Italia Viva cerca sponde in FI e Lega
Il leader di IV vuole difendersi in aula e tornare al finanziamento pubblico
La campagna di reclutamento di nuove leve in Italia Viva arranca. Ma Matteo Renzi è certo di fare il botto di fine anno. Perché più che in una resa dei conti contro chi lo attacca – sulla storiaccia dell’i nchiesta sui finanziamenti alla fondazione Open – intende trasformare il Senato in un palcoscenico formidabile dove andarsi a prendere gli applausi.
“SONO in moltissimi a contestare le norme che cancellando il finanziamento pubblico hanno costretto i partiti ad arrangiarsi come hanno potuto”, ragionano i suoi. E gli altri che dicono? L’ex governatore abruzzese e oggi senatore dem, Luciano D’Alfonso è il meno timido di tutti. “Negli ultimi anni Open si è occupata di mettere in campo l’agenda politica con cui Renzi ha guidato l’Italia, la più compiuta ed efficace stagione riformista che noi abbiamo modo di ricordare: tutto questo non può essere criminalizzato. Qui si tratta della stessa praticabilità della politica per cittadini che non dispongono di patrimoni milionari”.
Nonostante i milioni non siano mai stati un problema grazie a Berlusconi, anche in Forza Italia si ragiona così: “Sulla vicenda Open, Matteo Renzi pone questioni importanti e di origine antica su cui la politica tutta dovrebbe prendere con coraggio una posizione. Sul tappeto c’è la questione del finanziamento ai partiti e del traffico di influenze, che ha lasciato una troppo ampia discrezionalità all’attività della magistratura” dice la vicepresidente di Forza Italia al Senato, Gabriella Giammanco. Ha dunque ragione Giuseppe Cucca di Italia Viva a sottolineare che “il tema dei costi connessi alla possibilità di fare politica è molto sentito”.
E che per questo Renzi non si farà sfuggire l’occasione di uscire dall’angolo dove lo ha messo l’inchiesta per sparigliare, portando il tema in aula a Palazzo Madama subito dopo il via libera alla manovra. I tempi della controffensiva del capo di Italia Viva sono molto contenuti: il gruppo renziano potrebbe pretendere che un’intera seduta sia dedicata alla discussione di una mozione: Renzi sta affilando i coltelli perché sa che oggi è toccato alla sua Open, ma nessuno degli altri leader di partito si sente al riparo.
DOPO LA RAFFICA di querele annunciate ai giornali, ora sta pesando il significato politico della mancata censura da parte degli altri partiti ai suoi attacchi frontali ai magistrati di Firenze (“Gli stessi che hanno arrestato i miei genitori”). E tutto lo lascia ben sperare. La replica del sindacato delle toghe è stata secca, ma isolata. Di “intimidazioni” ha parlato l’Anm esprimendo solidarietà ai colleghi. Epperò, al netto delle richieste dei 5 Stelle perché Renzi faccia chiarezza da quanto sta emergendo dall’inchiesta, il silenzio è assordante. Tace soprattutto Matteo Salvini che con i magistrati che si sono occupati di lui non è mai stato tenero: sui 49 milioni della Lega, si rivolse al Colle.
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