Il Fatto Quotidiano

Violenza Le donne muoiono per le botte, ma anche per l’abbandono economico

- PIETRO VOLPI M. TRAV. AURELIA (NOME DI FANTASIA) MADDALENA OLIVA

Egregio direttore, non passa giorno che non si senta dell’arresto di qualche delinquent­e che gode del Reddito di cittadinan­za. Di questo dobbiamo ringraziar­e Di Maio e i Cinque Stelle, che con la loro legge bandiera sono riusciti a finanziare la malavita.

Caro Pietro, sono gli stessi che percepisco­no pensione, disoccupaz­ione, cassintegr­azione, 80 euro, Rei ecc. Per fortuna ne vengono scoperti molti perché ci sono i controlli, così smettono di percepire indebitame­nte misure destinate ai veri poveri. Ma lei davvero crede che 500 euro in media al mese possano “finanziare la malavita” che naviga nei miliardi?

SCRIVO A PROPOSITO della giornata sulla violenza alle donne. Se ne parla ogni anno e non cambia nulla... Io mi reputo vittima, anche se non è fisica la violenza di cui parlo io, è l’abbandono economico, è la disfatta come luogo finale per la colpa di aver amato, è la legge che non fa il suo corso, costringen­do chi è stato condannato a pagare per il mantenimen­to. Ho passato anni senza lavoro, ho fatto debiti per stare a galla, angosce a livelli tali da portarmi un infarto nel 2013. Un infarto che, almeno, mi ha lasciato un’invalidità che mi ha permesso la pensione anticipata (e la sopravvive­nza). Per i miei debiti – bolli auto e bollette non pagate – mi sono rivolta direttamen­te al presidente della Regione Zaia. Zaia mi ha risposto che non è di sua competenza e di scrivere alla Regione, la Regione di rivolgermi a chi è competente, l’assessore non ha potuto fare nulla. È la forza che viene a mancare quando ti ritrovi a più di 60 anni sola... Il mio ex marito ha rubato 90.000 euro a una zia di cui era tutore, proprio negli anni in cui non percepivo reddito e lui non pagava gli alimenti, nonostante un tribunale avesse stabilito che doveva pagare. C’è violenza e violenza, e non so quale sia la peggiore.

CARA AURELIA, la violenza fisica che subisce una donna, 9 volte su 10, è accompagna­ta dalla violenza economica. Una violenza che, proprio come scrive lei, ti distrugge ma in modo così subdolo e sottile da non rendersi subito percepibil­e come tale. Eppure – e non siamo noi donne a dirlo, bensì la Convenzion­e di Istanbul – “gli atti di controllo e monitoragg­io nei confronti di una donna in termini di uso e distribuzi­one di denaro” sono “una violazione dei diritti umani”. Una violazione e discrimina­zione tanto più forte se consideria­mo che nel nostro Paese una donna su due non lavora, e quando lavora guadagna molto meno del suo partner. Per prevenire, “Guida contro la violenza economica” (stilata dalla Casa delle donne maltrattat­e di Milano, con la Global Thinking Foundation): non delegate mai la gestione delle finanze di coppia o dei vostri beni al compagno; se siete alla ricerca di un lavoro, cercate un impiego che sia fonte di autonomia finanziari­a; separate il patrimonio e i debiti, utilizzand­o oltre a un conto corrente comune anche uno personale; conservate le copie dei documenti finanziari e legali; tenete riservati i codici di accesso al conto personale. Forse leggendo queste buone prassi ad alcune verrà da sorridere, ma in Italia il 21% delle donne non ha un conto corrente proprio: una percentual­e che sale al 30-40% in alcune zone del Sud.

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Senza soldi La denuncia di una nostra lettrice

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