore, fiuta la possibilità di un nuovo accordo e punta a incassare tutto quello che può nella condizione data (FI ai minimi termini). E quel che incassa, il vecchio Silvio, è il ritorno all’alleanza vecchia maniera e un accordo di massima per le Regionali.
A PARTIRE dall’Umbria, dove il leader forzista ha dato il via libera alla candidatura della leghista Donatella Tesei (ex FI), con accordo di massima pure sulle altre: a FI spetteranno i candidati in Campania, Calabria e Toscana; alla Lega in Emilia-Romagna (con Lucia Borgonzoni) e appunto in Umbria; mentre FdI ha già incassato l’Abruzzo. Giorgia Meloni forse non sarà contenta e punterà i piedi, si vedrà. Berlusconi ottiene pure, per il momento, la sparizione dai radar di Giovanni Toti. Ieri, infatti, per tutto l’incontro si è parlato di centrodestra a tre punte (Salvini-Meloni-Berlusconi). Ma il governatore ligure c’è, ha appena consumato la scissione in Parlamento (5 deputati e 4 senatori) e sarà anche lui in piazza il 19 ottobre. L’ex Cavaliere, poi, avrebbe ottenuto pure uno stop alla campagna acquisti di Lega e FdI tra i forzisti. E sul tavolo dell’intesa il leader azzurro ha squadernato anche le tv, mettendo a disposizione del Capitano i programmi d'informazione Mediaset. “Se in Rai, data la nuova aria, t’inviteranno di meno, verrai da noi…”, ha assicurato Silvio a Matteo.
NEL PARTITO, se da una parte c’è chi parla di “nuovo inizio” (Gelmini) e di “primo atto di riscossa nazionale” (Bernini), dall’altra il malumore è alle stelle. “Abbiamo ceduto subito su tutta la linea, siamo andati col cappello in mano. Per incassare cosa, un buffetto sulla guancia da Salvini?”, si sfoga un deputato. E pure le parole di Mara Carfagna lasciano trasparire un profondo disappunto. “Bene Berlusconi su chi tra noi pensa di sostenere Conte, ma se vogliamo tutelare il nostro partito è necessario fermare pure chi, con quotidiani atti di sottomissione alla Lega, ha fatto precipitare in pochi mesi FI al 6%. Questo è il vero motivo della diaspora e per frenarla serve offrire una prospettiva politica…”, osserva la vicepresidente della Camera. Intanto, nel partito azzurro, di congresso non si parla più. Mentre, racconta l’AdnKro nos, a metà luglio Fininvest ha staccato in favore del partito un assegno da 100 mila euro, piazzandosi al primo posto tra i finanziatori del 2019. Forza Italia è sempre una questione di famiglia.
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