La tenda di Prodi di nuovo nel campo Pd: il Professore a Bologna ascolta Zingaretti
Al congresso delle Acli: presenti il cardinale Zuppi, Sassoli e Martina
“Chi sogna i milioni, chi gioca d’azzardo, chi suda, chi lotta, chi mangia una volta, chi gli manca una casa”. È un verso rock di Rino Gaetano ad aprire il 52° congresso nazionale delle Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani, una tre giorni a Bologna con più di 400 delegati e ospiti da tutta Italia.
Derubricati a poco più di una battuta i baci al rosario di Matteo Salvini, il gotha dei cattolici si è ritrovato nella città rossa per discutere di “mobilità sociale e democrazia”. Acclamato come un vip, con tanto di richieste di selfie, don Matteo Zuppi, noto ai più come il prete dei poveri per
l’esperienza romana alla Comunità di Sant’Egidio, oggi arcivescovo della città e neocardinale.
In platea anche don Giovanni Nicolini, allievo di Giuseppe Dossetti, bergogliano di ferro che da tempo suggerisce di dare vita a un movimento di cattolici per fare fronte comune e sostenere le forze democratiche. Un progetto che oggi, in vista delle elezioni in Emilia-Romagna, non appare più così peregrino: in tanti vedrebbero positivamente la comparsa di una lista cattolica a sostegno della candidatura del l’attuale governatore del Pd, Stefano Bonaccini. “Qui c’è un presidente che corre per vincere e per difendere l’E m ilia-Romagna da quella che potrebbe essere u n’a gg r e ss i on e di chi a mio giudizio stava distruggendo questo Paese” ha sottolineato a margine Nicola Zingaretti prima di salire sul palco delle Acli.
L’ANNO SCORSO, a Trieste, l’ospite d’onore era stato Giuseppe Conte. Corsi e ricorsi della storia. Il “nuovo umanesimo” citato dal premier nel suo discorso di insediamento è l’aspirazione a cui puntare secondo il segretario del Pd: “Sono contento di tutta la squadra di governo, anche i ministri a 5 Stelle sono nella squadra, mettiamo in scena il vero spettacolo del confronto e della concretezza, senza guardarsi in cagnesco come nei mesi passati, ma trovando una sintesi avanzata. Non basta cacciare Salvini, deve esserci un’agenda di cose da fare che giustifica il nostro accordo”. Il primo vero applauso però Zingaretti se lo guadagna quando ringrazia Romano Prodi, da poco entrato in sala in silenzio con la moglie, come “uno dei primi a credere nel nuovo Pd e l’unico ad aver vinto davvero”. Forse non sarà una vera e propria benedizione ma di certo l’ex premier del Consiglio non presenziava da molto tempo, a memoria d’uomo, ad eventi che avessero come protagonisti dei segretari del Pd. L’appello all’u
Benedizione Cattolici contro l’odio “da Papeete” L’ex premier è stato “uno dei primi a credere nei nuovi dem”