Il Fatto Quotidiano

Diaco, Darwin e l’anello tra Marzullo e Costanzo

- » NANNI DELBECCHI

Trovato l’anello di congiunzio­ne tra Maurizio Costanzo e Gigi Marzullo, che gli evoluzioni­sti pensavano non esistesse. E invece sì, esiste per quanto si può esistere in television­e, sei giorni su sette, si chiama Pierluigi Diaco, si è fatto le ossa come conduttore sentimenta­le del pomeriggio – dai tempi di Rete4 “pomeriggio con sentimento” è un richiamo intramonta­bile – ma dai suoi modi di piccolo principe suadente, insinuante, birichino, si capiva che il meglio di sé poteva darlo la notte, dove è appena

sbarcato ( Io e te di notte, sabato, Ra1).

Ci sono i maratoneti, i diurni e i notturni. Maurizio Costanzo ora rischia l’abbiocco in diretta, ma è stato un re della notte, animale notturno e da palcosceni­co. Dopo esserne stato a lungo un collaborat­ore, è a lui che Diaco si ispira apertament­e. Io e te di notte è un Costanzino show su misura, gli ospiti sono sempre quelli, ma personaliz­zato nei dettagli; si parte con l’intervista intima, vis-à-vis (Costanzo le faceva coi politici, Diaco ha preferito confessare Rocco Siffredi), si passa la palla a Valeria Graci che è la sua Littizzett­o, una Littizzett­o zuccherina, adatta alle luci soffuse di un talk che sfida lo stesso Fazio sul terreno del buonismo, con Sandra Milo al posto di Orietta Berti. È qui che casca il Marzullo. Il rischio di sconfinare nel marzullesc­o c’è, rischio evolutivo non da poco. Ma la notte di Diaco è autentica, non ricostruit­a in studio alle tre del pomeriggio; e siccome la notte non mente, c’è speranza.

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