La Corte sbugiarda il Csm: via la censura per il pm Woodcock
Per
il pm di Napoli Henry John Woodcock si potrebbero riaprire prospettive di carriera: la condanna in sede disciplinare per un’intervista rubata sul caso Consip è stata annullata ieri, con rinvio, dalla Cassazione.
Quella condanna gli precludeva di fatto la possibilità di avere incarichi semi direttivi e direttivi. La Suprema Corte ritiene deboli le motivazioni con le quali la sezione disciplinare del Csm ha sanzionato Woodcock con la “censura” per aver tenuto nei confronti dell’allora procuratore reggente di Napoli Nunzio Fragliasso un “comportamento gravemente scorretto”, non avendolo avvertito di un colloquio privato dell’11 aprile 2017 con la giornalista Liana Milella poi finito nero su bianco su Repubblica del 13 aprile 2017 con l’escamotage di riportare il virgolettato di Woodcock come raccolto da persone a lui vicine.
In quell’occasione il pm, violando secondo l’accusa una disposizione di Fragliasso del 12 aprile 2017 che aveva raccomandato “in particolare” a lui e comunque a tutti i pm coinvolti nel caso di “mantenere il più assoluto riserbo con gli organi di informazione”, parlò con la giornalista amica della vicenda Consip, politicamente incandescente perché coinvolgeva il padre di Renzi e parte del Giglio magico.
Woodcock, nella chiacchierata destinata a rimanere uno scambio di confidenze tra amici ventennali, come ha confermato Milella al Csm, disse che secondo lui il capitano dei carabinieri Gianpaolo Scafarto aveva commesso “gravi errori” nelle indagini, escludendo però l’ipotesi di un complotto contro Renzi: “Solo un folle potrebbe pensarci”.
ERANO I GIORNI avvelenati dalle polemiche per l’iscrizione di Scafarto nel registro degli indagati di Roma con accuse di falso, depistaggio e rivelazione di segreto. Per le quali l’ufficiale dei carabinieri è stato prosciolto: il Gup di Roma Forleo ha ritenuto che Scafarto avesse commesso errori senza dolo. I magistrati della Suprema Corte, ieri, accogliendo parzialmente il ricorso della difesa di Woodcock, ritengono che il Csm nell’argomentare la censura inflitta il 4 marzo scorso, non avrebbe affrontato la questione dirimente della “rilevanza del fatto”. Anche alla luce degli effetti sostanzialmente nulli che quell’intervista ebbe, sia sui rapporti tra le procure di Roma e Napoli, che erano buoni prima e sono rimasti buoni dopo, sia sulla stessa immagine del pm, non scalfita, come immutata è rimasta la stima di Woodcock tra i colleghi e all’in t e r n o dell’ufficio. Tanto che il nuovo procuratore capo, Giovanni
Nel 2017 Il procuratore Fragliasso aveva chiesto “in particolare a lui” di non parlare con la stampa