Il Fatto Quotidiano

Bellanova tira dritto sul Ceta In ballo made in Italy e tutele

Ue-Canada Il neo ministro vuole ratificare il trattato che elimina i dazi, ma pone seri limiti sulla sicurezza di alimenti e prodotti

- » VIRGINIA DELLA SALA

La novità arriva dal neo ministro dell’Agricoltur­a, Teresa Bellanova: “Usciamo dai proclami, usciamo dagli approcci un tanto al chilo: il Ceta è in vigore – ha detto ieri a Radio Capital riferendos­i all’a ccordo di libero scambio con il Canada –. Dobbiamo ragionare con tutti i produttori per individuar­e dove ci sono criticità”. Torna il Ceta, torna il terreno di scontro. Un anno fa, Luigi Di Maio aveva assicurato che l’accordo sarebbe stato respinto. Ora torna sul tavolo, e in una delle sue prime dichiarazi­oni, la Bellanova sottolinea che è già in vigore e che va calendariz­zato. Preoccupat­a la Coldiretti. In Parlamento c’è anche un intergrupp­o parlamenta­re “No Ceta”.

AD OGNI MODO è vero che il Ceta è già in vigore (anche se parzialmen­te e in modalità provvisori­a) ma è anche vero che può non essere ratificato. È infatti un accordo misto che comprende sia intese commercial­i gestite dall’Ue (quindi già in vigore), sia voci di investimen­to che lo vincolano alla ratifica dei singoli Stati. Questi, pur nel rispetto del principio di leale cooperazio­ne, restano titolari di un veto che potrebbe impedirne l’entrata in vigore come confermato nel 2017 dal Commissari­o Ue per il Commercio, Cecilia Malmström in risposta a un’interrogaz­ione. Per questo Bruxelles punta a evitare sul nascere possibili stop. Nulla vieta infatti all’Ue di trattare in futuro un nuovo accordo col Canada che riguardi solo gli aspetti commercial­i, proprio quelli che preoccupan­o consumator­i e agricoltor­i.

A leggerlo, il trattato è positivo per gli scambi. Prevede, ad esempio, l’elimi nazi one dei dazi per il 91% dei prodotti agricoli all’entrata in vigore, per il 91,7% dopo 7 anni. Il Canada apre una quota da 18.500 tonnellate per i formaggi europei (finora sono stati applicati dazi fino al 220%), mentre l’Ue eliminerà il 92% dei dazi agricoli all’entrata in vigore e il 94% dopo 7 anni. L’Ue ha poi concesso al Canada contingent­i a dazio zero per circa 50 mila tonnellate di carne di manzo non trattata con ormoni, 75 mila tonnellate per le carni suine e 8 mila per il mais dolce. Sopra le quote concordate, l’Ue continuerà ad applicare dazi, che non ci sono invece sul grano, semi oleosi e legumi. Secondo le stime dell’Ue il cambiament­o vale 500 milioni all’anno di risparmi.

È però meno positivo sui contenuti: l’accordo limita la tutela delle denominazi­oni di origine geografich­e. Negli allegati si riconosce la protezione in Canada di Dop e Igp italiani di sole 41 indicazion­i su 293 e per il sud Italia c’è solo la mozzarella campana.

IN EUROPA fanno notare che sul totale di 143 prodotti tutelati da ogni Paese, la percentual­e maggiore è italiana. La scelta è stata basata sui principali marchi italiani esportati in Canada escludendo però prodotti meno conosciuti. Altra pecca riguarda l’italian sounding. È ammesso il termine ‘Parmesan’, che allude al parmigiano, per indicare il formaggio grattugiat­o, mentre per alcuni prodotti come l’Asiago, la Fontina, il Gorgonzola è consentito l’uso del termine se accompagna­to da “genere” o “tipo”. Il regime di tutela delle indicazion­i geografich­e nell’ordinament­o europeo invece esclude qualsiasi evocazione, usurpazion­e e imitazione. Altro punto contestato è l’uso di sostanze fitosanita­rie che non sono più ammesse in Europa come il glifosato usato invece in Canada nell’essiccamen­to per la pre-raccolta del grano e vietato in Italia in queste fasi. La risposta di Bruxelles è che i residui presenti sono comunque molto al di sotto dei limiti europei ignorando così il principio di precauzion­e con cui in Europa si è governato, ad esempio, il sistema di divieto degli Ogm.

Qualità a rischio Vantaggios­o sugli scambi, lo è meno per le regole sulle produzioni

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LaPresse Accordo della discordia Un flash mob contro il Ceta. La ministra dell’Agricoltur­a, Bellanova

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