Rifiuti, diktat di Zingaretti: “Raggi trovi la discarica”
Un’ordinanza intima alla sindaca di indicare il sito entro 15 giorni. Lei va in Consiglio regionale a protestare, ma nel M5s c’è chi si schiera col Pd
Nicola
Zingaretti ordina a Virginia Raggi di individuare, entro una settimana, “uno o più siti” a Roma da destinare a discarica. Con tanto di deroga alle normative ambientali. È arrivata ieri sera l’ordinanza che fa salire di livello lo scontro fra Regione
Lazio e Comune di Roma sul fronte emergenza rifiuti. La necessità si deve al fatto che dal 31 dicembre – con questo provvedimento, dal 15 gennaio – la discarica di Colleferro, nella Valle del Sacco, chiuderà a seguito di un accordo fra il governatore dem e il locale sindaco di centrosinistra, Pierluigi Sanna, nonostante il sito a 40 km dalla Capitale abbia ancora spazio per un altro anno di conferimenti da Roma. Per questo ieri mattina la sindaca è andata a protestare in Consiglio regionale. I passi previsti: una commissione per individuare siti per lo smaltimento dell’indifferenziato; avviare la procedura per selezionare impianti di conferimento all’estero; individuare entro 15 giorni due nuovi siti di “trasferenza”, vista la scadenza di Ponte Malnome e approvare il piano industriale di Ama entro il 15 gennaio. La stessa ordinanza intima anche ai gestori degli impianti di trattamento dei rifiuti (tmb) di lavorare al massimo delle possibilità per evitare emergenze sul territorio capitolino. In questa partita a scacchi infinita Raggi si trova a un bivio: rispettare l’ordinanza e individuare un sito “temporaneo” da destinare a discarica – in deroga alle norme ambientali, vista l’assenza del piano rifiuti e il breve tempo a disposizione – oppure tenere la posizione e pretendere dalla Regione Lazio la proroga della chiusura di Colleferro e la riapertura della discarica di Albano Laziale, che insieme possono accogliere i rifiuti capitolini per altri 2 anni. La seconda opzione costringerebbe Zingaretti a optare per i “poteri sostitutivi” e dunque individuare lui stesso, da commissario, la nuova discarica. Una mossa impopolare per il segretario dem.
Tema impopolare
Se la prima cittadina non prenderà una decisione toccherà al governatore
LA DECISIONE della Regione è arrivata all’indomani della fumata nera in Campidoglio sull’individuazione dei siti destinati alla prima proposta in campo, i cosiddetti “Stir”, impianti di compostaggio per la riduzione degli scarti e l’organizzazione in eco-balle. Zingaretti ne voleva una decina, circa uno per municipio, il M5s aveva quasi deciso per un unico sito alla Falcognana, in zona Ardeatina, a sud della città, dove sorge un’autorimessa. Ma l’accordo è saltato per l’opposizione di alcuni presidenti di municipio. Di qui la decisione di Raggi di andare allo scontro e presentarsi, ieri mattina, in Consiglio regionale per chiedere formalmente l’approvazione del piano rifiuti del Lazio, atteso dal 2012, che consentirebbe alla sindaca, in qualità di presidente della Città metropolitana di Roma, di individuare un sito fuori dal territorio comunale. Una guerra fra Roma e Regione che ieri ha messo in seria crisi, spaccandolo, il M5S Lazio, con il consigliere Cacciatore che si è schierato su posizioni anti Roma. E anti Raggi.