Caso Toto, così “Marchino” contattò l’Ad di Autostrade
Consulenza all’avvocato Bianchi. Per i pm ci fu l’intromissione dell’amico di Matteo: interagì con il vertice dell’azienda in causa con il gruppo
Marco Carrai avrebbe giocato un ruolo nella vicenda della consulenza affidata allo studio Legale Bianchi dalla Toto Costruzioni Generali e che per gli investigatori era solo un modo per finanziare la Fondazione Open, l’allora cassaforte del renzismo. L’imprenditore amico di Matteo Renzi avrebbe interagito “su mandato di Bianchi (Alberto, ex presidente della Open, ndr)”, con l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia. La novità è contenuta nel decreto di perquisizione del 23 novembre scorso dei pm Luca Turco e Antonino Nastasi nei confronti di Carrai, accusato di finanziamento illecito. E rivela un retroscena dell’indagine fiorentina finora inedito.
PER CAPIREbene questa storia però bisogna fare un passo indietro. La Procura di Firenze infatti indaga Alberto Bianchi per traffico di influenze e finanziamento illecito. Al centro dell’inchiesta c’è una consulenza affidata allo studio legale Bianchi nel 2016 dalla Toto Costruzioni Generali. L’incarico riguardava una accordo transattivo tra la Toto e la società Autostrade, finite in un contenzioso che si trascinava da anni. Bianchi – che per l’occasione lavora all’interno di un collegio di avvocati – risolve la disputa tra le due aziende e riesce a far incassare alla Toto circa 70 milioni di euro. Per gli investigatori però la consulenza a Bianchi è solo un modo per nascondere un finanziamento. Infatti sospettano che una parte del denaro sia finito nelle casse della Fondazione Open, che ritengono essere “un’articolazione di partito politico”.
Ma gli inquirenti scoprono anche altro: ossia un presunto ruolo che sarebbe stato giocato da Carrai, che nella Open è stato membro del Cda. L’imprenditore avrebbe avuto un contatto con l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, parte in causa con i Toto. “Risulta – è scritto nel decreto di perquisizione – l’intromissione dell’indagato nell’adempimento dell’incarico professionale affidato all’avvocato Alberto Bianchi dal gruppo Toto, avendo il predetto Carrai interagito, su mandato di Bianchi, con amministratore delegato di ‘Autostrade per l’Italia’”. Questo per i magistrati fiorentini rafforza “il rilievo che le operazioni di trasferimento di denaro dal gruppo Toto ad Alberto Bianchi e quindi da Bianchi alla Fondazione Open appaiono in effetti dissimulare un trasferimento diretto di denaro” dai Toto alla Open. I dettagli dei contatti di Carrai con i vertici di Autostrade per l’It al ia non vengono svelati dai pm negli atti consegnati agli indagati. E non vi è neanche il nome d e l l ’ a m m i n istratore delegato con il quale Carrai avrebbe interagito. I vertici di Autostrade sono cambiati a inizio anno. Dal 2005 al 2019 il ruolo di amministratore delegato è stato affidato a Giovanni Castellucci (non indagato) che si è dimesso negli ultimi mesi del 2018. Gli è succeduto Roberto Tomasi (non indagato), nominato a gennaio del 2019.
Adesso quindi i magistrati approfondiranno il ruolo di Carrai nella vicenda dell’affidamento della consulenza dei Toto allo studio Bianchi e cercheranno di capire se vi siano state conseguenze del suo presunto intervento su Autostrade per l’Italia che da anni trascinava il contenzioso contro Toto. Di questo si fa riferimento anche nel bilancio consolidato 2016 della Toto Holding. La disputa riguarda l’appalto Anas “La Spezia”. “In riferimento alla Commessa Lotti 6/7 – è scritto nel bilancio –(...) si segnala che l’ 8 luglio 2016 è stato sottoscritto tra le parti l’accordo transattivo relativo alle riserve maturate nel corso dell’esecuzione dei lavori”.
FIRMANDO l’a ccordo “Autostrade per l’Italia ha provveduto a riconoscere all’appaltatore un congruo indennizzo per i maggiori oneri sostenuti d al l ’ a p pa l ta t or e nel corso dell’esecuzione del lavoro per cause ad esso cliente imputabili ed a versare la rata di saldo pari a 75 milioni, del corrispettivo convenuto tra le parti”. Si conclude: “Da parte sua, l’appaltatore ha provveduto a rinunciare ad ogni ulteriore pretesa verso il committente ed ad interrompere ogni azione legale avanzata nei confronti di Autostrade per l’Italia”. Il gruppo Toto ha sempre ribadito la propria estraneità alle accuse.
Le accuse I magistrati sospettano che i soldi al legale siano in realtà un finanziamento illecito