Savoini è pagato anche dalla Regione Lombardia
L’incarico “L’Espresso” e “Fanpage” svelano una consulenza da 2.600 euro al mese con Fnm, partecipata dell’ente
Non solo il Russiagate, non solo l’affare del gasolio per traghettare 65 milioni di dollari nelle casse della Lega, così come ritiene la Procura di Milano. Gianluca Savoini, lo sherpa di Matteo Salvini per gli affari russi, indagato per corruzione internazionale, di soldi ne prendeva anche dalla Regione Lombardia governata dal leghista Attilio Fontana, oggi indagato per abuso d’ufficio nell’indagine sulle tangenti in Lombardia. Sul piatto, una consulenza da 2.600 euro al mese pagata da Ferrovie Nord Milano (Fnm) a sua volta partecipata dal Pirellone.
A DARNE NOTIZIA IERI, il sito del’Espressoe quello di Fanpage. Dal canto suo, se Fnm non commenta, Trenord (alla quale gli articoli non attribuiscono la consulenza) in una nota precisa “che non ha mai avuto alcun tipo di rapporto né alcuna consulenza con Savoini”. La presunta consulenza arrivata a Savoini viene siglata a partire dal giugno 2018. Lo fa, secondo l’Espresso, Fnm presieduta dal leghista ed ex parlamentare Andrea Gibelli, riconfermato nel suo mandato dallo stesso Fontana. Sempre Fnm, dunque.
A dare consulenze e incarichi nelle proprie partecipate. Dall’inchiesta sulle tangenti è emersa infatti una consulenza di circa 8 mila euro da Trenord (partecipata da Fnm) per l’avvocato Luca Marsico, già socio di studio di Fontana. Marsico sarà la pietra dello scandalo giudiziario a carico di Fontana. Il presidente della Regione è infatti indagato per aver fatto avere all’amico la nomina da 11.500 euro all’anno nel Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici. Fontana non è indagato invece per la consulenza di Trenord. Non solo. Un altro leghista come l’avvocato Andrea Mascetti è oggi presidente di Nord Energia altra società di Fnm.
IL NOME DI MASCETTIemerge sia nelle indagini sulle tangenti sia nel Russiagate perché citato nell’audio dell’hotel Metropol. In entrambi i casi Mascetti non risulta indagato. Era già noto, invece, che Savoini è anche vicepresidente del Corecom, l’organismo che si occupa del controllo del sistema delle comunicazioni regionali. Dall’inchiesta giornalistica pubblicata ieri emerge poi una collaborazione di Savoini con una società della galassia Ernst & Young. Una consulenza da 71.400 euro, secondo Fanpage.it, per “un contratto di collaborazione professionale relativo allo sviluppo commerciale di un software linguistico di traduzione aut o m a t ic a ”. Insomma, un tassello in più nello scenario che ruota attorno al Russiagate. Nulla che però rientri a pieno titolo nel fascicolo per corruzione internazionale in mano al procuratore aggiunto Fabio De Pasquale. Il dato emerso ieri conferma il rapporto stretto tra Savoini e la Lega. Sul fronte giudiziario, dopo che la Procura ha incassato un buon risultato dal Riesame, che ha confermato la legittimità dei sequestri dei cellulari di Savoini, a breve sarà fissato l’incidente probatorio per aprire l’ultima chat ancora segreta. Le analisi parziali emerse dalla perizia sui telefoni confermano poi un dato importante: l’i n c o nt r o del 18 ottobre 2018 all’hot el Metropol è stato preparato a partire da giugno. Questo emerge dai contatti tra Savoini e gli altri due indagati, Gianluca Meranda e Francesco Vannucci. In quei tabulati, però, emergono anche altri nomi che gli inquirenti stanno vagliando. Resta ancora un interrogativo il ruolo di Eni. La società doveva essere l’acquirente finale del gasolio dalla cui vendita scontare i 65 milioni per la Lega. Cosa che Eni ha sempre smentito.
La casa madre
Il gruppo Ferrovie Nord Milano è presieduto dal leghista ed ex parlamentare Andrea Gibelli