In metrò si sciopera, in casa si lavora
Il fermo dei macchinisti contro la riforma delle pensioni non blocca Parigi
Nel
venerdì nero dei trasporti, i parigini non si sono persi d’animo. Era da una decina d’anni che Parigi non viveva uno sciopero così, con metro, bus, tram e alcuni treni regionali Rer in stop totale per la maggior parte della giornata e un servizio minimo nelle ore di punta neanche davvero garantito.
Uno sciopero del personale della Ratp, l’operatore dei trasporti della capitale, contro la delicata riforma delle pensioni voluta da Emmanuel Macron che prevede un “sistema universale” e la fine dei regimi speciali. E i macchinisti della Ratp non intendono perdere il loro, che permette di andare in pensione a 55 anni, invece di 62. I parigini si sono dunque dovuti inventare un’alternativa al solito metrò. Chi ha potuto, ha lavorato da casa senza ripercussioni sullo stipendio: il telelavoro è sempre più diffuso in Francia, grazie a una regolamentazione semplificata dallo scorso anno. Chi invece doveva raggiungere il posto di lavoro si è alzato prima e ha inforcato la sua bici o l’ha presa a noleggio in una delle 1300 stazioni sparse per la regione. 25 km di piste ciclabili “express” supplementari sono state aperte tra giugno e settembre nella Capitale.
TRA LE 7 E LE 8 DEL MATTINO il numero di bici e di monopattini elettrici presi in affitto è cresciuto del 129% e del 208% rispetto a un venerdì normale, secondo dati di Le Parisien. Altri hanno affittato uno dei 3500 scooter, elettrici anch’essi, disponibili in città, approfittando dei minuti gratis offerti dagli operatori per l’occasione. E c’è pure chi ha alternato tratti a piedi e tratti in metrò perché le linee 1 e 14 sono automatiche e quindi funzionavano regolarmente. Qualche inconveniente però c’è stato. Chi ha voluto raggiungere il centro in auto si è trovato incastrato nel traffico del périp h ér i q ue , la circonvallazione di Parigi. Più di 390 km di file sono stati contati sulle strade della regione alle 17,45. Nei fatti le stazioni di bici a noleggio sono state letteralmente prese d’assalto e non ce n’erano abbastanza per tutti. Bisognava aspettare anche un’ora prima di salire su un taxi alla Gare du Nord. Le tariffe dei car-sharing con conducente sono esplose: fino a 43 euro per soli 7 km dentro Parigi. Dei bus previsti dal servizio minimo non sono mai passati. 1,4 milioni di persone, secondo dati Insee, si sono ritrovati nel caos del venerdì nero. Per i sindacati lo sciopero è stato dunque un successo. In mattinata centinaia di dimostranti hanno occupato la sede centrale della Ratp a Parigi accendendo fumogeni. Alcuni già promettono uno sciopero illimitato da dicembre: “Difendiamo i nostri diritti, non dei privilegi”, ha detto uno di loro. Lo sciopero è appoggiato dalla sinistra radicale, la France Insoumise, e dai Verdi. Il governo apre al dialogo. “Ai conduttori degli autobus dico: venite a sedervi al tavolo delle discussioni”, ha detto di prima mattina alla radio France Inter, Jean- Paul Delevoye, l’“alto commissario alle pensioni” fresco di nomina e autore del controverso rapporto che fornisce le grandi linee della riforma. Il ministro dei conti pubblici, Gérard Darmanin, invece è stato critico: “Strano che si dica no, prima ancora che il testo di legge venga presentato”.
Lo sciopero costerà alla Ratp almeno 3 milioni di euro.