Ricatti, cori, botte e biglietti gratis: ultrà Juve in gabbia
Dieci arresti tra i leader della Sud : pretendevano favori che il club bianconero (che ha denunciato) aveva in parte interrotto dal 2018: “Altrimenti cori razzisti”
II
cori contro i napoletani servivano a danneggiare la Juventus e farla a scendere a patti. E così anche i canti contro Leonardo Bonucci, tornato a indossare la maglia bianconera dopo un anno col Milan. Sarebbero tornati ai “vecchi metodi” pur di avere agevolazioni per continuare gli affari: volevano 25 biglietti gratuiti per ogni partita e gli abbonamenti per gli “striscionisti”: “Costringevano la Juventus – si legge nell’ordinanza delal Procura di Torino – a concedere, quali agevolazioni non dovute, la possibilità di avere, fuori dai circuiti di vendita ufficiali, 25 abbonamenti a pagamento ai cosiddetti striscionisti e, per le partite fuori casa e nelle competizioni di Uefa, a pagamento, circa 300 biglietti per tutti i gruppi, biglietti poi rivenduti a prezzi maggiorati”.
Da qui nasce l’inchiesta “Last Banner”(l’ultimo striscione) della Digos di Torino diretta da Carlo Ambra e coordinata dal sostituto procuratore Chiara Maina, che all’alba di ieri ha portato agli arresti dei leader della curva Scirea. In primis Gerardo “Dino” Mocciola, estremista di destra, capo dei “Drughi” nonostante Daspo e sorveglianza speciale, indagato di associazione a delinquere, estorsione, violenza privata aggravata e autoriciclaggio e dei suoi “colonnelli”, Salvatore Cava, Domenico Scarano e Sergio Genre. In cella s un altro importante capo ultrà, Umberto Toia, leader dei “Tradizione”, e Chrisian Fasoli, ultimo capo dei “Viking”. Quattro sono ai domiciliari tra cui Beppe Franzo, volto noto della “vecchia” tifoseria, slegato dai gruppi, ma ritenuto “mediatore” con il club. Due persone hanno l’obbligo di dimora.
DOPO L’INCHIESTA “Alto Piemonte” sulle infiltrazioni mafiose alla Curva Sud, il club di Andrea Agnelli non voleva più fare favori con gli ultras. Nel giugno 2018, ilsupporter liaison officier Alberto Pairetto, l’uomo di raccordo tra società e ultras, incontra i rappresentanti della tifoseria organizzata per spiegare che dalla stagione seguente non ci sarebbero più stati privilegi: i biglietti andavano pagati tutti. “Sapevo che la nuova politica avrebbe scaturito delle reazioni violente nelle modalità di gestire il tifo e di danneggiare la società – ha spiegato alla Digos –. Gli ultras hanno dei mezzi che possono distruggere la squadra”. All’inizio del campionato “Drughi” e “Viking” concordano la contestazione a Bonucci, un modo per “costringere la Juventus a muoversi e contattarli direttamente”, si legge nell’ordinanza. Poi arrivano i cori contro i napoletani, gli insulti razzisti al difensore Koulibaly e una prima multa da 10mila euro.