Violenza Le donne muoiono per le botte, ma anche per l’abbandono economico
Egregio direttore, non passa giorno che non si senta dell’arresto di qualche delinquente che gode del Reddito di cittadinanza. Di questo dobbiamo ringraziare Di Maio e i Cinque Stelle, che con la loro legge bandiera sono riusciti a finanziare la malavita.
Caro Pietro, sono gli stessi che percepiscono pensione, disoccupazione, cassintegrazione, 80 euro, Rei ecc. Per fortuna ne vengono scoperti molti perché ci sono i controlli, così smettono di percepire indebitamente misure destinate ai veri poveri. Ma lei davvero crede che 500 euro in media al mese possano “finanziare la malavita” che naviga nei miliardi?
SCRIVO A PROPOSITO della giornata sulla violenza alle donne. Se ne parla ogni anno e non cambia nulla... Io mi reputo vittima, anche se non è fisica la violenza di cui parlo io, è l’abbandono economico, è la disfatta come luogo finale per la colpa di aver amato, è la legge che non fa il suo corso, costringendo chi è stato condannato a pagare per il mantenimento. Ho passato anni senza lavoro, ho fatto debiti per stare a galla, angosce a livelli tali da portarmi un infarto nel 2013. Un infarto che, almeno, mi ha lasciato un’invalidità che mi ha permesso la pensione anticipata (e la sopravvivenza). Per i miei debiti – bolli auto e bollette non pagate – mi sono rivolta direttamente al presidente della Regione Zaia. Zaia mi ha risposto che non è di sua competenza e di scrivere alla Regione, la Regione di rivolgermi a chi è competente, l’assessore non ha potuto fare nulla. È la forza che viene a mancare quando ti ritrovi a più di 60 anni sola... Il mio ex marito ha rubato 90.000 euro a una zia di cui era tutore, proprio negli anni in cui non percepivo reddito e lui non pagava gli alimenti, nonostante un tribunale avesse stabilito che doveva pagare. C’è violenza e violenza, e non so quale sia la peggiore.
CARA AURELIA, la violenza fisica che subisce una donna, 9 volte su 10, è accompagnata dalla violenza economica. Una violenza che, proprio come scrive lei, ti distrugge ma in modo così subdolo e sottile da non rendersi subito percepibile come tale. Eppure – e non siamo noi donne a dirlo, bensì la Convenzione di Istanbul – “gli atti di controllo e monitoraggio nei confronti di una donna in termini di uso e distribuzione di denaro” sono “una violazione dei diritti umani”. Una violazione e discriminazione tanto più forte se consideriamo che nel nostro Paese una donna su due non lavora, e quando lavora guadagna molto meno del suo partner. Per prevenire, “Guida contro la violenza economica” (stilata dalla Casa delle donne maltrattate di Milano, con la Global Thinking Foundation): non delegate mai la gestione delle finanze di coppia o dei vostri beni al compagno; se siete alla ricerca di un lavoro, cercate un impiego che sia fonte di autonomia finanziaria; separate il patrimonio e i debiti, utilizzando oltre a un conto corrente comune anche uno personale; conservate le copie dei documenti finanziari e legali; tenete riservati i codici di accesso al conto personale. Forse leggendo queste buone prassi ad alcune verrà da sorridere, ma in Italia il 21% delle donne non ha un conto corrente proprio: una percentuale che sale al 30-40% in alcune zone del Sud.