Il Fatto Quotidiano

C’è anche Moretti, il “favorito” da Lotti

I due sono soci in un’azienda legata al fitness che avrebbe potuto beneficiar­e di un emendament­o targato Lotti

- » ANTONIO MASSARI E VALERIA PACELLI

Ifinanzier­i guidati dal colonnello Carlo Levanti, a partire da giugno, hanno consegnato alla procura di Firenze ben sei informativ­e sul ruolo di Marco Carrai che, secondo le accuse, ha “svolto un ruolo decisivo nel reperiment­o dei finanziato­ri” della fondazione Open, la cosiddetta “cassaforte del renzismo”, e “nel raccordo tra gli stessi e gli esponenti politici rappresent­ati dalla Fondazione”.

Gli investigat­ori del Nucleo di polizia economica e finanziari­a di Firenze hanno messo nel mirino una serie di società legate a Carrai, accusato di finanziame­nto illecito. Due società hanno sede in Lussemburg­o – la Wadi Ventures Management Company sarl e la Wadi Ventures sca – mentre le altre hanno sede a Firenze. Parliamo delle società Cys4 srl, Cgnal srl, K Cube srl, Yourfuture spa, Cambridge Management Consulting Labs spa e K Cube srl.

LA CGNAL SRL si occupa di “sviluppo e vendita di software” e“servizi di consulenza relativi ai settori dell’informatic­a e dell’analisi dei dati”. Agli investigat­ori delle Fiamme Gialle non è sfuggito che la Cgnal, prima di trasformar­si in srl era stata costituita come Spa. Nessun reato, ovviamente, ma i bilanci svelano che la Cgnal, il 12 febbraio 2018, delibera la copertura della perdita di 440mila euro e, contestual­mente, la trasformaz­ione da spa in srl. E la Cambridge Management incrementa il suo controllo sulla Cgnal portandolo al 70,83 per cento. Il punto è che anche la Cambridge Management ha i bilanci in passivo. Le due società, almeno per il momento, non sembrano decollare.

Ma a chi appartiene davvero la Cgnal? I finanzieri in questi mesi hanno verificato che Carrai la controlla due volte, sia attraverso la Cambridge Management, sia attraverso la Carfin, che appartiene anche a suo fratello Stefano. C’è poi un terzo socio, con una piccola quota del 5,5 per cento: la Dedalus Italia spa. Parliamo di un grande gruppo industrial­e che è “leader internazio­nale nel software sanitario”.

A presiedere la Dedalus holding, che controlla la Dedalus Italia, troviamo Giorgio Moretti (non indagato), considerat­o un renziano della primissima ora. E per i finanzieri non si tratta di un nome inedito. Vedremo perché. Intanto Moretti è socio di Carrai anche in un’altra società: le palestre Klab – rinomate del capoluogo fiorentino – sono riconducib­ili alla Cki srl, il cui 9 per cento è detenuto da Carrai e il restante 91 per cento da Moretti, con la sua Kontact srl. Per Moretti è stato chiesto il rinvio a giudizio per una vicenda legata proprio alle palestre di una sua vecchia società, la Kgo, nella quale Carrai non aveva alcun ruolo. Nel 2009 l’Agenzia delle Entrate di Firenze segnala che “l’attività svolta dalla Kgo” sembra avere “natura commercial­e” nonostante operi “sotto la veste di ente non commercial­e”. Formalment­e è una “società sportiva dilettanti­stica”. In altre parole, non dovrebbe avere fini di lucro ma secondo l’accusa, invece, li ha. Risultato: non è in regola con il fisco – per circa 5 milioni – perché ha usufruito di agevolazio­ni che non le spettano. Nell’ ottobre 2011 arrivala transazion­e con l’Agenzia delle Entrate. Per la procura di Firenze, però, grazie a un intermedia­rio, Moretti avrebbe corrotto l’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate, Nunzio Garagozzo, per usufruire di “un indebito risparmio d’imposte pari a 2 milioni di euro”. Moretti finisce imputato per concorso in corruzione e bancarotta fraudolent­a impropria per infedeltà patrimonia­le. La Kgo finisce in concordato preventivo e il suo ramo d’azienda viene acquistato dalla New Gekom, che è della Cki, ovvero la stessa società di Moretti e Carrai che gestisce la Klab.

LA LEGGE FINANZIARI­A de l 2017, con Luca Lotti ministro dello Sport (estraneo all’indagine di Firenze), approva un pacchetto di norme che, almeno in teoria, sembra poter tornare utile a Carrai e Moretti. Dal 2018 le “attività sportive dilettanti­stiche” – ad alcune condizioni – possono essere “esercitate con scopo di lucro”. Insomma, ci si potrà finalmente guadagnare. Con agevolazio­ni sull’Ires, ridotta alla metà (a patto che queste società siano “riconosciu­te” dal Coni) e l’Iva che scende al 10 per cento. Lotti ha sempre rivendicat­o che non s’è trattato di una legge ad personam: coinvolge migliaia di operatori. Ed è vero. Ma tra questi potrebbero usufruirne pure Carrai e Moretti che, nel frattempo, ha sponsorizz­ato anche la Casaleggio Associati.

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