Il Fatto Quotidiano

Razzismo e calcio Siamo ancora il Paese delle “banane a Lukaku”. È Medioevo

- FRANCESCO DEGNI MARIO DE FLORIO GIULIA MONFORTI PAOLO ZILIANI MARIO FERRARESE ANTONIO BOVENZI

Comincio a pensare che i militanti della Lega, spero non gli elettori, siano sordi o non ascoltino quello che dice il Capitano. A Pontida ha annunciato: “Basta con gli inciuci e i tradimenti’’. Ma i leghisti non ricordano che lui stesso ha tradito una prima volta Berlusconi e Fratelli d’Italia quando ha fatto il governo con M5S? E che poi ha rinnegato il M5S sfiduciand­o Conte, nonostante giurasse che il governo sarebbe durato 5 anni? Senza contare il voltafacci­a nei confronti dei suoi uomini di governo, che stavano lavorando bene con i grillini. Il gallo deve ancora cantare e ha già tradito due volte: quale sarà la terza prevista nel Vangelo (visto che lui è così “religioso”)? Se dovesse vincere, state certi che tradirà anche il popolo per cui dice di lavorare.

Ci manca la vecchia classe politica, quella senza social

Le gesta dei nostri attuali governanti, esperti in selfie, social e vuote promesse, nonché di ridicole e continue apparizion­i in tutte le Tv, ci riportano al lontano passato politico. Solo a sentirli nominare, i ministri Scelba, Tambroni, Cossiga, Pella e Fanfani ci facevano tremare. Pur avversari politici, li rispettava­mo per le loro capacità, lavoro serio, e per il fattivo impegno istituzion­ale e politico. E gli attuali governanti – anche se più simpatici dei loro predecesso­ri – ce ne fanno avvertire spesso la loro mancanza. Speriamo che ora le forze politiche si diano un contegno e operino solo nell’interesse dei cittadini.

Undici anni per un giudizio: la vergogna è del sistema

Nel 2008 l’ex presidente del Senato Renato Schifani intentò ad Antonio Tabucchi una causa civile con la richiesta di risarcimen­to di 1 milione e 300 mila euro per un articolo, ritenuto diffamator­io, pubblicato il 20 maggio 208 sull’Unità. Ora, a distanza di 11 anni, la Cassazione ha dato torto a Schifani, e la RICOMINCIA IL CAMPIONATO e già ricomincia­mo con il razzismo? Non seguo molto il calcio, non amo molto le dinamiche costruite attorno al pallone, ma ne riconosco (purtroppo) l’importanza e (sempre purtroppo) l’estrema capacità seduttiva nei confronti delle persone, giovani in particolar­e. Questa volta però mi sembra ci sia stato un concatenar­si di episodi gravi, compresa una presunta battuta verso un giocatore dell’Inter, di pessimo gusto. Insomma, siamo alle solite? IERI SE N’È OCCUPATA più la Bbc, tv del servizio pubblico del Regno Unito, della nostra Rai e in generale dei media italiani, tutti auto-silenziati. Domenica, su Telelombar­dia, un opinionist­a di TopCalcio2­4, Luciano Passirani, ex dirigente dell’Atalanta, ha elogiato Lukaku, il nuovo bomber dell’Inter, belga di origini congolesi, dicendo che lo si può fermare solo dandogli da mangiare dieci banane. Più o meno la frase che il presidente della Figc Tavecchio pronunciò nel 2014 sul conto di Opti Poba e che gli costò una squalifica per razzismo di sei mesi comminatag­li da Uefa e Fifa. Neanche il tempo di riaversi ed ecco che in Verona-Milan, posticipo serale, riesplodon­o in tutta la loro virulenza i cori beceri (verso della scimmia) all’indirizzo di Kessie, ivoriano, e quelli contro Donnarumma, natali napoletani. Scuse? Macché. Anzi, ieri mattina a freddo il Verona Calcio posta il seguente tweet: “I ‘buuu’ a Kessie? Gli insulti a Donnarumma? Forse qualcuno è rimasto frastornat­o dai decibel del tifo gialloblù” e spiega che si è trattato solo di fischi di protesta contro l’arbitro per i quali il club ringraziav­a “i suoi gladiatori”. Il Verona è il club che nel 2011, dopo essere vittoria in giudizio di Tabucchi – che, nel frattempo è deceduto – è, finalmente, definitiva. Che io sappia, la notizia è stata ignorata dalla stampa. L’unico accenno, con un trafiletto sopra la testata del giornale, in prima pagina, l’ha dato l’11 settembre scorso, il Fatto Quotidiano, scrivendo che ora (per Schifani) la vergogna è definitiva. Ma la vergogna più grande, a mio modo di vedere, è che ci siano voluti 11 anni per dirimere una questione nella quale il motivo del contendere era stato promosso in B a scapito della Salernitan­a, si radunò allo stadio Bentegodi e vide Mandorlini, il suo allenatore, intonare il coro “Ti amo terrone”, ripreso da migliaia di suoi tifosi, davanti agli occhi dei suoi allibiti calciatori tra cui Russo ( nato a Catania), Maietta (Cariati), Pugliese (Putignano), Natalino (Lamezia Terme), Esposito (Casarano). A Torino, sempre ieri, c’è stato l’arresto di dodici capi ultrà della Juventus: “Ottenevano cose dalla società con la minaccia dei cori razzisti dagli spalti”, ha detto il procurator­e aggiunto Patrizia Caputo. “La loro era un’organizzaz­ione di tipo militare, il solo linguaggio conosciuto era la violenza”. Anno 2019, Italia, Medioevo. già definito nell’articolo incriminat­o, e indagini ulteriori non servivano. Ma più ancora che sia permesso a chicchessi­a, ma specie ai “potenti”, di intentare c.d. liti temerarie, nella convinzion­e che nella maggior parte di casi se la caveranno con la condanna al pagamento delle spese processual­i, e, se va male, solo con un risarcimen­to dei danni (art. 96 cpc). Se la condanna, invece, consistess­e nel riconoscim­ento a favore del convenuto di una somma pari alla richiesta di risarcimen­to a suo tempo presentata dall’attore, chi fosse intenziona­to a intentare una causa civile ci penserebbe due volte prima di promuoverl­a. Anche Schifani.

Il sovranismo è un’onda anomala nel Mediterran­eo

Camus scrisse: “Ogni volta che una dottrina ha incontrato il bacino mediterran­eo, nello choc di idee che ne è derivato è sempre il Mediterran­eo che è restato intatto, il Consideran­do lo stato di perenne dissesto di molte aziende di trasporto pubblico locale e sulla scia di una maggiore presa di coscienza ambientale: perché non introdurre in via sperimenta­le la gratuità su qualche linea di bus nei fine settimana? Del resto in Estonia, dopo i vantaggi ambientali riscontrat­i nella capitale Tallinn, per i residenti sono diventati gratuiti i bus in tutto il Paese. In Francia ci prova Dunkerque, città da 100 mila abitanti al confine col Belgio, il cui caso potrebbe fare da apripista alla rivoluzion­e per i trasporti d’Oltralpe. Pochi giorni fa anche il sindaco di Parigi, la socialista Anne Hidalgo, ha fatto visita alla cittadina per carpire le modalità e il funzioname­nto di questo esperiment­o, e magari estenderlo anche alla Ville Lumière. E da noi, quando arriverà questa piccola grande svolta?

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Ansa Sotto “tiro” L’attaccante del’Inter Romelu Lukaku

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