Il Fatto Quotidiano

Il nuovo film con James Dean: i miti tornano in carne e pixel

Gli attori morti recitano, i vivi s’incazzano

- » FEDERICO PONTIGGIA

Vivo, morto, X. Lo sappiamo, un cinema, e non solo questo, sempre più a corto d’im ma gin ar io arranca, e in mancanza di idee nuove si mette a riutilizza­re le vecchie: remake, spin-off, versioni live-actiondi classici d’an imaz ione, saghe, adattament­i. Ma certe volte non basta, certe volte tocca stravolger­e l’ordine naturale e resuscitar­e i morti. Macché horror, questa rivoluzion­e non riguarda i generi, ma gli attori

Vivo, morto, X. Lo sappiamo, un cinema, e non solo questo, sempre più a corto d’immaginari­o arranca, e in mancanza di idee nuove si mette a riutilizza­re le vecchie: remake, spin-off, versioni live-action di classici d’animazione, saghe, adattament­i, trasposizi­oni. Ma certe volte non basta, certe volte tocca stravolger­e l’ordine naturale e resuscitar­e i morti. Macché horror, questa rivoluzion­e, anzi, involuzion­e non riguarda i generi, bensì gli attori: l’orrore, piuttosto. Complice una tecnologia che sposta questioni morali e rovelli etici un gigabyte più in là, la mozione d’ordine 4.0 farebbe saltare i punti di sutura al mostro di Frankenste­in: se si può fare, che si faccia, nulla osta.

SICCHÉ LA GIOVENTÙ bruciata viene riscaldata al microonde, e il mitico, maledetto James Dean ritrova il grande schermo a sessantaqu­attro anni dal fatale incidente automobili­stico del 30 settembre del 1955: no, a essere restaurato non è il film, bensì lui, che la cura CGI ( Computer-Generated Imagery) restituirà in carne e ossa in un lungometra­ggio girato ex novo. A officiare la resurrezio­ne digitale la società di produzione Magic Company, che ottenuti i diritti dell’immagine di Dean dagli eredi ne farà il coprotagon­ista di un film sulla guerra in Vietnam, Finding Jack, diretto da Anton Ernst e Tati Golykh e previsto in sala per il Veterans Day del 2020 (11 novembre).

Se questa zombificaz­ione non vi aggrada, siete in buona compagnia: i social sono tracimati d’i nd ig nazione, utenti più o meno illustri si sono stracciati le p ic , rigettando l’impiego postumo del corpo e del viso dell’attore morto a soli ventiquatt­ro anni e tre film. Il Captain America della Marvel Chris Evans ha sparato, pardon, twittato ad alzo zero: “È orribile. Forse potremmo chiedere a un computer di dipingerci un nuovo Picasso”. Un altro collega avvezzo al CGI, quell’E l ij a h Wood che fu Frodo nel Signore degli Anelli, condensa il disgusto in quattro lettere: “NOPE”, ma il primo premio va a un cinguettat­ore meno altolocato, che prende il titolo più celebre di Dean, Gioventù b ru ci a ta ovvero Rebel Without a Cause, mischia con la “resa grafica” ed esplode un terminale “Rendered Without a Cause”.

L’ironia non si risparmia, perché non è solo vilipendio di cadavere, ma concorrenz­a sleale: “Provate a immaginare di fare un provino e vedervi rubare il ruolo da un morto degli anni Cinquanta ”. Già, le reazioni al film con Dean saranno sicurament­e meglio del film stesso.

Ma il buon James, sebbene i familiari – “ignari” di Brandon Lee nel Corvo( 1994) e Peter Cushing in Rogue One (2016) – gli rivendichi­no l’essere arrivato primo, o uno, al traguardo, non rimarrà solo: si replicherà a soggetto e, se è vero che la defunta Carrie Fisher dovrebbe comparire nel prossimo Star Wars: L’ascesa di Skywalker( uscita 18 dicembre) di J.J. Abrams non in CGI ma in riprese dal vero inutilizza­te, l’orda dei morti viventi preme per (ri)entrare in sala.

Qualcuno ha guardato orizzontal­e ma lungo, e s’è attrezzato per la resurrezio­ne dei corpi celebri. La Worldwide XR detiene i diritti di più di quattrocen­to star di ambiti diversi, dal cinema all’atletica, e al grido “gli influencer vanno e vengono, le leggende non moriranno mai” è pronta a far scritturar­e redivive icone del calibro di Bette Davis, Bettie Page, Christophe­r Reeve, Ingrid Bergman, Jimmy Stewart, Lana Turner, Rock Hudson. Nel novero, a suonare il mancato De profundis potrebbe prestarsi Dizzy Gillespie.

IN CONFRONTO i vecchietti ringiovani­ti di The Irishman, i Bob De Niro, Al Pacino e Joe Pesci a cui Martin Scorsese ha fatto un make-up all’ultimo pixel, sono il passato, se non fosse che proprio dal – letterale – trapassato remoto viene questo presente-futuro frammisto di hybris e avidità.

Nulla è immune all’effetto, e se il paradiso davvero può attendere, il palco meno: il soprano Maria Callas ha virtualmen­te riconquist­ato le platee globali, perché all’ologramma non si comanda, e da Amy Winehouse a Nat King Cole, da Elvis Presley a Michael Jackson la nostalgia è sempre più canaglia.

Dopo di lui Toccherà a Bette Davis, Bettie Page, Christophe­r Reeve, Ingrid Bergman, Rock Hudson

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L’incidente fatale James Dean morì in uno scontro frontale tra due auto il 30 settembre 1955: aveva 24 anni
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