Omicidio Daphne, una vita venduta per 150 mila euro
L’inchiesta Fenech, ex capo della holding Tumas, confessa: pagò la somma all’intermediario fra lui e i tre sicari della giornalista
“Un giorno dell’estate del 2017, Vince Muscat lascia il suo amico Alfred Degiorgio al B usyBee, il caffè sul porto vicino alla Valletta famoso per i suoi dolci alla ricotta. Degiorgio non resta a lungo. Pochi minuti dopo torna in auto e informa Muscat che hanno un contratto: uccidere la giornalista più importante dell’isola, Daphne Caruana Galizia”.
Stephen Gray è il reporter di R e u te r s che ha scavato nell’omicidio di Daphne per mesi. È stato lui a scoprire che Yorgen Fenech era il vero proprietario di 17 Black, la società registrata a Dubai da cui sarebbero partiti versamenti per le società segrete panamensi dell’ex capo staff del premier, i Keith Schembri e dell’ex ministro Konrad Mizzi. Grey racconta come tutto è iniziato: rivelazioni fatte fin dall’aprile 2018, nella speranza di ottenere la grazia, da Vince Muscat, che insieme ai fratelli Alfred e George Degiorgio è in carcere come presunto esecutore dell’omicidio dal dicembre 2017.
ORA SAPPIAMO anche quanto valeva la vita di Daphne. 150 mila euro pagati, secondo fonti investigative sentite dal Times of Malta, da Yorgen Fenech a ll ’ intermediario Melvin Thelma, perché li distribuisse ai tre esecutori materiali. Soldi di cui si parla nelle intercettazioni fra Fenech e Thelma e negli interrogatori a cui sono stati sottoposti dalla polizia nelle ultime settimane.
In un primo tempo Daphne doveva essere eliminata da Alfred Degiorgio con un fucile di precisione fatto arrivare dall’Italia. Poi il piano cambia, diventa una bomba sistemata da Alfred, nelle prime ore del 16 ottobre 2017, sotto il sedile di guida dell’auto che il figlio Matthew aveva parcheggiato all’esterno del complesso dove vive la famiglia. Ordigno poi attivato a distanza. In ogni caso, la conferma che il mandante non ha mai pensato di farlo passare per un incidente: che l’intento, quindi, era eliminarla in modo così clamoroso da intimidire chiunque - giornalista, fonte, pubblico ufficiale - avesse intenzione, tolta lei di mezzo, di continuare a denunciare il malaffare ai massimi livelli della politica maltese. E proprio da quei vertici sarebbe arrivato l’ordine di uccidere la giornalista scomoda. Lo
Sono tre i possibili successori del primo ministro Muscat: il premier si voleva già dimettere domenica scorsa ma ha preso tempo A prendere il suo posto potrebbero essere Miriam Dalli, considerata la favorita, l’attuale vice premier Chris Fearne, e il ministro dei trasporti, Ian Borg
La crisi di governo