Regionali, anche in Calabria verso il no all’intesa col Pd Ultimatum sulle restituzioni
Il capo M5S in tv: “Il 99 per cento degli attivisti vuole questo”. Mail agli eletti che non pagano
Anche in Calabria la strada sembra segnata: il Movimento Cinque Stelle andrà da solo. L'accordo con il Pd, che per primo Luigi Di Maio non vuole, non è un'opzione presa in considerazione dalla base: “Tutti, ma veramente tutti, il 99% delle persone che ho incontrato sono dell’id ea che il M5S debba rappresentare la terza via”, ha ripetuto ieri il capo politico a
Porta a Porta, che insiste a dire che le Regionali non sono “un referendum sul gov er no ”. Mentre in Emilia-Romagna la discussione si è praticamente chiusa lunedì, quando Di Maio ha incontrato gli attivisti a Bologna, in Calabria la questione è ancora in bilico. Se non altro perché Francesco Aiello – il professore universitario a cui il Movimento ha chiesto di correre come governatore – deve ancora sciogliere la riserva. Presto Di Maio incontrerà gli attivisti della Regione. Ma la maggioranza dei parlamentari calabresi – che è tornata a riunirsi martedì - è dell'idea che col Pd non si possa parlare, nonostante gli appelli dell'imprenditore Antonino De Masi affinché i giallorosa trovino un accordo.
PER I CINQUE STELLE, però, resta aperta solo una soluzione: quella per cui sia il Pd a convergere sul candidato civico da loro indicato. Ma Di Maio, al momento, sembra piuttosto restio a intervenire per la mediazione: “Sembra che vogliamo decidere da Roma”, ha ripetuto ieri in tv. E sempre ospite di
Bruno Vespa, il leader M5S, è tornato sul voto di Rousseau che la scorsa settimana ha sconfessato la sua linea (lui chiedeva una “pausa elettor ale”, ma gli elettori M5S l'hanno bocciata). “Sono sempre in buona compagnia - dice Di Maio rispondendo alla domanda se si senta “isolato” - . Il Movimento è sempre stato un movimento che discuteva. Abbiamo storicamente così tante anime che è inevitabile che ci siano delle discussioni”. Solo di ieri, il pesantissimo j'accuse dell'eurodeputato Ignazio Corrao, che ha invitato il Movimento a tornare quello che era. Ma un'altra manifestazione del difficile controllo dei gruppi da parte dei vertici M5S è la fuga dalle restituzioni. Agli eletti è arrivata una mail imperativa: se non si versa entro il 31 dicembre, il collegio dei probiviri “si attiverà senza ulteriore indugio” per infliggere sanzioni disciplinari.