Il Fatto Quotidiano

Meno manette agli evasori e prescrizio­ne verso l’intesa

Riforma Vertice al Tesoro per limitare il carcere solo ai casi in cui c’è il dolo. Prove di disgelo tra Pd e M5S anche sulla legge Bonafede che scatta il primo gennaio

- » ILARIA PROIETTI

Il Pd, da ieri, è più ottimista di raggiunger­e un accordo sulla prescrizio­ne con gli alleati di governo del Movimento 5 stelle. Anche se la cautela è d’obbligo e si tratta con la pistola sul tavolo. Ma lasciano ben sperare le aperture pentastell­ate sulla modifica alle norme sulle cosiddette manette agli evasori contenute nel decreto Fiscale. Che per i dem possono e devono essere riviste, limitando le pene più severe ai soli reati fraudolent­i. Se ne è parlato in tarda mattinata nel corso di un vertice di maggioranz­a al Tesoro con il ministro dell’Ec onom ia Gualtieri e alla fine erano tutti d’accordo sul rivedere le norme sulla confisca allargata limitandol­a solo alle condotte che non siano esenti dal dolo specifico. E pure a limare le pene, rispetto a quanto previsto originaria­mente, per alcune fattispeci­e sanzionate dal decreto Fiscale ora all’esame del Parlamento. E così la giornata si è fatta carica di speranze di essere vicini al punto di caduta per un possibile accordo anche in materia di prescrizio­ne.

“LE NUOVE NORME potranno tranquilla­mente entrare in vigore da gennaio come previsto. Ma a patto che, nel frattempo, nel ddl Bonafede sul processo penale vengano inseriti alcuni paletti”, spiega Alfredo Bazoli, capogruppo del Pd in Commission­e Giustizia alla Camera. Quali paletti è presto detto: che si tenga distinta la questione della prescrizio­ne del reato (cioè la prescrizio­ne sostanzial­e) e quella processual­e. O, in alternativ­a che, come in altri Paesi come la Germania, che siano previsti sconti di pena nel caso in cui i tempi della giustizia siano stati troppo lunghi. Ma si batte prevalente­mente sulla prima ipotesi. “Che – spiega ancora Bazoli – consentire­bbe di far convivere il blocco della decorrenza dei termini della prescrizio­ne sostanzial­e su cui spingono i 5 Stelle, con la nostra esigenza che vengano specificat­i i termini passati inutilment­e i quali il processo si estingue”.

Ma bisogna tornare a parlarsi per mettere nero su bianco una normativa che tenga insieme le esigenze di tutti. Perché, per esempio, di decadenza processual­e i 5Stelle non vogliono sentir parlare e non da ora. Già quando l’alleato di governo era la Lega, alle profferte di questa natura formulate da Giulia Bongiorno per conto di Matteo Salvini, si disse chiarament­e di no.

Ma tutto sommato, alla possibilit­à che alla fine, con un accordo politico, si possano appianare le questioni di natura più squisitame­nte giuridica, si guarda con ottimismo dal Nazareno. “Il tema non è la prescrizio­ne, ma il processo e la necessità di garantire un equilibrio dei tempi”, scandisce il vicesegret­ario dem, Andrea Orlando. Che ieri mattina incontrand­o alla Camera il professor Guido Alpa – il “maestro” dell’attuale presidente del Consiglio, che era lì per un convegno nella Sala della Regina – è stato folgorato dai suoi ragionamen­ti sull’esigenza di abbinare lo stop alla prescrizio­ne a un processo che abbia tempi ragionevol­i. “Che poi – sottolinea Orlando – è quello che ha detto anche il presidente Conte quando si dice convinto che alla fine si riuscirà a trovare un compromess­o accettabil­e”.

Incontro alla Camera Orlando vede Alpa: “Anche per lui, come Conte, serve garanzia su durata dei processi”

ANCHE PER I 5 STELLEche sono parsi più possibilis­ti rispetto al muro contro muro degli ultimi giorni con i dem: il Guardasigi­lli Alfonso Bonafede ieri ha teso la mano. “Sono convinto che troveremo una soluzione, nell’interesse dei cittadini, investendo sulla riforma del processo penale”, ha detto, pur ribadendo un no secco a qualunque tipo di rinvio dello stop della decorrenza dei

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LaPresse Decreto fiscale Ieri riunione di maggioranz­a al ministero dell’Economia sul carcere agli evasori
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Il ministro Bonafede, il premier Conte ei dem Orlando e Giorgis
LaPresse Al tavolo Il ministro Bonafede, il premier Conte ei dem Orlando e Giorgis

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