La disperata campagna di Bibi incalzato dal rivale Gantz
Per Benjamin Netanyahu si avvicina il momento della verità: alle elezioni di martedì proverà a governare per la quinta volta. Ma secondo i so ndag gi, ci sarà un testa a testa fra lui e l’ex generale Benny Gantz, a capo della coalizione di centrodestra, Blu e Bianco. U n’alleanza di stampo “giustizialista”, in aperta polemica col partito del premier, Likud: Netanyahu è accusato di corruzione in tre diverse vicende giudiziarie. Per i giornali Maariv e Israel Hayom, il Likud otterrà 33 seggi, mentre il partito di Gantz oscillerebbe fra i 31 o 32 seggi, mentre il sondaggio dell’emittente Kan, prospetta la situazione opposta. Comunque nessuno si assicurerebbe la maggioranza di 61 seggi (su 120 totali) all’interno del Knesset, il parlamento israeliano. Determinante sarà l’appoggio del partito di destra dell’ex ministro della Difesa e degli Esteri, Avigdor Lieberman, fautore della crisi che ha portato a nuove elezioni, per via dell’inconciliabilità di posizioni fra Lieberman e i partiti religiosi ( che appoggiano Netanyahu) sulla possibilità di estendere la leva obbligatoria agli ebrei ortodossi. Una questione che si ripropone da anni, e che sarà centrale per la stabilità del nuovo esecutivo. Ma per il premier più longevo della storia di Israele, che basa la sua propaganda sull’abilità nelle relazioni internazionali, non è l’unico grattacapo. Condannate dai Paesi arabo-islamici, e da Usa, Onu e Ue le sue dichiarazioni sull’annessione di un terzo della Cisgiordania in caso di vittoria. E s’inasprisce il confronto col mondo arabo dopo la comparsa di un post su Facebook in cui accusava un eventuale governo di sinistra: “che si basa sugli arabi che vogliono distruggerci tutti e che permetterà all’Iran nucleare di liquidarci”. Sommerso dalle polemiche, si è giustificato dando la colpa a un non meglio identificato collaboratore e cancellando il messaggio. Segno di una campagna elettorale sempre più solitaria e disperata.