Toti, commissario al cubo che difende il cemento
Il Governatore Invoca l’ambiente, ma la sua giunta sarà ricordata anche per la legge che ha dato una sforbiciata ai parchi naturali
Uno e trino. A pochi mesi dalle elezioni in cui correrà per la conferma, Giovanni Toti imperversa su giornali e tv. Ponti e alluvioni, lui c’è sempre. Invoca “scudi penali per i sindaci” e chiede misure straordinarie. Toti oltre a essere governatore è anche tre volte commissario: all’emergenza del ponte Morandi, alle emergenze di protezione civile e alla grandi opere ( come quelle legate al dissesto). Ma il punto, sostiene Alice Salvatore ( c o n si g l i ere regionale M5S), è proprio questo: Toti che chiede misure s tr a o rd inarie per combattere il degrado del territorio ha davvero difeso la sua Liguria? Raul Giampedrone, assessore e braccio destro di Toti, giura di sì: “In quattro anni abbiamo destinato 14 milioni alla manutenzione ordinaria e straordinaria, 192 milioni alla protezione civile e ben 344 alla difesa del suolo”. Ma molti provvedimenti della giunta di centrodestra hanno fatto saltare sulla sedia chi difende l’ambiente ligure. Ermete Bogetti che guida Italia Nostra a Genova parla di “lacrime di coccodrillo” da parte della giunta Toti. Aggiunge: “Adesso chiedono lo stato di emergenza, uno sforzo straordinario, un piano straordinario… ora che il territorio della Liguria è devastato dagli effetti evidenti dei cambiamenti climatici, con inevitabili ripercussioni sulle infrastrutture. Ma costa e territorio sono competenze regionali! Cosa hanno fatto finora? A parte proclami, nulla si è fatto contro il dissesto idrogeologico”.
Il cahier des doléances è lungo. A cominciare dal famigerato piano casa, che ha spalancato le porte al cemento. Perfino più di quanto avesse già fatto il centrosinistra. Italia Nostra nel 2015 attaccò: “Si dà il via libera a costruzioni, ampliamenti, cambiamenti di destinazioni d’uso anche in aree che, per il loro particolare pregio ambientale e paesaggistico, erano protette da norme molto restrittive, comprese le aree di parchi naturali fino ad oggi in parte risparmiate dal saccheggio edilizio”. Cemento ed edificazione selvaggia distruggono il paesaggio e creano disastri.
“LA LIGURIA che vogliamo guarda all’a mb i en t e”, è lo slogan di Toti. Ma la sua giunta sarà ricordata anche per la legge che, caso più unico che raro, ha dato una sforbiciata ai parchi naturali: secondo le stime degli ambientalisti, sono stati tagliati 540 ettari ai più grandi parchi naturali regionali (Alpi liguri, Aveto e Antola). Non solo: “Hanno revocato”, sostiene Italia Nostra, “la classificazione di area protetta regionale a 42 territori nel Savonese, per un totale di oltre 22mila ettari, ed è stato abbandonato il progetto di realizzare un parco regionale nel finalese”.
C’è un altro tasto dolente: il parco nazionale del monte di Portofino che rischia di naufragare prima di nascere. “La Finanziaria 2017 ha inserito il Matese e il Monte di Portofino tra i parchi nazionali”, spiega Bogetti. Sarebbe la salvezza per questo promontorio unico al mondo che oggi è tutelato solo con un parco regionale di 1.055 ettari. Con un bilancio di appena 800mila euro e un solo guardia parco. Il progetto era quello di creare un parco che dai confini di Genova si estendesse a est fino a Sestri Levante per 15mila ettari. A molti, vedi le lobby del cemento e dei cacciatori, i nuovi confini non sono andati giù. E la Regione, con le parole dell’assessore Stefano Mai, è stata chiara: “Vogliamo che nasca il parco nazionale di Portofino. Ma con i confini attuali, con i tre comuni di Portofino, Santa Margherita e Camogli”. Da Roma hanno già fatto sapere che parchi nazionali così piccoli non se ne faranno e se non arriva un accordo entro fine anno si potrà dire addio al progetto. Vorrebbe dire perdere un milione già stanziato. Ma soprattutto veder sfumare decine di milioni per il futuro: “Il vicino Parco delle Cinque Terre”, ricorda Bogetti, “incassa venti milioni l’anno”.
E NON FINISCE QUI. “Ci sono altri due progetti di legge che ci preoccupano molto”, spiega il presidente genovese di Italia Nostra. Sono state proposte modifiche al testo unico regionale in materia di paesaggio: “Si vorrebbero escludere dall’autorizzazione paesaggistica gli interventi di ristrutturazione edilizia. Ma bisogna ricordare che questi a volte prevedono la ricostruzione anche totale di un immobile. È un rischio enorme per il paesaggio”. E ancora: “In un altro disegno di legge si prevede la possibilità di derogare alla destinazione d’uso di volumi oggi non destinati ad abitazione... come i sottotetti”. Secondo Bogetti “così si spalancano le porte a trasformazioni edilizie che possono creare barriere per le acque e costituire un grave rischio idrogeologico. Insomma, sostengono gli ambientalisti, prima di chiedere stati di emergenza Toti per combattere le alluvioni dovrebbe pensare a non cementificare. E c’è chi sottolinea che in Liguria l’assessore all’Ambiente è lo stesso che si occupa di Infrastrutture. Un connubio inedito.
Adesso chiedono lo stato di emergenza Ma cosa hanno fatto finora? A parte proclami, nulla si è fatto contro il dissesto idrogeologico
ITALIA NOSTRA
Cumulo di cariche Emergenza del ponte Morandi; Emergenze di Protezione civile e Grandi opere