Far West Napoli: un ammazzato e due gambizzati
Un uomo ucciso a Miano, gambizzati due giovani tra centro e l’affollata via Toledo. La lotta per le piazze di spaccio
Un omicidio e due gambizzazioni in poco più di dieci ore, l’ultima sparatoria in mattinata, in un bar vicino alla centrale via Toledo, lo struscio dello shopping coi negozi che avrebbero aperto di lì a poco agghindati per le feste natalizie. E così Napoli ripiomba nell’angoscia dell’emergenza criminalità e sicurezza provocata da una camorra che spara senza pensarci troppo, per dominare piccoli giri di droga ed il pizzo di Natale ai commercianti. Dei tre episodi, due, forse, sono collegati tra loro, secondo le prime e frammentarie ricostruzioni della Polizia di Stato, investita delle indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Napoli guidata da Giovanni Melillo.
IL FUOCO dei proiettili inizia a crepitare alle 21:10 circa di giovedì: in via Cupa Capodichino, nel quartiere Miano, zona a nord di Napoli, viene ucciso un uomo di 30 anni, Alessandro Napolitano. Stava rientrando in auto nell’abitazione della madre quando il killer lo ha raggiunto con diversi colpi di arma da fuoco. Alla testa e alla bocca quelli mortali. Sul posto sono stati trovati 5 bossoli a terra e due ogive nell’auto. Dietro le formule generiche del “non si esclude alcuna pista” ci sarebbe la storia di un giovane estraneo ad ambienti di camorra, con un lavoro, forse punito per aver frequentato la persona sbagliata e per averne parlato con disinvoltura in giro. Di qui i proiettili sparati sulla bocca come una sorta di firma sul movente del delitto, se le primissime ipotesi dovessero trovare riscontri in indagini appena avviate dal pm di turno in Procura.
Poche ore dopo, si torna a sparare da tutta un’altra parte della città. Alle due e mezza della notte tra giovedì e venerdì in vico Paradiso alla Salute, zona Pignasecca, un 19enne viene ferito alle gambe da diversi colpi di arma da fuoco. Si chiama N. M. ed agli agenti ha raccontato di essere stato sorpreso da due persone mentre stava rincasando. La zona sarebbe sotto il controllo della famiglia Saltalamacchia. Sul posto però gli investigatori della Polizia non hanno trovato bossoli nè tracce di sangue. L’agguato potrebbe essere avvenuto da un’altra parte. I sanitari dell’ospedale Vecchio Pellegrini hanno giudicato le ferite guaribili in 40 giorni.
Alle 8 di mattina nuova sparatoria, con modalità da film poliziottesco Anni 70: due persone a bordo di uno scooter sono arrivate alla
Caffetteria Sommella di via Pasquale Scura, un vicolo all’angolo tra via Pignasecca e via Toledo, uno dei due è sceso ed è entrato nel bar pieno di gente per i caffè e le colazioni, gambizzando il 23enne Antonio Giarnieri, un dipendente che lavora lì da oltre cinque anni. Vive nella zona e non ha precedenti. Non è in pericolo di vita. Anche lui è stato ricoverato al Vecchio Pellegrini, dal quale, poche ore dopo, è stato trasferito con una scorta di polizia al Loreto Mare per ragioni di sicurezza. I poliziotti hanno voluto evitare contatti tra i parenti dei due feriti.
LE DUE GAMBIZZAZIONI, infatti, si inserirebbero all’interno delle dinamiche criminali per il controllo del centro storico della città. I due agguati sarebbero avvenuti in un contesto che, dalla paranza dei bambini in poi, è noto agli investigatori: piccoli gruppi in lotta per le piazze di spaccio. La zona dei Quartieri Spagnoli in questo momento sarebbe attraversata da un vuoto di potere, contesa da quel che resta delle famiglie camorristiche dei Masiello-Mariano contrapposte alle famiglie dei Ricci-Esposito, dopo le numerose operazioni messe a segno negli ultimi anni dalla Dda di Napoli. In questo contesto, gli inquirenti suppongono che si possa sparare a vista, senza uccidere, per questioni di quote settimanali di droga non pagate, o altri sgarri tra cosche che fanno e disfanno alleanze nel giro di pochi giorni, per il controllo della rata di Natale del pizzo. Un Natale che a Napoli si riempie di bossoli.