Il Fatto Quotidiano

Donald: “No ad audizioni pubbliche”

Vieta ai suoi di parlare e dice: “C’è un’altra telefonata”

- G.G

C’è una seconda telefonata tra i presidenti Usa Trump e ucraino Zelensky. È proprio Trump a dirlo ai cronisti: “Se vogliono la trascrizio­ne, gliela darò”. Una telefonata d’auguri: il 21 aprile, il giorno dell’elezione di Zelensky. Trump e i suoi non avevano ancora architetta­to la strategia del quid pro quo, io ti do gli aiuti, tu apri un’indagine sui Biden, emersa nella telefonata del 25 luglio all’origine della procedura di i m p e achment. Trump afferma di non essere preoccupat­o da nessuno dei testi che sfilano alla Camera. Ma, intanto, vieta al capo ad interimdel suo staff, Mike Mulvaney di testimonia­re. Mulvaney sfida il mandato di comparizio­ne emesso nei suoi confronti, dopo aver ammesso in conferenza stampa che il congelamen­to degli aiuti militari a Kiev, deciso da Trump, era collegato alla richiesta di aprire un’indagine sui Biden. Mulvaney ha ritrattato, ma la sua era quasi una confession­e. Trump è pure contrario che vi siano udienze pubbliche – cominceran­no la prossima settimana –, dopo avere finora accusato i democratic­i di condurre indagini “se gr et e”, “a porte chiuse”. Giovedì George Kent, un funzionari­o del Dipartimen­to di Stato, ha paragonato l’atteggiame­nto degli Usa verso l’Ucraina a quelli condannati dagli Usa “nei Paesi più corrotti”. Anche in famiglia c’è chi si smarca da Trump: Ivanka, la “prima figlia”, dice che l’indagine è un tentativo di capovolger­e le elezioni del 2016, ma pure che l’identità della talpa all’origine dell’inchiesta “non è particolar­mente rilevante”, mentre il padre chiede che esca allo scoperto.

 ?? LaPresse ?? L’incontro Zelensky con Donald Trump
LaPresse L’incontro Zelensky con Donald Trump

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy